Presentato alle ore 15 odierne, al PalaTricalle Sandro Leombroni di Chieti, coach Bartocci ha tenuto la sua prima conferenza stampa di questa sua seconda esperienza sulla panchina delle Furie, sulla quale torna a distanza di tre anni: “A Chieti mi sono trovato davvero bene,  è stato un dispiacere non essere rimasto ad allenare in questa piazza. Appena ne ho avuto l’occasione, dopo essermi sentito con Guido (Brandimarte, il vicepresidente delle Furie ndt), gli ho espressamente detto che se lui avesse voluto, mi sarei presentato immediatamente in Abruzzo”.
Sulla situazione del team di cui mi prenderò cura noto che, come tutte le squadre con un trend negativo, traspare un po’ di tristezza nei giocatori ma mi hanno dimostrato da subito la loro grande propensione all’agire. Il mio sarà un lavoro graduale, anche se il tempo a mia disposizione è tutt’altro che infinito, quindi necessito anche di risposte importanti da parte del mio roster. Cercherò sin da subito di entrare nella testa del gruppo, per stimolare le loro energie nervose e far cambiare atteggiamento e intensità in campo. Sicuramente quando si cambia un allenatore è perché ci sono cose che non vanno bene e il mio compito è quello di cercare di capire al più presto dove si dovrà intervenire e a cosa dare priorità per cambiare il trend della squadra. Una delle cose su cui si deve lavorare è sicuramente la difesa, ci si salva subendo un canestro in meno e non facendone uno in più. L’obiettivo primario è infatti quello di aumentare l’intensità difensiva. Ritengo comunque che quello che ho a disposizione sia un buon collettivo, sicuramente allenabile, senza persone difficili da gestire che possano portare negatività all’interno di un gruppo.  Non ho incontrato nessun giocatore del mio vecchio mandato ma ho già allenato Allegretti a Napoli, Fallucca a Barcellona e conosco già Sergio, in quanto mio compaesano. ”
Parlando di mercato, il tecnico afferma senza remore: “Prima di tutto voglio essere sicuro di dire a Guido se c’è qualche problema e soprattutto in che modo possiamo risolverlo. Bisogna inoltre trovare un giocatore che possa far aumentare il livello del nostro roster, perché comprare un giocatore solo per comprare non penso abbia senso. Italiani che possono stare in una categoria importante come questa, non ce ne sono o sono pochi e in tante società giocano giocatori quarantenni che spesso fanno ancora la differenza. In un mercato chiuso come questo, trovare la cura necessaria non è affatto semplice.”
Sul roster a propria disposizione, il coach aggiunge in seguito: “Penso che questa squadra sia stata strutturata con una raziocinio: due play italiani, una combo di americana vicina per ruoli, un centro di esperienza come Mortellaro ed un gruppo di italiani composto da giocatori validi come Sergio, che qui ha Chieti ha sempre fatto molto bene e Allegretti. Di sicuro è un gruppo di giocatori costruito con equilibrio, è ovvio che a volte qualcosa possa non andare, ma queste sono cose che scopri a posteriori. Per il mio credo tattico, gli americani devono essere un complemento degli italiani, non si può costruire un roster su giocatori americani, per allestire una squadra bisogna prima vedere quali italiani di qualità ci siano in giro e poi ci si occupa degli stranieri. I nostri due USA stanno avendo un ottimo rendimento ma ciò non prescinde però che anche da loro io non pretenda prestazioni ancora migliori di quanto non abbiano espresse fino ad adesso”.
Analizzando la parte tattica del proprio lavoro, aggiunge: “In questo sport ogni allenatore propone una diversa idea di gioco, io di certo cambierò alcune cose per provare a portare un’innovazione di qualche tipo ma non perché chi c’era prima avesse idee sbagliate ma semplicemente perché abbiamo modi diversi di vedere la pallacanestro. Spero che i miei dettami tattici possano essere utili per la squadra, vogliamo migliorare il nostro rendimento. Per concludere credo che l’allenatore bravo sia quello che è in grado di adeguarsi ai giocatori che ha, non possediamo un budget infinito e per il momento devo allenare i validi giocatori che abbiamo, cercando di farli rendere al meglio. Mi piacerebbe vedere una squadra che corre, pressa e dia ritmo ma è chiaro che non sempre si riesce a fare ciò che si vuole”.
Esprimendo infine un giudizio su questa serie A2, dichiara: “E’ chiaro che il nostro girone è difficile, forse anche più impegnativo di quello dell’Ovest. Dobbiamo proseguire senza pensare alle nostre avversarie, vogliamo essere artefici del nostro destino e per farlo dobbiamo combattere indipendentemente dalla squadra che abbiamo di fronte”.