Nando Gentile, coach Prima Veroli

VEROLI – E’ la vigilia delle vigilie in casa Prima. Anche se dai toni assai meno entusiasmanti, a distanza di tre stagioni per la squadra giallorossa si ripresenta il brivido di giocarsi una vera e propria finale agli sgoccioli della regular season della Legadue. Le similitudini con la prima volta sono parecchie. Pure stavolta si gioca in trasferta, nel profondo Nord, contro una nobile decaduta della pallacanestro italiana, e anche nel nome dell’avversaria c’è una certa assonanza lessicale, cominciando sempre per V ed essendo composto sempre da sei lettere.

 

C’è una differenza sostanziale, però: nella gara dell’ultima giornata della stagione 2008-09 la splendida Prima di Trinchieri si giocava a Varese la promozione diretta in Serie A, in quella del penultimo turno di domani la deludente Prima di Gentile si gioca a Verona – peraltro è soltanto la prima di due tappe – un più semplice ingresso ai playoff, obiettivo che in estate non veniva nemmeno posto dalla società aspirando alla salita nel massimo campionato già attraverso la fase regolare.

 

La speranza è che al PalaOlimpia finisca almeno in modo opposto a come finì al PalaMasnago. La possibilità esiste, la Tezenis di Alberto Martelossi, sebbene in vantaggio 2-1 negli scontri diretti stagionali, è avversaria ampiamente alla portata di Jackson e compagni, anche a casa sua. Dentro lo staff tecnico giallorosso c’è una corrente di pensiero agli antipodi sull’effettivo “fattore campo” del PalaOlimpia, il capoallenatore Gentile parla di impianto poco caldo, il vice Maffezzoli, che a Verona c’è nato e ci vive, avverte invece sui pericoli del calore dell’impianto scaligero, che peraltro negli anni ’90 era abituato a ospitare la propria squadra in sfide di alto livello di coppe europee.

 

Al riguardo, l’unico dato reale su cui ragionare è che Porta e compagni hanno un ruolino interno abbastanza invidiabile, con 10 vittorie in 13 partite hanno fatto meglio soltanto le potenze Reggio Emilia, Scafati e Pistoia, tutte squadre che in Veneto sono cadute insieme alle altre due, Brindisi e Barcellona, che compongono il quintetto che si è staccato ai vertici della classifica. Veroli, di contro, su 13 trasferte ne ha vinte appena 4, due delle quali peraltro in condizioni particolarmente favorevoli, alla prima giornata di campionato contro una Sant’Antimo che giocava ancora sul campo “neutro” di Pozzuoli e più di recente a Forlì contro una MarcoPoloShop.it che si era presentata alla sfida con un roster che più d’emergenza non si poteva. Insomma, se bisogna dare retta a questi numeri, la partita della vita di domani ha una favorita chiara. Ma questi sono match che si giocano assai poco coi numeri e col passato e pure poco con la tecnica e la tattica, ma molto col cuore, col coraggio e col sacrificio: in una parola sola, coi famosi attributi. Dopo tanti tentennamenti, sta giungendo l’ora di mostrarli. Adesso o mai piú. Almeno per questo gruppo di giocatori.
                    

Paolo De Persis