Palla Spalding di Eurolega (Foto Savino Paolella 2013)

Il braccio di ferro tra FIBA (in questa vicenda fare distinzione tra l’organismo mondiale e quello europeo è superfluo, vista l’influenza di Baumann) ed ECA per il controllo delle competizioni per club nel nostro Continente sta trovando compimento in questi giorni, anzi in queste ore. Dopo la lettera inviata settimana scorsa da FIBA Europe a 14 federazioni, invitandole a rispondere entro mercoledi sera sulle misure intraprese per evitare che le proprie squadre di club partecipino alle coppe organizzate da ECA, nelle ultime 72 ore sono arrivate le prime reazioni, con quasi tutte le federazioni interessate che hanno posto in essere alcune iniziative per scongiurare la minaccia di esclusione da Eurobasket2017 e, nel caso di alcune, di privarle anche della partecipazione ai tornei Pre-Olimpici. Anche la nostra Federazione è corsa ai ripari e dopo aver fatto sapere a FIBA Europe di aver fissato un incontro con le società ribelli per la giornata di venerdi, ecco che nel pomeriggio di ieri è arrivato il tanto atteso comunicato stampa in cui si annuncia che “Sassari, Trento e Reggio Emilia si impegnano a procedere nel rispetto dei regolamenti nazionali ed internazionali” e non prenderanno quindi parte alla prossima Eurocup.

Foto Savino Paolella 2014

Gianni Petrucci ha vinto la sua battaglia con le società ribelli (Foto Savino Paolella 2014)

Sembra quindi che alla fine FIP e CONI abbiano vinto. Sembra, non perché la notizia non sia ufficiale, ma perché in questa vicenda di fatti se ne sono susseguiti così tanti che siamo certi che la parola fine non è stata scritta oggi. Tra l’altro, nelle dichiarazioni successive al comunicato ufficiale, si parla di “volontà politica a chiudere la vicenda” e di “tecnicismi da risolvere”, Frasi che lasciano supporre che venerdi si sia messa una pietra importante ma che la casa non sia ancora finita. A conferma di ciò sembra che dalle parti di Barcelona abbiano fatto sapere che sono ancora fiduciosi del fatto che le tre squadre italiane alla fine parteciperanno all’Eurocup. Come dire che dietro la facciata dei comunicati ufficiali, c’è una diplomazia che si sta muovendo per riuscire a trovare un accordo che salvi capra e cavoli, cioè apparenza e denaro e che, soprattutto, faccia contenti sia ECA che FIBA. Perché da qualsiasi parte la si guardi questa situazione, risulta molto difficile e complicato ammettere chi ha ragione e chi torto, che si dividono da ambo le parti con importanti distinguo. Da un lato c’è un sistema di business, con introiti pubblicitari e diritti televisivi vicini alla Champions League calcistica, verso cui ormai sta andando il basket moderno e su cui l’Eurolega si è basata negli ultimi anni, costruendo e migliorando anno dopo anno la propria organizzazione, tanto da farne un modello che la stessa FIBA, l’estate scorsa, aveva deciso di mutuare tanto da offrire alle 11 squadre con licenza A la partecipazione alle prossime edizioni della neonata Champions League FIBA, imitando il modello vincente dell’Eurolega. Dall’altro c’è la storia del basket europeo, costruita anche sulla vecchia Coppa dei Campioni, che si basava sul merito sportivo e che aveva senza dubbio il fascino di garantire alle squadre vincitrici dei campionati nazionali una vetrina di assoluto livello.

Jordi Bertomeu (foto Fabrizio Quattrini)

Jordi Bertomeu

Quel livello, però, oggi appartiene all’Eurolega che con un sistema di business basato sulle licenze plurienniali ha garantito ad alcune squadre introiti sicuri su cui programmare il futuro, senza però dimenticare  il merito sportivo, tanto che tutte le vincitrici dei principali campionati europei hanno avuto la possibilità di partecipare all’Eurolega pur non avendo alcuna licenza A. Giusto per fermarci all’ultima stagione pensiamo alla stessa Sassari, al Bamberg di Trinchieri, al Pinar Karsiyaka, insomma ECA è riuscita a trovare un compromesso che ha fatto funzionare le cose negli ultimi 15 anni dopo che, è bene ricordarlo, FIBA Europe ha rinunciato all’organizzazione, preferendo concentrarsi sulle competizioni per squadre nazionali. Si sa però che quando di mezzo ci sono i soldi, alla fine questi fanno gola a tutti, ed ecco che poco meno di 2 anni fa FIBA Europe e FIBA hanno deciso di buttare un occhio nuovamente sulle coppe per club, indossando i panni dei paladini della giustizia e della meritocrazia acquisita sul campo, lanciando l’idea della Champions League mutuata dal calcio. Se l’idea, nella sua sostanza, è anche buona e giusta, quello che si fa fatica a capire ed accettare è la forma con cui FIBA Europe (il braccio, Kamil Novak) e la FIBA (la mente, Patrik Baumann) hanno deciso di agire. Prima hanno rivoluzionato il calendario delle squadre nazionali senza tenere conto dei calendari della stessa Eurolega (ed attenzione perché anche qui ne vedremo delle belle quando le nazionali europee dovranno giocarsi le qualificazioni a Mondiali ed Europei senza i giocatori NBA…), quindi hanno attaccato il terreno di Eurolega, con una lettera aperta alle squadre possessori di licenza A, nel momento in cui ECA stava rinegoziando i contratti, offrendo più o meno la stessa cosa che Bertomeu aveva garantito negli anni precedenti: una partecipazione pluriennale assicurata per la Champions League e soldi sicuri per gli anni avvenire, con buona pace dei meriti sportivi acquisiti sul campo. Ovviamente Bertomeu ha reagito e forte del sostegno del colosso mondiale IMG, ha messo sul piatto tanti milioni per ben 10 anni strappando il si delle 11 squadre con licenza A. Non solo, ma andando al contrattacco con altre importanti squadre europee ed offrendo contratti triennali (una specie di licenza B) per la partecipazione all’Eurocup. Ed è qui che la FIBA non ci ha visto più e probabilmente sta l’errore strategico maggiore compiuto da Bertomeu, che ha portato al braccio di ferro di questi mesi. FIBA si è sentita nuda e con all’orizzonte l’incubo di una Champions League a cui avrebbero partecipato le piccole e medie squadre, la maggior parte provenienti anche da campionati di scarso livello, ed è partita al contrattacco sventolando la bandiera dei meriti sportivi e dei regolamenti internazionali. Ci sarebbe da discutere su questi regolamenti internazionali e sui meriti sportivi, visto che la FIBA  è lo stesso organismo che ha regalato wild card per i Mondiali di Spagna sulla base del numero di zeri scritti sugli assegni presentati dalle varie federazioni. Sta di fatto che dalle minacce velate si è passati ai dati di fatto giungendo alle vicende dell’ultima settimana, che sembrano far pendere la bilancia dalla parte della FIBA, lasciando ad ECA le sole squadre con licenza A, le squadre spagnole (ricordiamo che la ACB è di proprietà delle società e non della Federazione spagnola che di fatto non ha alcuna arma per minacciare le società) e qualche squadra ancora recalcitrante.

Il presidente Sardara (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

Il presidente Sardara (Foto Anteprima_SalvatoreMadau)

In questa vicenda la nostra Federazione si è ritrovata tra le mani una bella patata bollente che, è bene dirlo, lei stessa ha creato nello scorso gennaio quando la FIBA ha deciso le sedi del torneo Pre-Olimpico. In quell’occasione, infatti, Petrucci e Malagò, desideroso di ricevere il sostegno di Baumann per la candidatura di Roma 2024, hanno promesso al segretario generale della FIBA la partecipazione delle squadre italiane alle competizioni di FIBA Europe, senza consultare quanto meno Lega Basket. Ovviamente la decisione di Sassari, Trento e Reggio Emilia di partecipare all’Eurocup aveva rotto le uova nel paniere e la minaccia della FIBA di escludere l’Italia da Eurobasket2017 ma soprattutto la possibilità di far perdere il torneo Pre-Olimpico di Torino, hanno spinto la FIP ed il CONI a correre ai ripari e cercare di far ragionare le tre squadre “ribelli”. Che ieri hanno deciso di sottostare al aut-aut di FIP e FIBA, rinunciando all’Eurocup. La domanda però sorge spontanea, perché a pensare male si fa peccato ma speso ci si azzecca. Cosa ci guadagnano Sassari, Trento e Reggio Emilia? Da un lato ci sono contratti pluriennali con partecipazione assicurata all’Eurocup e quindi introiti in pubblicità ed in diritti televisivi sicuri, che possono permettere di programmare e magari mettersi nelle condizioni di giocare ad armi (quasi) pari con Milano. Dall’altra c’è solo una scelta politica per evitare che la nostra Nazionale subisca una punizione che, siamo certi, non sarebbe mai arrivata, ma che mette le tre squadre nella condizione di non poter programmare se non la prossima stagione e senza l’apporto di una solida base economica per costruire una squadra all’altezza di Milano, che invece da parte sua potrà contare sui soldi (tanti) ricevuti con la licenza A. Al proposito, risulta quanto mai strano (ma non è poi così) l’atteggiamento della società milanese che in questa vicenda si è prontamente defilata, arroccandosi nel suo diritto di avere una licenza A sottoscritta prima che scoppiasse il pandemonio e quindi non soggetta al diktat di FIBA Europe, FIP e CONI. Ci sarebbe piaciuto se dalle parti della Madonnina qualcuno avesse preso la parola rivendicando per le altre tre società, come è stato per Proli e soci, la possibilità di scegliere per il meglio senza sottostare ad interessi politici che poco hanno a che fare con lo sport. Il problema è che Milano non poteva mettersi contro i suoi stessi interessi, non sportivi ma bensì economici, visto che Armani è sponsor ufficiale del CONI e le divise con il suo marchio in vista sfileranno con i nostri atleti a Rio De Janeiro la prossima estate in occasione dei Giochi Olimpici.

Dottor Trainotti, coach Trainotti, Gm Trainotti: definizioni tutte valide. Fonte: Ufficio Stampa Aquila Basket Trento

Trainotti, GM dell’Aquila Trento (Fonte: Ufficio Stampa Aquila Basket Trento)

Insomma da dove la si gira questa questione si finisce sempre a parlare di soldi, perchè in ballo ci sono tanti, troppi interessi ed è per questo che siamo convinti che ieri al CONI non si sia scritta l’ultima parola. Siamo certi che da qui al prossimo settembre, quando partiranno i nuovi tornei continentali, potrà succedere ancora tutto ed il contrario di tutto, senza dimenticare le denunce presentate alla Comunità Europea sia da ECA che da FIBA, e su cui la UE prima o poi dovrà pronunciarsi. E’ molto difficile che accada, ma restando al nostro orticello cosa succederebbe se per caso Trento, Sassari e Reggio Emilia non riuscissero a superare il primo turno dei playoff, restando così fuori dalle Coppe Europee? Non vorremmo bruciarci ma siamo pronti a mettere la mano sul fuoco che probabilmente torneranno a bussare alla porta di Bertomeu che li accoglierà a braccia aperte, con buona pace di FIP, CONI e FIBA Europe. Al prossimo giro per gli aggiornamenti.


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