Jesi – La Betulline e il suo pubblico trasformano i play-out in play-off e quarantotto ore dopo gara 1, all’Ubi Bpa Sport Center, il tempo sembra essersi fermato e per quaranta minuti si è respirata l’aria dei duelli con Reggio Emilia, Caserta, Sassari, Bologna.

Merito di una squadra, rinata, dopo gli innesti della coppia Corbett-Sorokas, con il contestuale cambio di panchina, merito della società, che ha saputo risvegliare l’orgoglio di un pubblico, sempre più tiepido e distaccato, in questi ultimi anni, praticamente dall’ultimo anno in cui Jesi disputava i play-off: certo, gli oltre 1.500 spettatori di stasera, non sono i 3.000 abbondanti di quei momenti, ma poco importa.

Jesi sta dimostrando di voler salvare un patrimonio di campionati, messo da parte nei venti anni consecutivi di serie A.

Onore però anche alla Paffoni, che dopo una gara 1 vissuta a corrente alternata, con i due americano sotto tono, è stata capace di alzare l’asticella, aumentando notevolmente fisicità ed energia, dimostrando di potersela ancora giocare: il problema è stato uno solo, la Betulline ha avuto la capacità di confermarsi, migliorando perfino.

Il risultato è stato evidente: la squadra di Cagnazzo, anche stavolta ha condotto per tutto il match e nelle occasioni in cui Omegna ha provato a rientrare, puntualmente ha ripreso in mano la partita.

Galloway, buona prestazione (foto G.Esposto)

Galloway, buona prestazione (foto G.Esposto)

Le ultime difese, quando la Paffoni ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, a 1’32” dalla sirena finale si era sul 74-77, sono state decisive e non sono stato frutto del caso e così la squadra di casa, per la prima volta in questa stagione, nei due match di play-out, raccoglie i frutti di una energia difensiva mai vista in precedenza.

Omegna esce comunque decisamente a testa alta da questo doppio impegno, con la consapevolezza che, è vero, Jesi avrà ben 3 match-ball, ma che se la può ancora giocare, ma, indubbiamente deve metterci del suo e conquistare quel pizzico di cinismo che le è mancato in entrambi i match, ogni volta che è stata a un passo dal riaprire la partita.

Ora si ricomincia da Castelletto Ticino, venerdì 6: tutta la pressione, a questo punto, è sulla squadra di Faina, ma Jesi farà bene a non cullarsi su quelli che ancora non sono veri allori.

Saranno play-out, saranno nell’immaginario play-off, la sostanza non cambia, fino all’ultimo secondo dell’ultimo match, che sia gara 3 o peggio gara 5, nulla sarà ancora deciso.

Un pubblico così non si vedeva da tempo (foto G.Esposto)

Un pubblico così non si vedeva da tempo (foto G.Esposto)

Starting five

Jesi: Battisti, Corbett, Paci, Santiangeli, Sorokas

Omegna: Zanelli, Marusic, Casella, Smith, Galloway

 

Dietro alla lavagna:

A un certo punto del terzo quarto, l’arbitro Cappello decide di ergersi a protagonista, in un match fatto di grande fisicità, ma di estrema correttezza: tra lo sconcerto generale decide di espellere Zanelli e Sorokas, venuti a contatto, in maniera futile sotto canestro.

In questo caso servirebbe più una paternale, che un provvedimento falsa-partita come questo: in realtà la paternale la riceve proprio Cappello dal collega Scrima, che lo fa recedere dalla discutibile decisione, sanzionando un doppio fallo antisportivo.

Figuraccia evitata solo parzialmente: così non va!

 

Se la matematica non è un’opinione:

Faina e Cagnazzo hanno sottolineato tre dati, che sono poi la sintesi della partita, il 44% complessivo nel tiro da 3 di Jesi, il pesante 0/12, sempre dall’arco, di Omegna al riposo, i 17 assist di Jesi, che testimoniano una grande qualità nel gioco offensivo della Betulline.

 

Coach to coach (ipse dixit)

Faina: ”La mia squadra ha iniziato la partita con ben altro atteggiamento rispetto a domenica scorsa, però abbiamo subito un’ondata terrificante di tiri da tre, che per la verità non ci aveva smontato, tanto che siamo rimasti in partita. Non siamo però riusciti a limitare Jesi, che è riuscita a giocare di corsa, come da fare. Devo fare i complimenti ai miei, perché hanno avuto la capacità di aprire la partita una prima volta e poi una seconda volta. I ragazzi hanno imparato che una partita non è persa fino alla fine, il difficile è stato compiere l’ultimo passo, quello più difficile. In quel momento servirebbe una difesa più forte, più sporca, senza lasciare agli avversari la possibilità di segnare quel canestro che gli fa riprendere in mano la partita”

Cagnazzo: “E’ stato molto bello vedere la squadra fermarsi a cantare e ballare insieme ai suoi tifosi, dopo la partita; nei cinque anni che ho passato qui a Jesi, questa cosa non era mai successa. Abbiamo lottato tutti insieme sin dall’inizio e abbiamo portato a casa una partita durissima. Sicuramente quelle percentuali nel tiro da tre ha condizionato a nostro favore la partita, però mi piace sottolineare la qualità di questi tiri, sono stati per lo più tiri aperti, ben costruiti. E anche quando nel terzo quarto siamo andati in sofferenza, per le loro difese sistematiche, per nostri problemi di falli e altre situazioni, abbiamo continuato a tirare con la stessa qualità. Lo testimoniano i 17 assist di squadra di tutto il match, che testimonia come abbiamo giocato tutti insieme, passandoci la palla.”

BETULLINE JESI-PAFFONI OMEGNA 83-77

21-18; 25-12; 16-24; 21-23

Arbitri: Galasso, Cappello, Scrima