foto di Luca Mallamaci

Alvin Young (foto di Luca Mallamaci)

CODOGNO – Alvin Young “is back”, lunedì è (finalmente) sbarcato al “Campus” infilandosi per la seconda stagione la canottiera rossoblu e cominciare a dispensare pillole della notevole esperienza maturata in parecchie stagioni vissute al vertice della pallacanestro italiana. La guardia di Brooklyn, 39 anni il prossimo 12 novembre, è un punto fermo del roster di Andrea Zanchi che deve ancora recuperare Chiumenti e Donzelli. Anche per questo l’attesa per l’arrivo di Young, leggermente ritardata rispetto al previsto per “family matters”, questioni familiari, stava iniziando a diventare spasmodica.

Costretto ad annullare con grande dispiacere la partecipazione, come “guest star”, alla crociera organizzata a inizio luglio dalla Reyer Venezia, il giocatore statunitense ha passato gran parte dell’estate a casa, a New York, concedendosi qualche giorno di vacanza in Costa Rica. Lo aspettavano tutti dalle parti del “Campus”: grazie al cambio di rotta conciso con il suo arrivo, Alvin Young lo scorso anno è riuscito a conquistare la stima e l’affetto dell’intero ambiente lodigiano. Lui sa cosa serve per fare la A2 Gold. «È bello esserci, è un campionato pure importante ma molto impegnativo. Quest’anno credo sia ancora più fondamentale mettere il massimo dell’energia e dell’attenzione credendo in se stessi e nei compagni mentre si seguono le indicazioni del coach – sottolinea l’esterno rossoblu pronto a fare due tiri nonostante sia rimasto sveglio durante il lungo volo da New York -. In Gold ci sono ottimi giocatori, italiani e stranieri, il livello è decisamente differente rispetto alla Silver. Ci vorrà un periodo di rodaggio, durante il quale imparare rapidamente ogni aspetto della nuova realtà. È una grande sfida per tutti, sarà necessario aumentare il nostro livello di gioco adattandoci alla categoria. Il talento è un fattore che conta certamente, anche se sarà fondamentale fare la cosa giusta ogni giorno della stagione».

L’Assigeco si prepara ad affrontare la nuova avventura contando parecchio sull’abilità e maturità di Young: «Dovremo aiutarci tutti, con attenzione e determinazioneavverte il giocatore Usa -. La mia esperienza? Posso dare una mano, specialmente ai più giovani, ma allo stesso tempo i miei compagni dovranno aiutare me. La solidità del gruppo diventa fondamentale. Serve massimizzare le nostre abilità per seguire insieme il percorso tracciato dall’allenatore. Non vedo l’ora di cominciare. Pronto? Ho fatto qualcosa a casa ma mi ci vorranno un paio di settimane per mettermi alla pari degli altri. A Pavia (dove l’Assigeco gioca domani e venerdì per il “Memorial Edo Bianchi”, ndr) è forse un po’ troppo presto: non credo che riuscirò a essere in campo».

Luca Mallamaci/Il Cittadino di Lodi