Lorenzo Saccaggi, riuscirà a confermare l’ottima stagione scorsa?

Nino Buemi per www.barcellonabasket.net

Dopo aver analizzato i roster delle squadre candidate alla promozione, passiamo in rassegna gli organici delle possibili “outsider”. Esamineremo un nutrito gruppo di team ben costruiti che, con ogni probabilità, si daranno battaglia per accedere ai play off e potrebbero persino insidiare le prime cinque posizioni, ove qualcuna delle “big” dovesse incappare in una stagione deludente.

In ordine d’importanza, la prima di queste compagini è certamente Pistoia.
La squadra toscana ha un nucleo di italiani valido e ben assortito: ai confermati Galanda, Toppo e Saccaggi sono stati aggiunti un elemento futuribile (Borra) e due giocatori di spessore come Meini e Cortese che, infortuni permettendo, dovrebbero consentire a coach Moretti rotazioni più “lunghe” rispetto a quelle dell’anno scorso. I due americani, Hicks e Graves, rappresentano, paradossalmente, le due più grandi incognite del roster: il primo, ormai molto in avanti con gli anni, è reduce da un campionato a dir poco pessimo in terra siciliana, mentre il secondo è una guardia con potenzialità rilevanti, ha vissuto stagioni da protagonista in club prestigiosi come il Pau-Orthez ed il Galatasaray, ma è in cerca di riscatto dopo alcune annate connotate da alti e bassi (anche a causa di problemi fisici). Inoltre, sarà importante verificare come il giovane play Saccaggi risponderà al carico di responsabilità affidatogli da coach Moretti che, dopo una stagione positiva, ha deciso di “consegnargli” sin dall’inizio le “chiavi” della squadra.
Un team che si candida al ruolo di vera e propria “mina vagante” del torneo è Brescia.
Sebbene abbia cominciato ad operare sul mercato con un certo ritardo, la società lombarda ha allestito una squadra davvero molto interessante, che sarà guidata da un ottimo coach come Martelossi. Il reparto dei lunghi è, sulla carta, di notevole qualità, essendo composto da due giocatori di grande classe come Barlos (ex nazionale greco) e Brkic (ex Veroli), alle cui spalle potrebbe crescere e trovare spazio un giovanissimo prospetto (del quale si parla molto bene tra gli addetti ai lavori) come Eric Lombardi, a cui potrebbe aggiungersi Nika Metreveli, pivot georgiano in orbita Mens Sana Siena. Gli esterni americani, pur essendo abbastanza giovani, vantano già una buona esperienza in Europa: Giddens (ala piccola ex Nba, dotata di un gioco molto “fisico” sui due lati del campo) è reduce da una stagione convincente tra le file del Paok Salonicco, mentre Jenkins (guardia versatile e con tanti punti nelle mani) ha disputato campionati positivi in Belgio e Germania. I possibili punti interrogativi per Martelossi sono tre: 1) il fatto che la squadra è stata rivoluzionata rispetto alla stagione precedente, 2) l’affidamento del ruolo di playmaker titolare ad un giovane molto interessante ma tutto da scoprire come Fernandez(in prestito da Milano), senza affiancargli un’alternativa di esperienza, 3) la mancanza dentro l’area pitturata di un giocatore in grado di fare il cosiddetto “lavoro sporco” (né Barlos né Brkic sono, infatti, due “intimidatori” veri e propri).

Alberto Martellossi alla prima stagione a Brescia

Un altro team da play-off è, a nostro parere, la neo-promossa Ferentino.

La società ha messo a disposizione di coach Gramenzi un roster “lunghissimo” (il più “profondo” del campionato insieme a quello di Verona). Ai tre confermati Guarino, Carrizo e Pongetti è stato integrato un gruppo di italiani di alto profilo, impreziosito da elementi esperti come Gurini (ex Pistoia) e Righetti (decano del basket italiano). Ekperigin, nonostante la giovane età, è un buon pivot per la Legadue, sta disputando un ottimo precampionato ed ha già alle spalle una discreta esperienza europea (una breve parentesi in serie A a Biella ed una stagione nella massima serie spagnola, condita da qualche presenza in Eurocup). La principale incognita della compagine laziale è rappresentata dal fatto che è difficile preventivare il tipo d’impatto sul campionato della coppia americana; si tratta di due giocatori (El Amin e James) esordienti in Italia e piuttosto giovani. Entrambi sono, comunque, reduci da buone annate (rispettivamente in Ungheria ed Israele).

Giacomo Gurini. Colpo di esperienza insieme a Righetti per la neopromossa ambiziosa FMC

Passiamo adesso all’esame di Trieste, altra “matricola terribile”, dotata di uno starting five di altissimo livello ed allenata da un buon coach come Dalmasson.

Eccetto Mescheriakov, gli altri stranieri ingaggiati sul mercato sono di primissima fascia (Ariel Filloy, Jobey Thomas, Brandon Brown) e provengono tutti dalla serie superiore. Sulla carta, il punto debole del team triestino è rappresentato dai playmaker: Ruzzier e Carra, giocatori di indiscusso valore in DNA, potrebbero patire il salto di categoria. Ulteriori problemi potrebbero derivare dai pochi cambi a disposizione.

Un’altra squadra da tenere in considerazione in ottica play-off è Forlì, il cui roster annovera quest’anno tre potenziali “bocche di fuoco”: Roderick è un atleta che dà molte garanzie in fase realizzativa, Todic è uno dei lunghi con maggiore qualità tecnica del campionato, Musso è una guardia di grande talento (protagonista di una stagione straordinaria in DNA) ed in attesa della definitiva consacrazione nelle serie superiori. L’incognita maggiore (oltre all’età media troppo bassa e alla panchina “corta”) è costituita dall’asse play-pivot: Bo Spencer è un play americano molto giovane e va dunque testato in questo campionato, mentre Solopertoè un pivot abbastanza discontinuo, reduce peraltro da un campionato (in serie A ad Avellino) in cui ha giocato pochissimo. Se nel ruolo di centro fosse arrivato uno degli obiettivi iniziali (si parlava di Chiacig, Brian Sylvere, Di Giuliomaria), la compagine romagnola avrebbe avuto sicuramente un valore maggiore.

Roderick pronto a far sognare i tifosi forlivesi

Concludiamo la nostra rassegna con Jesi che, come ogni anno, è sempre un team da prendere con le molle. Le conferme di due elementi del calibro di Maggioli (pivot costantemente dominante in questo campionato) e Hoover, unitamente a quella di un prospetto interessante come Santiangeli, permette a coach Cioppi di avere uno “zoccolo duro” di sicuro affidamento. Dopo l’ottima esperienza vissuta con Mcconnel e Brooks, anche quest’anno sono stati ingaggiati, nei medesimi ruoli, due rookie americani potenzialmente molto forti: Sanders (play rapido, buon passatore, efficace anche a rimbalzo) e Griffin (ala forte dotata di straordinario atletismo). Come per coach Dalmasson a Trieste e per Dell’Agnello a Forlì, uno dei problemi di Cioppi è rappresentato dalle rotazioni abbastanza limitate. Inoltre, puntare su due esordienti americani, nonostante le buone referenze, comporta sempre un certo tasso di aleatorietà.

Ryan Hoover.al tiro. Insieme a Maggioli l’uomo di maggior carisma nello spogliatoio jesino