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Federico Politi, promosso a capo-allenatore a stagione in corso (foto: Fabio Pozzati)

Federico Politi, promosso a capo-allenatore a stagione in corso (foto: Fabio Pozzati)

Avevamo lasciato l’analisi sulla stagione della Fortitudo Bologna al momento dell’esonero di Tinti, sostituito dal proprio vice Politi, e dell’arrivo di Sorrentino e Landi. Con una rosa di giocatori in esubero è logico che venga da pensare il perché non si sia puntato su un allenatore con un minimo di esperienza in più al posto magari di un giocatore che comunque sarebbe dovuto rimanere in tribuna per ogni partita. Il motivo è lo stesso per cui la società non è stata strutturata in maniera più solida in fase di costruzione: a quanto pare è stato deciso di puntare la maggior parte del proprio budget (e oltre, visto che al momento ci sarebbero 270000 euro da tirare fuori per ripianare le spese della stagione 2013/14) su giocatori di livello superiore alla DNB, senza tra l’altro pensare se questi avrebbero potuto convivere tra loro o meno.

La scelta comunque oramai era stata fatta e a dir la verità nel finale di stagione regolare finalmente i risultati erano quelli che tutti si aspettavano: ai playoff infatti la squadra arriva con sei vittorie consecutive ed una rimonta che ha quasi del miracoloso sulla capolista Tortona. La rimonta poi non si concretizza, a causa anche, c’è da dirlo, di un’ultima giornata giocata senza la contemporaneità da tutti i campi. Le sensazione però, alla vigilia dei playoff, sono positive, anche perché la squadra ha dimostrato recentemente di riuscire a vincere sui campi di Cecina, Piacenza e Tortona, ovvero le principali avversarie per la vittoria finale del girone. L’unica cosa che non convince è l’accoppiamento capitato nei quarti di finale, che in molti definiscono sfortunato, ovvero quella Tramec Cento reduce da un campionato sottotono, ma dalle ambizioni comunque elevate.

Ed alla fine ciò che tutti temono si concretizza: tutti i difetti strutturali di squadra vengono prepotentemente fuori in sole due gare e, soprattutto, Politi mostra tutta la sua inesperienza, prima gestendo in maniera confusionaria il finale punto a punto di gara 1, e poi non riuscendo a trovare un’alternativa tattica ad una gara 2 che Cento riesce a far sua nel secondo tempo. Come se non bastasse dall’altra parte alla guida tecnica c’è Giuliani, ex Biancoblù nella stagione 2010/11, il quale alla fine della serie potrà pavoneggiarsi e togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

L'ultima apparizione stagionale della Fossa dei Leoni in quel di Cento (foto: Fabio Pozzati)

L’ultima apparizione stagionale della Fossa dei Leoni in quel di Cento (foto: Fabio Pozzati)

A coronamento del fallimento sportivo arriva anche quello dei tifosi, i quali faticano a digerire la precoce eliminazione e rovinano la festa degli amici (le due curve sono infatti gemellate) di Cento: prima nel corso della partita, con alcuni tifosi che addirittura entrano in campo durante lo svolgimento del match (e gli arbitri che di conseguenza sono costretti a sospendere momentaneamente l’incontro), e poi dopo la sirena finale, con un tifoso che arriva alle mani con Sorrentino e Sabatini e la polizia che è costretta a presidiare gli spogliatoi fortitudini per diverse ore.

Davvero un peccato, soprattutto se consideriamo che quelli erano gli stessi tifosi che durante il match casalingo contro Tortona alla 15° di campionato avevano dimostrato un grandissimo livello di sportività applaudendo tutti assieme Kenneth Viglianisi, ovvero il miglior giocatore avversario nella partita che di fatto aveva negato il primato del girone alla Fortitudo. Probabile che gli stessi tifosi siano rimasti troppo delusi dalla precoce eliminazione ai playoff a fronte di una squadra che, oramai era evidente, lottava per la promozione.

La società ha poi, anche su questo punto, i suoi demeriti, soprattutto per il fatto di non essere riuscita a condannare gli episodi di gara 2 con Cento, invocando il fatto che i tifosi gli fossero stati comunque sempre vicini durante tutta la stagione. Purtroppo non basta il calore dei propri tifosi e, a nostro modesto parere, alcuni episodi che vanno oltre il pathos sportivo andrebbero condannati senza se e senza ma (se non addirittura prevenuti, ma del fatto che la società non fosse pronta a ciò ne abbiamo già parlato). Soprattutto perché ciò rischia di macchiare l’unica cosa veramente positiva di questo anno zero della nuova Fortitudo, ovvero il ritorno del proprio pubblico.

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Aristide Landi, una delle poche note liete nello sciagurato finale, difficilmente rimarrà il prossimo anno

A questo punto bisognerà ragionare sul futuro e bisognerà farlo bene, prendendo questa stagione come una grossa valigia piena d’insegnamenti da utilizzare nel prossimo campionato. Campionato che probabilmente sarà ancora la DNB, visto che un ripescaggio sarebbe assai improbabile (ne avrebbero diritto prima tutte le squadre finite davanti in stagione alla Fortitudo, e non sono poche) e l’acquisizione di un titolo sarebbe osteggiata da una parte della tifoseria (la Fossa dei Leoni). E allora prima di tutto va sistemata una società che, questa volta si spera, dovrebbe essere adeguata alla realtà che contiene e non simile a una qualsiasi di DNB (con buona pace di ciò che predicava Calamai). Per far questo bisognerà capire quale sarà la base, ovvero se si continuerà con il contenitore d’imprenditori di Fortitudo 2011 (che detiene al momento l’85% della società) o se si andrà nella direzione di un consorzio simile a quello fatto a Varese. Biosgnerà anche capire se Romagnoli e altri hanno ancora la voglia e la spinta di andare avanti e se altre entità sono disposte ad entrare in società (s’è parlato dello sponsor Tulipano o di Federico Ballandi titolare del marchio di abbigliamento Kontatto). Tutto questo ancora prima di parlare di allenatori e giocatori, perché quest’estate non ci sarà la scusa di dover far nascere una società dal nulla, ma bisognerà invece consolidare una realtà di cui tutta la pallacanestro italiana ha bisogno.