Marco Carretto, coach del Castiglione Murri (foto: cortesia Marco Carretto)

BOLOGNA – Una stagione vissuta pericolosamente. Con una partenza piena di belle speranze e poi tutto il resto a seguire. Traduzione: infortuni uno dietro l’altro, acciacchi, malanni… insomma, una iattura continua. Per il Castiglione Murri non è stata un’annata di quelle che un giorno si ricorderà con piacere, eppure alla fine qualcosa si è riuscito a raccogliere. E arrivare sino ai playoff promozione non è certo un traguardo da sottovalutare, specie con le premesse descritte poco sopra. Una post season durata troppo poco, d’accordo, terminata in gara -2 con Saronno poi approdata in semifinale, che però rappresenta un premio per un gruppo che non si è sfaldato nemmeno nei momenti più bui. Merito anche, diciamo soprattutto, di Marco Carretto, il coach che ha tenuto assieme i pezzi e portato la sua squadra verso quei quarti di playoff che ai più, a un certo punto della stagione, sembravano irraggiungibili.

Coach Carretto, può definire con un aggettivo il cammino del suo collettivo in questo campionato?
“Compito abbastanza facile: sfortunato! Già  alla terza partita con Saronno, Andrea Lugli si è rotto lo scafoide, infortunio pesantissimo per un giocatore di basket. Poi si sono fermati Nicolò Botteghi, Riccardo Iattoni, Luca Lollini, Alessandro Beccari fino ad arrivare al colpo di grazia, ovvero agli incidenti occorsi a Pietro Mazzoli e Filippo Riguzzi. Una catena, e pensare che la nostra era una squadra già corta…”.
C’è stato un momento in cui ha chiesto alla società uno o più rinforzi?
“Quando si sono rotti Mazzoli e Riguzzi c’è stato un momento di riflessione. La situazione era difficile, dovevamo cercare di gestire l’emergenza, così abbiamo fatto delle valutazioni. E ci siamo detti che la nostra classifica non era comunque critica e che i nostri obiettivi si limitavano al raggiungimento dei playoff. Così abbiamo deciso di andare avanti con i ragazzi del vivaio”.
Playoff che alla fine avete raggiunto…
“Grazie all’orgoglio dei miei ragazzi e a un colpo di coda ci ha portato ai quarti di finale, la  loro bravura ha rappresentato uno degli aspetti positivi della stagione. Cogliere i quarti è stato un ottimo risultato, del quale sono contento. Certo, poi spiace per com’è andata, ma non si poteva fare di meglio. E quest’anno, da ricordare c’è anche la responsabilizzazione dei più giovani inseriti in prima squadra, tutti ragazzi del ’95 o del ’97, per loro è stata una bella esperienza”.
Tra questi giovanotti c’è qualcuno l’ha impressionata?
“A inizio anno Luca Bergami, un ragazzo classe 1997 di gran talento, mentre nel finale di stagione è stato Alberto Mantovani a darci di più, soprattutto in termini di intensità e freschezza”.
E tra i senior?
“Beh, in assoluto credo che i più positivi siano stati Beccari e Iattoni”.
E proprio a Iattoni, dopo la sconfitta in gara -2 con Saronno, è scappata qualche lacrimuccia…
“E non è stato l’unico: nemmeno il mio vice Giuliano Loperfido e gli altri sono riusciti a trattenersi! Iattoni è un ragazzo che vorrebbe dare sempre di più e ci tiene, caratteristiche che lo porteranno a crescere ancora e a togliersi delle soddisfazioni. Ed è stato quello che più di tutti ha lavorato e fatto in quattro allenandosi sempre, anche individualmente. Per me sarebbe un dispiacere enorme perdere un ragazzo così”.
Rimanendo sul tema playoff, secondo lei, alla fine chi li vince?
“Penso che Saronno sia la squadra più quadrata e solida e Lissone quella più ricca di talento. Immagino che la promozione passerà da quelle parti”
Il campionato che sta andando in archivio ha detto qualcosa in più a livello tecnico rispetto a quelli degli anni scorsi?
“Lo stagione passata, il Castiglione Murri era stato inserito in un girone assieme alle squadre marchigiane, dal livello basso e con alcuni giocatori sporchi e duri. Io mi trovo alla seconda esperienza di capo allenatore ma precedentemente ho passato sei anni nel ruolo di assistente, sempre in C1 o in Dnc, e devo dire che il torneo 2013/2014 è stato di alto livello, sia nella fascia alta sia in quella bassa”.
Il suo futuro, Carretto?
“Non ho ancora parlato con i vertici societari del Castiglione Murri, è ancora presto. Io spero solo di trovarmi nelle stesse condizioni di quest’anno, nel corso del quale ho avuto a che fare con uno staff davvero encomiabile: vorrei ancora un ambiente del genere, mi piacerebbe continuare così”.