Un mese di playoff è andato agli archivi e finalmente conosciamo i nomi delle 4 squadre che si giocheranno, a partire da domenica, l’unico posto nella prossima Serie A. Sono rimaste 4 squadre del girone Est, quattro delle prime cinque della regular season, eccetto la De’Longhi Treviso che ancora una volta chiude anzitempo l’annata dopo aver vinto la stagione regolare. Nella parte alta del tabellone la Virtus Bologna incrocia la grande sorpresa della stagione, la OraSì Ravenna, mentre nella parte bassa la Fortitudo Bologna, ancora con il fattore campo contro, si troverà davanti la Alma Trieste. Si parte domenica 28 e lunedi 29, si giocherà a distanza di 48 ore, con un solo giorno in più di pausa tra gara-2 e gara-3. Finora sono stati playoff “graziati” dal clima, ma attenzione perché le temperature nel Bel Paese stanno salendo e nei palasport inizierà a fare molto caldo, aspetto da non trascurare in un momento della stagione in cui le risorse sono al minimo.

SEGAFREDO VIRTUS BOLOGNA-ORASI’ RAVENNA

Stefano Gentile e Klaudio Ndoja (Segafredo Virtus Bologna – Foto di Maurizio Dalla Zuanna)

In vista della finale e del derby vero, quello che tutti attendono dalla prima palla a due della stagione, la Virtus Bologna trova sul suo cammino un altro derby, contro la vera e grande sorpresa della stagione, quella OraSì Ravenna capace di chiudere al quarto posto la regular season e di battere in tre gare la Tezenis Verona, che aveva eliminato al primo turno Biella. Una gara che Ramagli ed il suo staff sanno già che non sarà per nulla semplice, anche solo per il fatto che Ravenna è stata l’unica squadra in stagione a battere due volte la Virtus, anche abbastanza nettamente a Casalecchio. Dall’altra parte Antimo Martino sa che i suoi ragazzi dovranno andare ancora una volta oltre l’ostacolo, perché una serie playoff è diversa da una gara di campionato ma soprattutto la Virtus che avranno davanti sarà un’avversario diverso.

Bologna ha fatto una corsa ad ostacoli in questi playoff, passando i primi due turni sempre in quattro gare e curiosamente senza mai perdere in trasferta, mentre sono già due le sfide lasciate sul legno del Paladozza (dove le V nere hanno traslocato per i playoff), in gara-2 contro Casale ed in gara-1 contro Roseto. Ramagli ha sistemato le cose in trasferta e non è un caso che Bologna abbia giocato le migliori gare di entrambe le serie in gara-4, quando mentalmente i giocatori erano più tranquilli ed anche tatticamente lo staff tecnico era riuscito a trovare le contromisure alle trappole che Ramondino e Di Paoloantonio avevano disseminato sul parquet. Ancora più che in stagione regolare la Virtus è sembrata dipendente dalle giocate di Kenny Lawson e dalla presenza sul parquet dei suoi giocatori più esperti, Guido Rosselli e Klaudio Ndoja. Proprio il giocatore di origine albanese è stato fin qui l’ago della bilancia, alzando notevolmente il suo livello di gioco e risultando quasi mortifero da fuori (è passato dal 40% in stagione ad un fin qui irreale 52%, con quasi 5 tentativi a partita). In tutto questo Ramagli sta cercando di integrare Stefano Gentile, il cui rendimento fin qui è stato esponenziale sia nella produzione (è passato dai 19 punti totali contro Casale ai 15 di media contro Roseto) ma anche nella gestione dei ritmi di gioco, senza far perdere minuti ed intensità a Marco Spissu, che per inciso sarà fondamentale soprattutto in difesa, contro Tambone e Sabatini, nella serie con Ravenna. L’ex Casalpusterlengo ha giocato due serie di grande maturità, in cui ha faticato al tiro rispetto alla stagione regolare ma si è saputo gestire senza andare fuori giri, tanto da giocare la miglior gara dei playoff proprio in gara-4 contro Roseto.  Chi invece è apparso in difficoltà è stato Gabriele Spizzichini, che ha visto precipitare il suo minutaggio anche se non è chiaro se sia dovuto a scelte tattiche oppure alla sua difficoltà di entrare in clima playoff, dove ha faticato sia contro Casale che Roseto. Resta però un giocatore importante nelle rotazioni difensive di Bologna, anche e soprattutto contro una squadra “piccola” come Ravenna dove la sua duttilità sarà molto importante.

Coach Antimo Martino (2017 © Foto Alessio Brandolini)

Ravenna ha confermato nelle prime due serie tutti i pregi che le vengono attribuiti, riuscendo a nascondere, o comunque limitare, quei difetti congeniti di una squadra giovane nel backcourt e di sistema, che si erano visti anche nel corso della stagione. Così come per la Virtus, anche Ravenna ha faticato molto di più in casa che in trasferta, rischiando tantissimo in gara-1 e gara-2 contro Roma ed ancora in gara-2 contro Verona, ma riuscendo a portare a casa entrambe le partite perché a qualche down e calo di concentrazione nel corso del match, sono seguiti molti più momenti di up e soprattutto di intensità difensiva, la vera arma in più degli uomini di Martino nei quarti di finale dove hanno tenuto Verona a 66 punti di media. Difesa che, per le condizioni in cui Ravenna ha affrontato la sfida con gli scaligeri, era l’arma principale da utilizzare visto che l’assenza di Marks ha privato Martino del suo principale terminale offensivo. Un’assenza che, bisogna dirlo, si è vista soprattutto nei momenti in cui l’attacco faticava a muovere la palla quando la giocata individuale sarebbe servita come il pane, perché in generale Ravenna è riuscita a non far vedere questa assenza, merito soprattutto dei suoi giocatori italiani, ad iniziare da Masciadri e Raschi fino a Matteo Tambone e Gherardo Sabatini. I due giovani esterni italiani erano forse la più grande scommessa di Martino ad inizio stagione ed oggi possiamo dire che l’abbia vinta alla grande, trasformando due potenziali ottimi giocatori in due leader in campo e fuori, e non è un caso che siano i migliori marcatori della OraSì in questi playoff. Tambone sta giocando con grande maturità e continuità, pagando forse in fase realizzativa i compiti di playmaking che Martino gli sta affidando, mentre Sabatini ha avuto molti più alti e bassi, ma la sua leadership l’ha dimostrata in gara-1 contro Verona, quando dopo aver fatto 0/10 al tiro si è preso e segnato quelli più importanti nel finale, quando Verona era rientrata a -3. Il resto l’hanno fatto l’esperienza di Masciadri e Raschi ma anche la crescita in maturità di Taylor Smith, che ha sofferto in gara-2 la difesa di Verona ma ha saputo resistere per poi essere dominante in gara-3. La sua sfida con Kenny Lawson sarà tutta da gustare.

Sabatini (foto di Pasquale Cotugno)

LA CHIAVE – Abbiamo già anticipato due temi. La difesa di Bologna sugli esterni di Ravenna, soprattutto la capacità di tenere in 1 vs 1 di Spissu ed Umeh sarà fondamentale per evitare che gli esterni di Martino facciano a fette la difesa bianconera per poi concludere da dentro l’area oppure aprire sul perimetro, dove la capacità di aprire il campo e di trovare un tiro aperto di Ravenna potrebbero fare molto male a Bologna. E’ anche vero però che Ravenna dovrà essere brava a difendere sul perimetro contro una delle migliori squadre nel tiro da fuori in A2 e capace di passare dal 36% in stagione al 42% nelle prime due serie di playoff. L’altra chiave tattica sarà come Ravenna riuscirà a limitare la potenza di Lawson, con Taylor Smith che ha già dimostrato contro Verona di non temere i centimetri ed i chili degli avversari, anche se ha dovuto concedere qualcosa, ma proprio la serie contro la Tezenis, che ha cercato di far valere tutti i suoi centimetri uscendone comunque sconfitta, potrebbe dare fiducia a Ravenna. La cosa più importante per Martino, però, saranno le condizioni in cui Derrick Marks rientrerà nei playoff. L’infortunio muscolare che lo ha tenuto fermo per quasi un mese non è stato di poco conto, Ravenna è stata brava a sopperire con cuore ed intensità alla sua assenza, ma contro Bologna non potrà prescindere dalla presenza in campo, ed in una condizione accettabile, del suo miglior giocatore, altrimenti la serie potrebbe finire molto presto.

Lawson in entrata (foto di Pasquale Cotugno)

IL PRONOSTICOLa testa dice Virtus Bologna, la pancia Ravenna, perché la favola che la squadra di Martino ha saputo scrivere in questa stagione non può che far piacere e desiderare che un altro underdog, dopo la Agrigento di Ciani nel 2015, si sieda al tavolo finale per giocarsi l’accesso in Serie A. Sarà una serie lunga perché Ravenna sa come battere Bologna e la Virtus potrebbe anche fallire l’esordio in casa, come già successo in questi playoff. Alla lunga però, con gare in successione ed il caldo in arrivo, potrebbe venire fuori la panchina lunga di Ramagli. Bologna vince 3-2.

ALMA PALL. TRIESTE-KONTATTO FORTITUDO BOLOGNA

Javonte Damar Green (foto Matteo Cogliati)

A Trieste sognavano forse un derby del TriVeneto con Treviso, a Bologna sponda Fortitudo speravano che Trieste si perdesse per strada e di trovare a questo punto un avversario più “morbido”. Da qualunque parte la si guardi questa sfida, forse nessuno è contento di giocarla. Perché sarà una serie infinita, in cui entrambe le squadre lasceranno per strada tante risorse, fisiche e mentali, ma è la strada da fare se si vuole arrivare a giocarsi la Serie A. In stagione regolare una vittoria per parte e due partite giocate con il coltello tra i denti, perché queste due squadre sono costruite per difendere forte e colpire i punti deboli degli avversari. Due tifoserie calde, due campi dove vincere è quasi impossibile, due allenatori esperti, due roster profondissimi, una serie tutta da vedere e gustare.

La Alma di coach Dalmasson aveva, almeno sulla carta, la parte di tabellone forse più semplice ma che si è subito rivelata molto complicata. Anzi Trieste a conti fatti ha rischiato più al primo turno che nei quarti. Treviglio ha seriamente rischiato di vincere a Trieste in gara-1 ed era in vantaggio in gara-5 fino a 3′ dalla sirena, cioè quando Cavaliero ha deciso di spiegare il perché sia tornato a Trieste. Ai quarti la Alma ha trovato una Tortona incerottata, che nonostante rotazioni cortissime ha portato a casa una partita e fatto soffrire Trieste sia in gara-3 che in gara-4. A conti fatti, però, resiste ancora l’imbattibilità della Alma Arena, caduta in campionato solo alla prima giornata e che si è trasformato in un valore aggiunto per i giuliani. Dalmasson ha costruito bene il suo giocattolo, con tanta intensità difensiva, grande ritmo in attacco e poi le giocate di Parks e l’atletismo strabordante di Green vicino al ferro. In tutto questo la grande crescita di Matteo Da Ros, partito in modo silenzioso ma che è andato in crescendo a partire da gennaio risultando nei playoff, fino a questo punto, uno dei giocatori più importanti per Dalmasson per la sua duttilità tattica, viaggiano a quasi 13 punti e 6 rimbalzi a partita, con oltre il 60% da 2 punti. Numeri che fanno scopa con quelli di Javonte Green, che però ha saltato per infortunio le ultime due gare con Tortona e le sue condizioni sono tutte da verificare, almeno nei primi episodi della serie. Trieste, nei playoff, ha anche limato quello che era sembrato il limite maggiore dei biancorossi nella stagione regolare, cioè un reparto esterni meno efficace del recente passato, con Pecile e Prandin a faticare con un anno in più sulle spalle, ed uno Stefano Bossi che ha si giocato un buon campionato ma non ha completato quella esplosione che in molti attendevano, continuando a faticare anche nei playoff. L’arrivo di Cavaliero non ha solo allungato le rotazione ma regalato quella dose di imprevedibilità che la truppa di Dalmasson sembrava aver perso. Partito in punta di piedi è esploso nella decisiva gara-5 contro Treviglio (23 punti con le due triple decisive che hanno ribaltato il match) ed è rimasto su ottimi livelli anche contro Tortona, preparandosi al meglio per la sfida con la Fortitudo.

Foto Marco Berti

Coach Boniciolli (foto di Marco Berti)

Per la F un copione già visto nei playoff, con anche un paio di avversari uguali allo scorso anno con finale identico. Ancora con il fattore campo contro, ancora incontrando Agrigento e Treviso sulla sua strada e due turni sistemati in trasferta per poi chiudere davanti al proprio popolo al Paladozza. Un playoff che però era iniziato in salita, con lo sponsor a metterci il carico da novanta con dichiarazioni rivedibili su Agrigento, che hanno caricato gara-1 poi diventata una mattanza per la squadra di Boniciolli. Da lì però la squadra si è sollevata, vincendo 5 gare consecutive, prima della sconfitta indolore in gara-3 contro Treviso. Boniciolli è riuscito ad integrare alla perfezione Cinciarini nelle rotazioni, senza togliere troppi minuti a Candi e Montano, anzi il secondo ha saputo ritagliarsi un nuovo ruolo da specialista difensivo che è valso, ad esempio, il successo in gara-1 contro Treviso. Sempre prezioso, inoltre, l’apporto di giocatori come Campogrande, la cui crescita esponenziale è sotto gli occhi di tutti, Italiano e Raucci la cui intensità difensiva, quando Boniciolli mette mano alle rotazioni, è fondamentale per tenere alto il ritmo voluto dal coach triestino. Chi invece sembra aver accusato in parte l’arrivo di Cinciarini è Michele Ruzzier, che nel finale di campionato sembrava in costante crescita ma che in questi playoff sembra un pò in disparte. Bisogna però dire che il prodotto della Reyer Venezia sta cercando di rendersi utile alla causa in altri modi, ad esempio con un lavoro di playmaking sottile ma efficace, da cui nasce anche la ritrovata efficacia dell’attacco dell’Aquila. Di cui sta beneficiando anche Alex Legion, che in questi playoff sembra molto più dentro il sistema di gioco, riducendo i suoi tiri senza perdere di efficacia. Quella che però finora è stata l’arma in più di Bologna è senza dubbio Stefano Mancinelli, che sta facendo pesare la sua esperienza e sta giocando playoff da vero leader. Ha saputo gestirsi fisicamente nel corso di una stagione comunque logorante ed ora sta raccogliendo i frutti, fatti di 6 partite su 8 chiuse in doppia cifra, poco più di 13 punti a partita con il 54% da 2 ed un clamoroso 50% da 3, con quasi 4 tentativi a partita, con due perle su tutte le prime due gare di Treviso, che ha letteralmente dominato da un punto di vista offensivo. Per lui adesso una sfida difficile, perché potrebbe trovare sulla sua strada clienti come Parks e Da Ros, ma la sensazione è che lui e la Fortitudo siano in missione e pronti ad affrontare qualsiasi avversario.

Matteo Da Ros (foto di Daniele Ferretti)

LA CHIAVEDue delle migliori difese del campionato una contro l’altra, basterebbe questo per spiegare quella che potrebbe essere la chiave di questa serie. Entrambi avranno dei rebus difensivi da risolvere, da un lato Trieste dovrà essere brava a lavorare sulla transizione difensiva per non prestare il fianco ad una squadra che non ama particolarmente correre ma che quando riesce ad aumentare la sua intensità difensiva sa trovare tanti punti in contropiede per creare veloci break. Da questo punto di vista, la sfida con Treviglio potrebbe tornare più che utile in questa serie. Dall’altra Bologna dovrà trovare in fretta gli aggiustamenti adeguati per limitare da un lato Parks e Green, senza lasciare che Da Ros scorrazzi per il campo ed allo stesso tempo limitare la pericolosità dal perimetro degli esterni, ad iniziare da un Cavaliero fin qui mortifero (sta tirando con il 53% da 3). Ovviamente non solo questo. Trieste avrà il non semplice compito di limitare le giocate in 1 vs 1 di Legion, ma anche la crescita di Justin Knox che proprio contro Treviso ha dato il meglio di sè. Infine le panchine. Due coach esperti, capaci di leggere bene le partite, di saper motivare i propri giocatori, ma che avranno senza dubbio bisogno di punti ma soprattutto tanta intensità in uscita dalle rispettive panchine. Proprio l’apporto dei backup potrebbe spostare la bilancia di una sfida che sembra molto equilibrata.

Stefano Mancinelli (foto di Marco Berti)

PRONOSTICO – Molto più difficile la lettura rispetto a Bologna-Ravenna. Saranno determinanti i dettagli, anche una palla recuperata in più od un rimbalzo offensivo strappato potrebbe fare la differenza. Trieste parte forse con i favori del pronostico, ma solo perché dal 2 ottobre non perde in casa, considerando tutto il 2016 ha perso solo 2 volte all’Alma Arena ed ha il fattore campo a favore. Bologna però ha costruito un playoff e mezzo lontano da casa, ha il morale alle stelle dopo il netto successo su Treviso e se c’è una squadra in grado di vincere a Trieste questa è senza dubbio la Fortitudo. Potrebbe finire 3-0 per chiunque, ma anche 3-2 senza nessuna vittoria interna. Andiamo contro i pronostici di inizio anno, non sarà una finale tutta bolognese, Trieste all’ultimo atto per 3-2.


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