A pochi giorni dalla quasi impresa di Barcellona, che sottolineava ancora una volta, il grande equilibrio di questa Legadue 2012/2013 alle sue prime battute, il Nuovo Napoli Basket cammina, pur tra mille difficoltà. Perchè in questa corsa verso la “salvezza in tutti sensi” che lascia senza fiato, ogni giorno è importante, in campo e fuori, e nel tam tam di decisioni, sorprese, novità e smentite di queste ore, c’è già alle porte una prossima fermata sul parquet Domani infatti è tempo di secondo impegno casalingo, e del secondo step di quel ciclo terribile che con Trento e Bologna ci daranno la vera misura degli obiettivi NNB, ancora in forse tra quello che si dice e cosa poi si fa sul parquet.
Al varco di Fuorigrotta c’è la Imola del giovane ma già navigato Federico Fucà. E sarà stavolta un vero e proprio scontro diretto, in piena regola, inedito per gli uomini di Bartocci, da un certo punto di vista.
Perché se fino ad oggi gli azzurri hanno giocato col cuore, ma senza neanche la pressione di chi può ritenersi favorito in partenza, vuoi per numeri, vuoi per la nomea diffusa di chi gioca, domenica sarà tutto diverso. Perchè non sarà facile scendere in campo con il peso di portare a casa i due punti, punti che soprattutto con lo scippo di venerdì scorso sarebbero importantissimi da acciuffare.E tanto più se a perderli sarà l’Andrea Costa: anche lei a quota zero, anche lei reduce da un’estate intensissima e un mercato con tanti colpi di scena, anche lei in arrivo da una prova intensa, contro una possibile grande di questa Legadue senza regine (Veroli), ma opaca, molto opaca nei momenti chiave. Il tutto nonostante il grande colore e la partecipazione quasi unica del pubblico del PalaRuggi, che ha gremito tutti e 2000 posti dell’impianto nuovo di zecca, riaperto dopo 14 anni di esilio a Faenza: altra coincidenza, per inciso, quella delle lunghe attese per tornare nella propria, vera casa.
Nel frattempo, come dicevamo, si era tornati al lavoro: senza punti, portando a casa un provvedimento della Giudicante negativo ma anche atteso sul caso Ricci, dove è stato più l’orgoglio a pesare rispetto ai fatti, ma anche con grande, grandissima fiducia.
E’ vero, non si era fatto risultato, ma Verona, oggi a duellare per la vetta con Pistoia, era stata battuta, e la Sigma aveva sudato freddo con Clemente e co., fino alla fine. Il quintetto nel frattempo ha continuato a confermare (e superare) le attese, con un bel mix ormai consolidato, fatto di talento, un pizzico di follia e tanta disciplina tattica. Proprio per questo, camminando camminando, era chiaro che all’indomani dell’affaire Ricci le rotazioni a sei+Loncarevic non sarebbero state sostenibili. E nel momento in cui all’assenza di Zacchetti si è aggiunto questo ripudio amaro e forzato, il team mercato della NNB si era dato tempi molto stretti, anzi strettissimi per allungare un roster che comincia a farsi interessante.
E il primo passo era stato l’ingaggio di Nika Metreveli, con buona pace di tanti. O meglio sarebbe dovuto esserlo, vista l’ulteriore grana con cui ieri pomeriggio, quasi come un fulmine a ciel “quasi” sereno, il suo nome non compare nella lista dei tesserati a contratto depositato. Distrazioni interne alla società? Presunti complotti? Qualcosa di altro e di più grave? C’è un pò di rassegnazione, e anche di stanchezza, nel dover provare ad esaminare tutte queste piste: di certo sappiamo che solo il tempo è galantuomo, e neanche troppo tardi, ci dirà se c’è una ragione piuttosto che un’altra a monte di questi intoppi. Senz’altro il confronto di domani risentirà di quest’altra picconatina, sia per le rotazioni in sè (che col georgiano avrebbero avuto una svolta interessante), sia per le buone sensazioni che comunque ci sono sempre stato questo gruppo, apparso sempre compatto, granitico: anche qui l’obiettivo è chiaro, e cioé esserlo ancora, comunque, in attesa degli eventi.
Nel frattempo c’è un campo da onorare, e come fino ad oggi è stato fatto da questo gruppo straordinario. Anche perchè questa sfida, che doveva essere di debutti, ma che per chi è di Napoli riporta anche alle sfide degli anni’90 contro Serapide e Partenope, sarà fatta soprattutto di duelli: da Clemente vs DJ Gay a Hubalek contro Zagorac, senza dimenticare l’esperienza di Valenti e Maestrello contro Allegretti. E poi la linea verde tutta italiana di Chillo e Turel (grande investimento del sodalizio emiliano, con attese particolare per il combattivo 4 ex SG Fortitudo ), di contro al carattere del buon Ceron: osservatissime nella galassia delle nazionali giovanili, sono le possibili armi in più.
Entriamo quindi più nel vivo dell’avversario, e se di Aget bisogna parlare, senza troppi calenducoli, diciamo subito che c’è voglia di vincere, con tanta tanta rabbia da smalitre. Un rabbia probabilmente accumulata tra un ottavo lottato ma perso con Pistoia e lo stop casalingo con Veroli, e che ha un segno, forse anche riflesso della trans agonistica, e di attriti personali, ma chiaro, limpido. Quello dell’amichevole sospesa sul 5-2 nel quarto quarto contro Forlì, l’altro ieri. Così un test che si voleva per rodare in serenità l’impegno di campionato, si trasforma in assurda bagarre per pochi spettatori inorriditi. Sul parquet del Ruggi si consumano le schermaglie ripetute tra Foiera e Todic, e dopo le parole cominciano a volare i fatti, anzi i colpi, con la reazione del lungo slavo che chiamato un fallo a suo carico, da una spallonata all’ “amico” e fa iniziare il parapiglia. Nel mucchio prrotagonista anche il nostro Musso, che sferra un colpo a Masoni, e si conferma quel giocatore umorale che abbiamo spesso conosciuto sul parquet napoletano, soprattutto nei pochi, ma campali momenti no della scorsa stagione. Quindi tutto sospeso, e tutti a casa.
Certo, episodi legati al match, si potrà dire. Roba da trans agonisitica che sul parquet nasce e lì finisce. Ma traendone il succo, conferma lo spirito di una squadra che non ci sta a restare nel pantano a quota zero.
Una squadra che ha dato prova di buoni qualità tecniche generali fin d’ora, accompagnate però da una fisicità non proprio ai massimi, e che compromette sempre la buona riuscita della partita, specialmente al photofinish quando, in poche parole, bisogna “averne di più”: già dalla Coppa Italia contro Pistoia tutto questo è sembrato evidente.
Dando quindi uno sguardo al roster, che contiene un forte nucleo di ex ferraresi, è stato rivisto e corretto soprattutto tra gli esterni,
Eppure al momento la situazione non sembra essere certo preoccupante, grazie all’ottima sorpresa DJ Gay: ex San Diego State, semifinalista in Slovenia lo scorso anno, ha fatto segnare sul suo tabellino personale ben 24 punti contro i ciociari. Buon difensore, atletisimo in crescita, taglia bene le linee di passaggio e pressa che è un piacere sul portatore di palla; in quanto ad attaccare, si è irrobustito molto negli ultimi anni e può fiutare il rimbalzo offensivo, sa correre e lanciare bene la squadra, con una gran bella visione di gioco: già 13 gli assist per lui in 2 partite, e un 56% al tiro che, salvo Marigney, ne fanno il pericolo n.1.
Grande attenzione poi all’ ex Cremona Rudy Valenti, fresco di promozione con la Reggiana, e a Sasa Zagorac, prodotto delle giovanili dell’Olimpia Lubiana, visto a Teramo lo scorso anno prima di dirottare a Clavijo, in LEB argento, accanto a Shane Lawal. Esperti (32 anni il primo, 28 il secondo), più ala l’uno, più 4/5 l’altro, offrono il meglio del loro repertorio nel tagliafuori, come nel sottocanestro e dintorni. Valenti è il classico giocatore utile e difensore eccellente, anche nei mis-match, e pur non essendo tiratore nel DNA vanta buone cifre nell’ultima annata; colpisce invece di Zagorac la grande insistenza dall’arco, inconsueta per un giocatore molto più adatto al gioco in vernice: magari una zona potrebbe invitarlo a sbagliare ancora. Oppure a innescarlo, chissà.
Sempre occhio poi alla front-line, completata con due volponi come Matteo Maestrello e Fabio Zanelli, già compagni a Ferrara, entrambi legati ad una lunghissima trafila tutta spesa tra A1 e A2.
Il primo al momento non sembra aver ingranato al meglio la sua ottava stagione in categoria: solo 8 punti contro la Prima, 3/9 dal campo in 30′, con l’arrivo di Marginey dovrebbe rientrare nei ranghi, tornando a fare quello che spesso gli è stato chiesto: fare il giocatore d’impatto, segnare punti concreti dalla panchina e tirare bene, con selezione. Già ad Imola, ma con la rivale Virtus tra il 2002 e il 2004 in B1, lo scuola Benetton ne sa parecchio, visto che in Legadue milita intninterrottamente dal 2005, eccetto una stagione trascorsa a Matera: Bologna Virtus (con cui centra la promozione), Novara, poi Ferrara, Reggio Emilia, Venezia e Brindisi, ultime due tappre dove colleziona in secondo e il terzo sigillo in cadetteria.

 

Su Zanelli, invece, tanto da dire sul suo passato, fatto di stagioni luminose a Rimini, Pesaro,Roma (in A1), ma anche Trapani, Rieti, Avellino e soprattutto il Club, dove resta un minuto per i suoi ex tifosi. Poco però se si considera la sfortunata stagione a Capo d’Orlando (dove si è spesso dovuto improvvisare play), che accanto alla mancata salvezza con San Severo, di due anni fa, rendono il cesenate voglioso di riscatto: lo stesso di una formazione che vorrebbe tornare ai fasti dei primissimi anni 2000, e per la quale può ancora dare tanti minuti.
Infine, per dirla alla Pirandello, i vecchi e i giovani. Partendo dal grande capitano Charlie Foiera. 37 anni di sostanza, è l’ unica vera memoria storica dei vecchi confronti con la Jcoplastic di Corvo, Masper e Di Lorenzo, perchè già qui tra il ’95 e il ’99 in A2. Poi due anni in Serie A e tanta Legadue, soprattutto con la Ferrara di Valli. Ma se è vero che il primo amore non si scorda, gli anni di purgatorio trascorsi tra Livorno, Veroli e Rimini servono a far riscattare il colpo di fulmine, nello scorso gennaio. Oggi il suo ruolo è quello del saggio da 20′ in campo, ma la doppia cifra è ancora nelle sue corde (vedi Coppa e alla prima contro Trieste).
Altra vecchia conoscenza Filippo Masoni: vivaio reggiano, già a Rieti e Pistoia, oggi alle soglie dei trent’anni, un grande difensore. E che lasciata Ferrara, con cui tra il 2006 e il 2008 ha raggiunto il picco della carriera, un legame che non si spegne, da ormai cinque anni, quello con la causa bianco-rossa: fatto di sacrifici e salvezze che ancorao oggi lo rendono un grande collante per lo spogliatoio.
Dove avesso il mattatore sarà, probabilmente, Paul Marigney: cannoniere e attaccante puro, soprattutto in uno contro uno e meno al tiro (dove spesso può steccare), è sembrato da subito il tipo giusto sostituire Trent Whiting nel ruolo di totem dell’Andrea Costa, che ha colto la palla al balzo. La sua estate? Da montagne russe, in cui scaricato in extremis da Pesaro, per la prima vera occasione in Serie A, trova quello che sarà probabilmente un rifugio a tempo nel pieno della presunta bagarre contrattuale con Scafati, che non mollerà. Domenica scorsa è stato costretto alla tribuna per un errore burocratico circa il suo bonifico. Superati i cavilli però, ora sembra essere tutto pronto per il suo esordio di domenica con la maglia biancorossa numero 40: lo stesso che ha utilizzato durante gli anni della Ncaa a St.Mary’s e della High School, quando chiudeva il campionato a 40 punti di media e si sprecavano nella WCC Conference le occasioni in cui era chiamato 40P. Certo resta il dubbio di chi lo debba pagare il buyout, ma l’Andrea Costa a tutto questo penserà più avanti.
P

er ora Lester è pronto a giocare, e Napoli lo aspetta. Sospesa tra sogni legittimi e una difficile realtà.