Tony Cappellari (foto S. Paolella)

Tony Cappellari (foto S. Paolella)

Se Basket Magazine cresce vivace e conquista sempre più appassionati, la Legione di certo non si arrende. E torna con un contributo di Tony Cappellari che, reduce da un fine settimana di palla a spicchi, dice la sua su alcuni recenti sviluppi della direzione arbitrale.

Sono tuttora un appassionato di basket e mi piace andare a vedere le partite, così ho la possibilità di “spiegarla” ai miei vicini con l’autorità del mio passato. Questo weekend, in televisione e dal vivo, ho visto quattro partite, e ve lo assicuro: non mi sono annoiato, mi sono “incavolato” di brutto.

Ma andiamo per ordine: sabato sono andato a vedere Geas-Sanga, derby femminile che ripropone i Geas-Standa degli anni settanta. Bella partita, sì? Vedo dei sorrisini scettici… Ripeto: bella partita, e ve lo dice uno che alla pallacanestro ha dato, anche a quella femminile: ho allenato due anni a Vicenza (avevo in squadra Sandon, Gorlin, Guzzonato, Cattellan, e davamo ben quattro giocatrici alla Nazionale), ho avuto l’onore di essere vice di Benvenuti e – non ultimo – ho sposato una giocatrice.

Dicevo, bella partita, vi do un consiglio: andate a vedere il Geas, squadra giovane, che gioca un bel basket e ha una giocatrice, Cecilia Zandalasini, che non diventerà una Bocchi o una Pollini ma sicuramente ci andrà vicino.

Fatta la citazione, torniamo a noi. Come dicevo, mi sono incavolato di “brutto brutto”, perché non posso vedere belle partite continuamente spezzettate da arbitri che vogliono applicare alla lettera i regolamenti. Primo suggerimento: i regolamenti vanno interpretati, non applicati pedissequamente. Siete arbitri, non vigili urbani.

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