Tommaso Marino (foto di Danilo Scaccabarossi)

Non si può certo dire che la stagione della Remer Treviglio stia scorrendo via facile. Neanche i più pessimisti tra i tifosi in estate (e ce ne sono tanti che ogni anno intonano il De Profundis alla presentazione della squadra…) potevano immaginare un percorso del genere ed una classifica che a Natale recita solo 4 vittorie e ben 9 sconfitte. In tempo di social network in tanti hanno trovato motivi per spiegare il momento di crisi della Blu Basket, e molti hanno indicato in Tommaso Marino uno di questi motivi. Qualcuno lo ha addirittura definito “sul viale del tramonto”. Non avendo riscontrato sul campo questa “crisi” nel playmaker senese, abbiamo voluto andare a fondo partendo dalle nostre sensazioni visive per poi analizzare i numeri. Che nel basket non sono tutto ma spesso aiutano a comprendere meglio certe dinamiche. Il problema è che a volte i numeri dicono tutt’altro. Oppure no?

Marino al tiro (foto di Danilo Scaccabarossi)

TOMMASO MARINO: COSA VEDIAMO IN CAMPO – Il playmaker senese è un giocatore che a Treviglio segmenta, inutile nasconderlo. C’è chi lo ama a prescindere, ma anche chi lo critica a prescindere. Chi scrive ha conosciuto Marino tanti anni fa quando il play senese giocava ancora nelle giovanili della Mens Sana e lo considera un ottimo giocatore, perché Marino è un playmaker vecchio stampo di quelli che sanno far giocare la squadra, che vive per l’assist al compagno ma che quando la situazione lo richiede sa anche crearsi un tiro dal palleggio oppure attaccare il ferro. Ovviamente il suo modo di giocare è evoluto nel corso degli anni, vuoi per alcuni infortuni vuoi per l’età che inizia ad avanzare e che gli ha fatto perdere un minimo di esplosività soprattutto nel 1 vs 1. Marino è sempre stato un giocatore che “annusa” la gara, lui “sente” il momento, quello in cui un tiro da tre, un assist oppure un canestro in transizione può cambiare la partita, e queste cose le ha sempre fatte, a volte con risultati positivi, a volte no. Spesso ha guidato Treviglio al successo con queste sue “visioni”, altre volte le partite sono girate al contrario. Bene, in questa stagione Marino sta limitando notevolmente questi “momenti” ed il motivo (secondo noi, ovviamente) sta tutto nella sua grande intelligenza cestistica. Marino ha capito che la squadra sta soffrendo e fatica a trovare certezze sia in attacco che in difesa, così è entrato in modalità “Al servizio della squadra” provando sempre a mettere in ritmo i compagni, cercando quasi sempre la miglior soluzione offensiva possibile. Sul pick&roll Marino quasi non guarda il canestro ma cerca in modo quasi compulsivo l’assist per il bloccante, così come in penetrazione cerca spesso lo scarico per i compagni che si aprono in angolo. In difesa il suo lavoro resta come sempre eccellente, soprattutto quando Treviglio gioca a zona e la sua velocità nel giocare sulle linee di passaggio genera spesso un recupero.

 

(credits Blu Basket Treviglio)

Marino contro Trieste durante i playoff della scorsa stagione (foto di Danilo Scaccabarossi)

TOMMASO MARINO: LE SUE STATISTICHE – Questo nuovo modo di giocare ha una diretta conseguenza anche sulle sue statistiche. E per togliere subito tutti i dubbi vi sveliamo un segreto. Considerando solo le stagioni di Serie A2, quindi inclusa quella Silver del 2014/15, Tommaso Marino sta giocando, numericamente parlando, la miglior stagione in maglia Blu Basket! Segna 11 punti in meno di 30 minuti sul campo (minutaggio più basso nei campionati considerati), tira con il 47%, prendendo però solo 4 tiri a partita e sta tirando con il 38% da 3 punti, con quasi 5 tentativi a partita, la percentuale più alta della sua carriera con il numero di tentativi più basso. Una percentuale che Marino aveva avuto solo nella stagione 2013/14 quando però i tentativi a partita erano 7. Ma sono altri i dati interessanti. Prima fra tutte la True Shooting Percentage, che misura l’efficienza nel tiro e tiene conto sia dei tiri da 2 che di quelli da 3. Marino in queste prime 13 gare sta tirando con il 57.5% un dato secondo, di poco, solo a quello dello scorso anno quando però prendeva 3 tiri in più a partita giocando 4 minuti in più. Andando oltre il tiro ecco che si scopre la cosa più sorprendente (soprattutto per quelli che criticano la gestione della palla di Marino). Il play senese sta viaggiano ad oltre 6 assist a partita, con 2 sole palle perse. Inutile aggiungere che entrambe le voci statistiche sono career high per il giocatore (escludendo ovviamente le stagioni in cui il suo minutaggio era inferiore ai 10 minuti). La sua valutazione complessiva, infine, è in linea con le sue stagione trevigliesi, soprattutto se rapportata ai 40 minuti di utilizzo. Una stagione che definiremmo da “risolutore”, perché Marino sta cercando in tutti i modi di risolvere i problemi della squadra aiutandola con il suo modo di giocare, motivo per il quale è anche spesso il giocatore con il plus/minus migliore, sintomo che Vertemati non può farlo riposare a cuor leggero.

Bryce Douvier (foto di Danilo Scaccabarossi)

BLU BASKET: IL PARADOSSO – E’ evidente il paradosso di una squadra che fatica a trovare la quadra se paragonata al suo playmaker titolare che sta producendo la sua miglior stagione in carriera, tra l’altro con numeri che vanno a facilitare il lavoro alla squadra. Il paradosso è presto svelato. Nonostante una partenza complicata, oggi i problemi di Treviglio sono soprattutto di natura difensiva. Cosa abbastanza banale se si guarda alle ultime due sconfitte ma che affiora in modo sensibile quando si vanno a guardare le cifre complessive e le si confronta con quelle delle ultime stagioni. Solo lo scorso anno Treviglio aveva, offensivamente, statistiche migliori. Oggi la Remer segna 79.5 punti a partita, tirando con il 52% da 2 ed il 37% da 3 (solo Tortona e Trapani tirano meglio), che è la percentuale migliore delle ultime 4 stagioni con circa 26 tentativi a partita, più o meno in linea con le stagioni precedenti. Gli assist sono 17.8 a partita (solo Latina ne smazza di più) dato migliore nelle stagioni considerate, anche se la Remer perde molti più palloni (13.2) però sembra lavorare bene in difesa con quasi 6.5 recuperi a partita, il dato migliore degli ultimi 4 anni. Che stride clamorosamente con quelle che sono le voci statistiche difensive. Treviglio subisce mediamente 85.1 punti a partita, solo Latina e Roseto fanno peggio; concede agli avversari una valutazione complessiva di 98 (la peggiore di tutta la Serie A2); concede il 55% da 2 punti ed il 37% da 3 punti, che pongono Treviglio tra le peggiori ad Ovest in entrambe le voci statistiche.

 

(credits Viola Basket Reggio Calabria)

Andrea Mezzanotte sta beneficiando dei nuovi assetti tattici della Remer (foto di Danilo Scaccabarossi)

BLU BASKET: I MOTIVI DI UNA CRISI – Molti in questi primi due mesi e mezzo di campionato hanno puntato spesso il dito contro Alan Voskuil ed il suo modo di giocare, che si basa molto sul tiro da fuori. Ovviamente Treviglio, con un giocatore così in squadra, ha dovuto adeguare i suoi schemi per riuscire a creare tiri piedi a terra per il giocatore americano e, pensando alle prime uscite stagionali, il lavoro di Adriano Vertemati e del suo staff sta dando i suoi frutti. Se escludiamo la giornata storta di Roma, contro la Virtus, nelle prime 6 gare Voskuil ha tirato con il 30% (su 50 tentativi), nelle ultime 6 gare con il 47% (su 56 tentativi), sintomo di un attacco che ha iniziato a lavorare bene, soprattutto lontano dalla palla. E rimanendo a Voskuil ed alla critica che spesso e volentieri gli viene sollevata, cioè che non difende, il giocatore di passaporto danese sta recuperando oltre un pallone a partita, ma soprattutto sta facendo sempre un ottimo lavoro difensivo sugli esterni avversari. I problemi di Treviglio sono altrove e soprattutto sotto gli occhi di tutti. Alla Remer manca un centro titolare e se in attacco, con assetti diversi ed il minutaggio sempre maggiore concesso ad un giocatore tatticamente versatile come Mezzanotte, le cose sono migliorate ed il problema è stato brillantemente nascosto, in difesa le cose continuano a non andare perché sotto canestro la mancanza di un giocatore che possa intimidire e difendere bene i tabelloni è complicato da nascondere. La coperta difensiva di Treviglio è sempre molto corta, difendere l’area ma subire il tiro da fuori, oppure lavorare sulle linee di passaggio ma accettare accoppiamenti difficili sotto canestro. BJ Raymond, gli esterni di Reggio Calabria e Turner prima, seppur in una partita vinta, giusto per fermarci alle ultime tre settimane, hanno punito questo sbilanciamento difensivo, che poi si ripercuote anche in attacco, in quanto le squadre di Vertemati hanno sempre preso ritmo nella propria metà campo per alimentare la transizione e trovare punti facili, che quest’anno stentano ad arrivare.

 

(credits Blu Basket Treviglio)

Nonostante le critiche dei tifosi, Alan Voskuil sta crescendo partita dopo partita (2017 © Foto Alessio Brandolini)

COME USCIRNE?L’infortunio a Jacopo Borra ha chiaramente scombussolato i piani tattici di Adriano Vertemati che però con il suo staff tecnico, optando per soluzioni tattiche diverse, è riuscito a dare un nuovo equilibrio all’attacco della Remer, invertendo nelle ultime 7 partite una tendenza negativa che vedeva l’attacco biancoblu fermarsi sotto quota 80. Nonostante l’ottimo lavoro che stanno facendo Douvier (15.7 punti e 7.8 rimbalzi) ed Emanuele Rossi (9.8 punti e 5 rimbalzi) entrambi, per motivi diversi, non hanno le caratteristiche di Jacopo Borra così in difesa Treviglio deve fare di necessità virtù, cercando di portare più fisicità possibile soprattutto negli esterni, con l’inserimento di Planezio che va proprio in questa direzione ed il nativo di Alzano Lombardo già contro Latina ha fatto vedere quanto possa essere importante soprattutto nel lavoro a rimbalzo. Queste propensione a quintetti più fisici potrebbe per assurdo essere amplificata dalla partenza di Luca Cesana, che porterà probabilmente Mattia Palumbo, giocatore sicuramente più fisico anche se acerbo, a trovare molti più minuti nelle rotazioni. Sempre che Cesana non venga sostituito da un altro arrivo, come potrebbe essere ad esempio quel Matteo Frassineti che ha lasciato l’Eurobasket Roma proprio per il prodotto di Cantù. Un innesto che darebbe non solo più esperienza in uscita dalla panchina ma anche un’aggiunta a livello difensivo di non poco conto, senza dimenticare le doti offensive del giocatore romagnolo.


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