FCL Contract Legnano – Tezenis Verona 85-87

Mitchell Poletti, scatenato nel primo tempo (Foto: Tania Calini)

Verona espugna Legnano e fa sua gara 1, rischiando però di buttar via nel finale una partita che, sia all’intervallo che alla fine del terzo quarto, sembrava aspettasse solo il colpo del KO.
Ritmi alti e tanti canestri in avvio, con le due squadre che si rispondono colpo su colpo; un approccio che, comprensibilmente, piace poco a coach Mattia Ferrari: Legnano non ha la profondità e probabilmente neanche il talento per giocarsela a chi fa un canestro in più contro una squadra come Verona. Serve un impatto difensivo che metta i bastoni tra le ruote dell’ingranaggio offensivo avversario, che però, al contrario, gira come meglio non potrebbe, tanto che non sente nemmeno la mancanza dei punti di Greene, miglior realizzatore di squadra, non in serata, con Amato infallibile dall’arco (3/3 nel secondo quarto) e Poletti che proprio dall’arco ha trovato una nuova dimensione di gioco, sfruttando la lentezza di Mosley nel seguirlo oltre i sette metri. E quando non segnano loro, ci pensa Jamal Jones, anche lui con ottime percentuali. Legnano cerca di resistere con le unghie e con i denti, provando anche a svoltare le cose in difesa con l’ingresso di Maiocco dopo un mese e mezzo di assenza, il quale però, con la mano destra ancora praticamente inutilizzabile, in attacco viene battezzato più che volentieri dalla squadra di Dalmonte. Insomma, Verona chiude il primo tempo sul +9, ma l’impressione è che nella ripresa possa arrivare un comodo ventello.

Alessandro Zanelli, inarrestabile nel terzo quarto (Foto: Tania Calini)

Invece, un incredibile Zanelli tiene a galla praticamente da solo la squadra di casa; descrivere la sua prestazione a parole è difficile, e allora usiamo i numeri: 19 punti nel solo terzo periodo sui 22 di squadra, senza errori al tiro (2/2 da due e 5/5 da tre) e tutti praticamente di fila, perché dopo il canestro in apertura di Raivio ne arrivano 16 suoi, poi un libero di Maiocco e infine un’altra sua tripla per chiudere il quarto  sul -10.
Grazie alla sfuriata di Zanelli, Legnano tirerà 11/17 da tre nel secondo tempo (contro il 3/11 del primo), mentre Verona nel quarto periodo, dopo aver sbagliato qualche tiro aperto di troppo, va nel pallone più totale; le due cose fanno sì che i padroni di casa operino una rimonta a dir poco improbabile fino a pochi minuti prima.
Chi di triple ferisce, però, di triple perisce: è proprio Zanelli, a meno di 5 minuti dalla fine, a sbagliare il tiro del -4; è vero che Legnano arriva poi anche a -3 con Raivio, ma ormai mancano solo 90 secondi, anche se Verona ce la mette davvero tutta a buttare via questa partita, sbagliando con Greene i due liberi che avrebbero dato il +7 a pochi secondi dalla sirena. Toscano va in coast to coast per il -3, ma poi la mano di Udom non trema dalla lunetta e la tripla finale di Zanelli può solo mettere la ciliegina sulla torta alla sua prestazione individuale, ma non può andare oltre il -2 per la sua squadra, che ora ha due giorni di tempo per ritrovare energie fisiche e mentali per provare ad andare a Verona sull’1-1.

Pagelle

Solida prestazione per Nik Ravio, un po’ meno per Philip Greene (Foto: Tania Calini)

Legnano

Tomasini: 5,5. Paga lo scotto dell’esordio nei playoff con una prestazione opaca in attacco (5 punti, 1/6 al tiro) e spesso tentennante in difesa, ma ci mette impegno e serve comunque 6 assist.
Zanelli: 9. Prestazione mostruosa da 32 punti con 3/3 da due e 8/12 da tre, più 4 assist, con 19 punti praticamente di fila nel solo terzo quarto, quello in cui Legnano, se riesce a non affondare, lo deve esclusivamente a lui.
Roveda: sv. Assaggia solo il campo per un paio di minuti; un po’ timoroso (assai comprensibile), rifiuta un tiro comodo dal centro dell’area.
Maiocco: 5,5. Rientra dopo un mese e mezzo di assenza e per di più con la mano forte ancora fuori uso, e solo per questo gli andrebbe fatto un monumento. Ci prova, e con il consueto impegno, ma in attacco viene sempre lasciato libero e, nelle sue condizioni, è già buona che riesca a segnare due liberi. La sua presenza è fondamentale, ma sarà la scelta giusta lasciare in campo per 22 minuti un giocatore che non è fisicamente in grado di giocare con la palla in mano?
Toscano: 6. Fa un po’ fatica contro i pariruolo avversari, ma in attacco riesce comunque a eseguire il suo compitino.
Raivio: 7. Ingabbiato da una difesa molto fisica, parte forte, si spegne e poi si riaccende nell’ultimo quarto per la vana rimonta finale, servito alla perfezione da Zanelli. Chiude con 18 punti, tirando benissimo da tre (4/5) ma malissimo da due (3/12), con errori spesso da pochi centimetri dal canestro.
Mosley: 7. Per le cifre (16+13) e l’impatto fisico in area meriterebbe almeno mezzo voto in più, ma è lui a perdere costantemente Poletti nel primo quarto, con il lungo veronese a sparare da oltre l’arco.
Pullazi: 5. Non riesce a incidere in nessuna delle due metà campo; anche lui, come Tomasini, forse paga lo scotto dell’esordio in un playoff di questo livello.

Andrea Amato attivo anche in difesa (Foto: Tania Calini)

Verona

Dieng: sv. Solo un minuto in campo alla fine del secondo quarto.
Greene: 5. Non ingannino i 10 punti segnati: rimane fuori partita per tutti i 40 minuti (3/13 al tiro), con l’aggravante di incaponirsi nel cercare di fare canestro all’inizio del quarto periodo, contribuendo alla rimonta legnanese, rischiando il disastro con lo 0/2 dalla lunetta nei secondi finali.
Poletti: 8. Vero e proprio rebus per la difesa legnanese: se lo marca Mosley esce dall’arco e segna da tre, se lo prende Pullazi lo batte di fisico ed esperienza sotto canestro. Inoltre, dopo aver segnato 8 triple su 14 tentativi in tutta la sua stagione, stasera ha fatto 4/5 solo nei primi 25 minuti di partita, per 20 punti alla fine.
Jones: 7. Ottimo in attacco, prolifico senza forzare, per 30 minuti, poi nell’ultima frazione fa a gara con Greene a chi sbaglia di più (2/5 da due e 4/4 da tre nei primi 30 minuti, 0/2 e 0/3 negli ultimi 10).
Amato: 9. Non gioca un quarto mostruoso come Zanelli, ma ci va vicino e gioca bene per tutta la gara, segnando 22 punti con 4/4 da tre (tutti tiri difficili se non “ignoranti”) con 8 assist.
Palermo: 5,5. L’ex di giornata gioca poco e non incide granché, ma era difficile avendo davanti un Amato così.
Udom: 7. Si fa sentire in area e a rimbalzo e poi, dopo aver tirato 0/6 da tre in tutta la partita, ha la freddezza di segnare la tripla decisiva del +6 a 45 secondi dal termine, oltre ai due liberi che sigillano la vittoria a 4 secondi dalla sirena.
Ikangi: 6. Il suo compito è difendere forte facendo sentire il fisico, e lo fa discretamente.
Totè: 5. Sembra un po’ un pesce fuor d’acqua e gioca addirittura al di sotto delle sue medie stagionali, il che fa un po’ sorridere visto che nemmeno una settimana fa si è addirittura dichiarato eleggibile per il Draft NBA (oggi è l’1 maggio, quindi no, non è un pesce d’aprile…).