Legnano Basket Knights – Virtus Roma 76-75

Continua la favola del Legnano Basket, che in una partita intensa ma tutt’altro che brillante riesce ad avere la meglio sulla Virtus Roma nel finale, riuscendo così a mantenere la testa della classifica insieme a Biella, con cui si giocherà il primo posto in solitaria nello scontro diretto di domenica prossima.

Matteo Frassineti, killer nell'ultimo quarto (Foto: Tania Calini)

Matteo Frassineti, killer nell’ultimo quarto (Foto: Tania Calini)

Roma parte bene e, come dichiarato dal coach legnanese Mattia Ferrari a fine gara, imposta perfettamente la gara con una difesa molto aggressiva che soffoca l’attacco legnanese, non permettendogli di trovare la solita buona circolazione di palla per creare tiri aperti (lo 0/8 da tre all’intervallo non è un caso, così come il 5/23 alla fine). Legnano si affida quindi alle incursioni in area di Raivio e Martini, ma è la Virtus a prendere vantaggio, superando abbondantemente la doppia cifra di scarto e chiudendo il primo tempo sopra di 7 punti.
Nella ripresa Legnano accorcia subito a -4, ma una nuova spallata romana riporta avanti gli ospiti, complici anche i problemi di falli di Palermo e Ihedioha. A sorpresa, però, Legnano si risveglia, e lo fa proprio con l’arma che fino a quel momento non aveva funzionato: prima due triple di Maiocco e Martini per il -3 a fine terzo quarto, e poi tre in fila di Frassineti per il sorpasso e poi il +4 a 3.20 dal termine. Il finale è da thriller, con Landi che segna da tre con in faccia la mano del difensore (74-73), Frassineti che allunga a +3 dalla lunetta, Martini che batte Raffa in palleggio ma sbaglia la schiacciata e lo stesso Raffa che lo punisce dall’altra parte con il nuovo -1 (76-75). Nell’ultimo minuto succede di tutto: palla persa di Legnano, airball di Raffa, 0/2 ai liberi di Frassineti, Raffa che prova a pareggiare ma viene stoppato da Martini e, con tre secondi sul cronometro e rimessa dal fondo per Roma, Sandri che sbaglia da solo la tripla della vittoria.
Legnano vince una partita “brutta, sporca e cattiva”, confermando il suo incredibile momento di fiducia, ma l’applauso va anche a Roma, che di sicuro non avrebbe demeritato se il ferro avesse premiato l’ultimo tiro di Sandri.

Pagelle

Legnano

Navarini: 5,5. Il voto è una media tra il disastro del primo tempo e una seconda frazione in cui invece, tolti un paio di errori grossolani, ha mostrato carattere. Certo, sbagliare due layup in una sola partita, completamente libero, sarebbe da evitare…
Maiocco: 6. In attacco si prende molte meno responsabilità rispetto allo scorso anno, ma sa ancora quando è il momento di mettere la sua firma, come la tripla che nel terzo quarto sblocca i suoi compagni. Dà poi il solito contributo in difesa, aiutando a limitare John Brown.
Frassineti: 8. Nel primo tempo spara a salve dall’arco (0/4) ma riesce comunque a rendersi utile punendo la talvolta eccessiva pressione romana con efficaci tagli backdoor. Nella ripresa, però, sale davvero in cattedra, infilando tre triple in fila nel giro di pochi minuti (due addirittura in una ventina di secondi) per tagliare le gambe agli avversari. Certo, quei due liberi sbagliati nel finale avrebbero pesato non poco se il tiro di Sandri fosse entrato…
Palermo: 5,5. Capisce che non è serata al tiro e prova a trovare soluzioni alternative, ma i problemi di falli (alcuni a dir poco dubbi) di sicuro non lo aiutano a trovare continuità.

Matteo Martini, sempre più prezioso per coach Ferrari (Foto: Tania Calini)

Matteo Martini, sempre più prezioso per coach Ferrari (Foto: Tania Calini)

Martini: 7,5. Il suo ingresso in campo dà una scossa di energia ai suoi compagni e al pubblico. Attacca con decisione il ferro, trovando canestri e falli, e fa anche un ottimo lavoro in difesa nel finale contro il ben più rapido Raffa, stoppato a tre secondi dalla fine sul tiro della potenziale vittoria per Roma. Anche per lui però, come per Frassineti, rimane il macigno (scampato) della schiacciata sbagliata nel finale.
Ihedioha: 6. Buono a rimbalzo e in difesa su Brown, inesistente in attacco, dove segna la miseria di 2 punti con 1/5 al tiro. Anche lui, come Palermo, ha avuto problemi di falli, ma non possono giustificare pienamente una prestazione offensiva ben al di sotto della sufficienza.
Sacchettini: sv. Gioca poco più che un paio di minuti per far rifiatare Mosley.
Raivio: 8. Si prende sulle spalle l’attacco legnanese fin dal primo minuto, senza mai forzare (ma c’è ancora bisogno di dirlo?), leggendo perfettamente le situazioni e cercando di attaccare il ferro, piuttosto che accontentarsi di tirare da fuori, quando la difesa romana si sbilanciava a causa della troppa foga difensiva.
Mosley: 7,5. Doppia doppia da 11 punti con un solo errore al tiro e 10 rimbalzi, più 2 assist e una sonora stoppata, per ribadire, se ce ne fosse bisogno, che l’area pitturata del PalaBorsani è territorio suo.

Roma

Brown: 6,5. Non gioca una pessima partita, ma comunque segna la metà del suo fatturato medio, anche se parte del merito va alla difesa di Legnano. C’è di buono che non forza e si accontenta di trasformare in punti i pochi palloni giocabili che gli passano tra le mani (11 punti con 4/7 al tiro e 5 rimbalzi).

Anthony Raffa, il migliore della Virtus Roma (Foto: Tania Calini)

Anthony Raffa, il migliore della Virtus Roma (Foto: Tania Calini)

Raffa: 8. Genio e sregolatezza, si suol dire, ma nel suo caso piuttosto si dovrebbe parlare di gambe e sregolatezza. L’esplosività del playmaker americano è davvero notevole, così come la sua capacità di trovare il canestro (9/15 da due, 9 rimbalzi), anche se nel finale perde completamente la bussola, sbagliando tutto lo sbagliabile.
Benetti: 6,5. In campo per 15 solidi minuti, senza brillare ma svolgendo con diligenza il suo compito.
Piccolo: sv. Gioca solo una manciata di minuti.
Maresca: 4,5. Sei punti con 2/11 al tiro e 4 palle perse in 29 minuti: basterebbe questo per definire la sua partita, ma ci aggiungiamo anche diverse forzature e un fallo tecnico per proteste assolutamente evitabile.
Chessa: 6,5. La mano fatata l’ha sempre avuta, ma il suo talento oltre l’arco è limitato dalla maschera che è costretto a indossare per la frattura del naso e per i problemi di falli che lo tolgono molto presto dalla partita. Ne mette comunque 12 con 4/10 al tiro da tre.
Sandri: 6,5. Parte fortissimo con 8 punti nel primo tempo e la tripla che vale il +10 nel secondo quarto. Poi però sparisce completamente nella ripresa, e sbaglia anche il tiro – tutto sommato comodo – che avrebbe dato ai suoi la vittoria a fil di sirena.
Landi: 5,5. Con quel corpo e quelle mani, se avesse un minimo di “controllo” in più sarebbe da “piano superiore”, Invece, a una cosa buona ne fa seguire due prive di senso. Al di là del fatto che un lungo dai buoni movimenti in post basso che tira 7 volte da tre e 3 da due fa riflettere sulle modalità del suo utilizzo in campo, è analizzando le singole scelte che verrebbe da mangiarsi le mani. Per esempio, un paio di volte prende il rimbalzo offensivo, fa due palleggi in arretramento e spara una tripla senza alcun senso (mettendone una, tra l’altro). Insomma, anche in questo caso, genio e sregolatezza; ma se giocando così, tra l’altro in una serata non particolarmente brillante, fa 8 punti e 8 rimbalzi, cosa potrebbe diventare con un pizzico di assennatezza in più?
Vedovato: 5. “Trova” un canestro in 14 minuti e, per il resto, è un elemento ai limiti dell’invisibilità in campo.