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IL TRIONFO DEL PIEMONTE – Una regione che in Italia vuol dire spesso e volentieri calcio, ma che nelle ultime due settimane ha fatto piazza pulita nel mondo del basket. Dopo l’Auxilium Torino a Firenze, a Jesi la doppietta della Paffoni Omegna e della Bertram Tortona, regalano al basket piemontese un clamoroso en-plein nelle tre coppe nazionali. Che non è un caso isolato, visto che a Jesi in semifinale c’era anche Biella mentre Casale, prima tra l’altro nel girone Ovest di Serie A2, era stata eliminata ai quarti venerdi sera. Tutto ciò senza dimenticare che settimana scorsa Amedeo Della Valle, anche lui piemontese di nascita, è stato tra i protagonisti del doppio successo della nostra Nazionale.

 

(credits Lega Nazionale Pallacanestro)

BERTRAM TORTONA – E’ stato un trionfo per la Bertram di Lorenzo Pansa, coach esordiente a questo livello che dopo aver guidato Tortona alle Final Eight con un ottimo girone di andata ha mostrato un gioco spumeggiante tanto da dominare, senza se e senza me, la tre giorni marchigiana. Mai, nella recente storia delle finali di Coppa Italia, si era assistito ad un tale dominio. Tortona ha viaggiato a quasi 92 punti di media, tenendo gli avversari a 67 punti; ha tirato con un complessivo 52% (con il 45% da 3 punti), tenendo gli avversari al 38% al tiro e, partita con Biella a parte, subendo praticamente nulla da 3 punti (28% concesso). Se Melvin Johnson e Paulius Sorokas (ormai consacrato a questo livello e pronto per uno step in alto) sono state le grandi conferme e certezze nel corso delle tre gare giocate, è stato soprattutto il supporting cast a impressionare, con la capacità di tutti di portare un mattoncino e di essere protagonisti a modo loro. Garri, stuzzicato dal confronto con Da Ros, Cittadini e Tessitori, ha dominato sotto i tabelloni contro Trieste e Biella, cancellando anche Grant dalla finale; Stefanelli e Quaglia si sono dimostrati giocatori solidi e di striscia a cui non si può lasciare troppo spazio sul perimetro; Alibegovic quel giocatore di rottura che serviva a Tortona; Spanghero ha dimostrato di sapersi mettere al servizio dei compagni (8 assist in finale) quando il tiro non lo supporta. Tortona esce da Jesi più forte ma adesso sarebbe un errore pensare di poter replicare questo show in campionato, ma è anche vero che la squadra piemontese adesso fa paura a molti e la volata finale ad Ovest per le prime posizioni si arricchisce di una sicura protagonista.

 

(credits Lega Nazionale Pallacanestro)

ORASI’ RAVENNA – Squadra, quella di Antimo Martino, scesa a Jesi in seguito a partite deludenti e varie sconfitte che avevano fatto storcere il naso alla piazza ma sopratutto alla società che pubblicamente aveva dichiarato di restare vigile sul mercato per non perdere l’obbiettivo playoff. Masciadri e compagni hanno prima avuto la meglio su Casale, prima del girone Ovest, e poi hanno mandato a casa la temibile corazzata Fortitudo Bologna dopo un match sempre avanti nel punteggio. Giachetti e Rice superbi, ma anche la crescita di Sgorbati, sono state le chiavi e poco importa se in finale le energie mentali e fisiche erano ai minimi termini. Ancora una volta Ravenna ha dimostrato di essere una squadra quadrata e con grandi potenzialità e se coach Martino riuscirà a recuperare energie fisiche e nervose, l’obiettivo playoff é sicuramente alla portata, così come un piazzamento di prestigio.

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L’ORGANIZZAZIONELa pazienza e la gentilezza di tutto lo staff e degli organizzatori è stata davvero encomiabile, anche se la mancanza di scout nella giornata di venerdi (arrivati solo nel corso della seconda semifinale di sabato) non è stato proprio un bel biglietto da visita, così come la mancanza della rete Wi-Fi in sala stampa. Ma aldilà di questi piccoli inconvenienti, si è proprio sicuri che è stato fatto il massimo? Le edizioni di Rimini sono lontane anni luce da quella andata in onda in questi giorni. Le cattive condizioni atmosferiche e le votazioni non hanno di certo aiutato l’affluenza di pubblico ma a prescindere dallo scarso numero di spettatori (complice anche la prematura eliminazione della Effe) sono latitati eventi collaterali, capaci anche di dare la giusta visibilità a tutte e otto le formazioni giunte a questa prestigiosa competizione. Senza dimenticare che per la prima volta si sono separate le semifinali di A2 e B, perdendo l’opportunità di avere un Basket-Day come nelle altre edizioni. Se questa doveva essere una vetrina di lancio, i team non hanno avuto a propria disposizione neanche uno stand in cui promuovere loro stessi, i loro territori e i loro sponsor (che perché no, visto il livello e il prestigio della competizione, sarebbero anche potuti aumentare, concedendo maggiori introiti alle società). Lo spettacolo sul parquet non è di certo mancato ma per rendere più appetibile questo evento la strada è ancora lunga, bisogna solo avere il coraggio di percorrerla.

 

(credits Lega Nazionale Pallacanestro)

LE DELUSEMolto male le squadre del Nord-Est Trieste ed Udine che sognavano un derby in semifinale, con i tifosi pronti ad invadere Jesi, ed invece entrambe hanno passato il weekend lontano dalle Marche. La formazione allenata da Dalmasson si presenta al PalaTriccoli solo fisicamente, completamente schiantata da quella che diventerà proprio la regina di Coppa acutizzando tutti gli attuali dilemmi del roster giuliano. Non da meno il team del Presidente Pedone che subisce la verve di Ferguson steccando una manifestazione importante ove poteva dimostrare di aver sterzato la stagione dopo l’arrivo di Bushati da Brescia. Non si salvano neanche le altre due favorite, Casale e Bologna, anche se la Effe va fuori, seppur con poche attenuanti, in semifinale. La Junior Casale é pericolosamente in difficoltà ed alla terza sconfitta (contando anche il campionato) consecutiva. Martinoni e compagni giocano sin troppo “molli” contro l’OraSì Ravenna subendo troppo dall’esperienza di Giachetti (7 falli subiti, 7 rimbalzi e 7/7 ai liberi) nonostante un inizio di partita assolutamente incoraggiante. Infine la Fortitudo che, aldilà delle frasi di circostanza di Boniciolli, aveva a Jesi un unico obiettivo e lo ha fallito, soprattutto dopo i risultati a sorpresa di venerdi che le avevano spianato la strada. L’assenza di Mancinelli si è senza dubbio fatta sentire, ma un roster profondo ed esperto come quello di Boniciolli avrebbe dovuto mostrare altra sostanza. Ovviamente per tutte e tre le squadre sarà fondamentale rituffarsi subito in campionato e guardare il bicchiere mezzo pieno: a parte la Virtus Bologna lo scorso anno, storicamente la Coppa Italia è stata sempre fallimentare per chi a fine anno ha festeggiato la promozione.

(a cura di Fabrizio Quattrini, Federico Ionata e Alessandro Salvini)


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