FCL Contract Legnano – Tezenis Verona 66-72 (serie 0-2)

Totè che stoppa Raivio è un po’ il simbolo di gara 2 (Foto: Tania Calini)

Verona si guadagna il primo match point vincendo anche gara 2 a Legnano, in una partita molto diversa dalla prima ma con lo stesso filo conduttore: la Tezenis davanti e i Knights a inseguire faticosamente ma tenacemente. E anche se coach Ferrari ha le idee chiare a fine partita («Abbiamo perso per: a) meriti di Verona; b) non demeriti nostri; c) demeriti di qualcun altro di cui non sono solito parlar male, ma ora non dico altro perché sono molto arrabbiato»), la verità è più complessa e va al di là di qualche fischio dubbio, forse anche molto dubbio, ma che sicuramente non ha influito in maniera decisiva sul risultato, o almeno non in maniera così decisiva come il 2/27 da tre di Legnano. Anche in questo caso, meriti e demeriti vanno suddivisi: da una parte i padroni di casa sono apparsi scarichi, sia mentalmente che fisicamente, cosa di certo comprensibile visto che sono quasi due mesi che ruotano 6-7 giocatori al massimo; dall’altra, Dalmonte ha preparato la gara in modo magistrale, difendendo forte sul perimetro e sugli aiuti sul pick’n’roll per non permettere ai piccoli legnanesi di penetrare e scaricare per mettere in ritmo i tiratori, concedendo piuttosto qualche facile passaggio in area che, pur con un Mosley sontuoso, non ha fatto la differenza come le triple di Zanelli e Raivio in gara 1. In attacco sono così bastate le fiammate di Green, Jones e Amato per portare a casa una vittoria importantissima, che mette una serie ipoteca sull’approdo ai quarti di finale.

Pagelle

William Mosley, dominatore dell’area (Foto: Tania Calini)

Legnano

Tomasini: 5,5. Va un po’ meglio che in gara 1 (8 punti, 5 rimbalzi e 5 assist), ma lo 0/6 da tre, con molti tiri piedi per terra e con spazio, grida vendetta.
Zanelli: 6,5. Ci prova e ci riprova, riuscendoci più degli altri, anche se non va nemmeno lontanamente vicino all’exploit di gara 1, chiudendo con 14 punti, 4 assist e 1/8 da tre.
Maiocco: 6. Nulla da dire sull’impegno, la dedizione e lo spirito di sacrificio, nonché sulla sua importanza in campo come elemento d’equilibrio e d’esperienza, ma giocare senza la mano destra è quasi impossibile. Il capitano ci prova lo stesso, perché la squadra ha bisogno di lui, e riesce anche a segnare 4 punti in penetrazione sfruttando la comprensibilmente costante disattenzione della difesa avversaria nei suoi confronti; ma, d’altra parte, l’airball da tre nel finale è tanto inevitabile quanto pesante per le speranze di rimonta della sua squadra.
Toscano: 6,5. Con le unghie e con i denti arriva a segnare 12 punti (3/8 al tiro), ma la sensazione è che faccia davvero fatica a questo livello, specie in difesa, anche perché gioca spesso fuori ruolo.
Raivio: 4. Chi scrive è forse il suo maggior estimatore, ma questa gara 2 è forse la peggior prestazione di sempre dell’americano in maglia biancorossa. Al di là delle cifre, ben sotto le medie abituali ma non orrende (7 punti con 3/9 al tiro, 6 rimbalzi, 1 assist, 3 perse e nessun recupero), conta il fatto che è stato fuori dalla partita per tutti e 40 minuti, letteralmente un fantasma che vagava per il campo, senza energie mentali né fisiche: più volte ha provato a battere l’uomo in palleggio, ma non c’è mai riuscito, che fosse Greene o Udom. Le speranze di Legnano di ribaltare la serie sono quasi nulle, ma con un Raivio così si azzerano del tutto.
Mosley: 8,5. Indiscutibilmente il migliore: gli avversari gli lasciano spazio per concentrarsi sugli esterni, lui ringrazia e segna 17 punti e catturando 16 rimbalzi. Che non bastano, ma di certo non è colpa sua.
Pullazi: 5. Gli avversari lasciano spazio in area, appunto, ma lui nemmeno se ne accorge, perché staziona stabilmente sull’arco dei tre punti, sparando a salve, aspetto costante della sua stagione legnanese (0/5 stasera, 1,4/4,7 in media in campionato). Forse qualcuno dovrebbe ricordargli che è 203 cm per 100 kg, e che non si chiama Nowitzki.

Amato, cervello ma anche realizzatore di Verona (Foto: Tania Calini)

Verona

Greene: 7,5. Inizia forte come in gara 1, con due triple in fila, ma poi non sparisce nel nulla, anzi. Anche se vive un po’ di fiammate, e se con Amato in panchina tende a mettersi un po’ troppo in proprio, forzando e sbagliando, fa canestro quando conta e chiude con 18 punti, 5 rimbalzi e 4 assist, con il 50% al tiro.
Poletti: 5,5. Lontano parente del mattatore di gara 1, si sacrifica difensivamente ma in attacco non si vede proprio, anche perché i compagni lo cercano poco.
Jones: 7. Un pelino sotto gara 1, ma con Greene in partita è bastato così: 17 punti con 5/9 al tiro.
Amato: 7,5. Altra prova di grande spessore, forse meno prolifica della prima (15 punti con 3/6 da tre e 5 assist), ma non c’è dubbio che con lui in campo la squadra giri alla perfezione.
Palermo: 5. L’ex legnanese proprio non riesce a incidere; gioca più che in gara 1, ma è ancora a secco di punti, prende poche iniziative e in difesa è spesso nervoso.
Nwohuocha: sv. Assaggia il campo solo per un minuto.
Udom: 6,5. Tira male dall’arco (0/4), ma si fa sentire sotto canestro, con 10 punti segnati e 4 rimbalzi.
Ikangi: 6,5. Entra come stopper e svolge più che egregiamente il suo lavoro, segnando anche 4 punti dalla lunetta e prendendo 5 rimbalzi in 18 minuti.
Totè: 6,5. Sembra spesso un pesce fuor d’acqua, che però ogni tanto si risveglia, come in occasione della bella stoppata su Raivio e delle due triple (su altrettanti tentativi), di cui la seconda importante per frenare il primo tentativo di rimonta legnanese.