Solita Tezenis, solito campionato insignificante, solita incapacità di vincere in trasferta e di raggiungere gli obiettivi fissati ad inizio stagione. Passano gli anni, cambiano gli interpreti, ma la musica è sempre la stessa: giocatori “di nome” che arrivano a Verona, poi qui falliscono puntualmente (inutile fare nomi, li abbiamo già fatti). Su 39 partite giocate in trasferta in tre stagioni e un quarto, la Tezenis ne ha vinte 10, cioè poco più del 20%, media perfettamente rispettata quest’anno (1 su 5). Domenica a Veroli, squadra mai in partita, inesistente nelle due metà campo se si accettuano gli ultimi 8 minuti: è la quinta sconfitta nelle ultime sei partite giocate. Non c’è mentalità, non c’è convinzione e in questo momento neppure gambe e testa. Occhi spenti da parte di tutti e, badate bene, non si tratta di “tagliare” giocatori o allenatori o dirigenti. Il problema è sconfiggere questo male oscuro che attanaglia la Scaligera Basket da quando è tornata in Legadue: è questo l’avversario imbattibile la società non è finora riuscita a sconfiggere.

«Non si tratta di questo – afferma Giorgio Pedrollo, responsabile dell’area tecnica – In questo momento ci manca l’apporto dei giocatori del quintetto, cioè di coloro su cui abbiamo fortemente puntato in estate». La situtazione della squadra è preoccupante in questo momento, soprattutto dal punto di vista mentale: «Lo so e crediamo di aver individuato il problema. Per quanto riguarda Smith ha avuto problemi di natura personale che si stanno risolvendo, per fortuna. In ogni caso, abbiamo fatto dei colloqui individuali con i giocatori e li abbiamo messi con le spalle al muro». Il coach non è a rischio? «In questo momento no, anzi si è detto disponibile a cambiare qualcosa, ad esempio ad utilizzare di più la zona: insomma si è dimostrato “elastico”. Poi, è chiaro, se dovessimo perdere in casa con Imola, sarebbe inevitabile il cambiamento». E sul mercato, state cercando qualcosa? «Un secondo play, se si rendesse libero qualcuno che fa al caso nostro. Noi abbiamo fiducia di Grande, ma quando entra in campo ci sembra che abbia troppa pressione addosso che crea un effetto boomerang». In conclusione? «Noi vogliamo tornare ad essere la grande squadra che eravamo in precampionato e nelle prime due giornate, cioè quelli che eravamo fino ad un mese fa. E’ una questione di rispetto verso la società, il pubblico che paga il biglietto e la città».

Andrea EtrariPedrollo Giorgio