IL 49ENNE ALLENATORE VENEZIANO SI GODE AL MARE IL RINNOVO BIENNALE DEL CONTRATTO
FERMO – Un salto al mare “di casa” per assaporare un po’ di relax estivo in compagnia dei due figli (la moglie, insegnante, testa la maturità della gioventù marchigiana) prima di spostarsi, a inizio luglio, alla capannina del Lido a Venezia. Andrea Zanchi degusta le varie tonalità del mar Adriatico con la cartelletta del basket e un lettore video sempre a portata di mano: l’ufficializzazione del rinnovo biennale con l’Assigeco (con opzione per un ulteriore anno) inizia a far muovere i meccanismi di assemblaggio della squadra di LegaDue Silver per la prossima stagione. Idee, professionalità, lavoro: semplici, ma chiari, i punti fermi da cui riparte il 49enne coach veneziano, arrivato al “Campus” a metà novembre 2012 in sostituzione di Cesare Riva e capace di spingere l’Assigeco fino al quarto posto di regular season e la semifinale play off.
Ritrovarlo sulla panca rossoblu era l’auspicio dell’intero ambiente. «Sono molto contento pure io perché in questi tempi difficili per tutte le società contano i rapporti e i programmi più che i soldi. Mi fa piacere rimanere all’Assigeco, c’è da fare parecchio lavoro per aprire un nuovo ciclo».
Zanchi fissa lucidamente i concetti su cui basa la nuova stagione: «Nell’ambito di un budget fissato in termini stringenti e di un programma di lavoro concordato e preciso puntiamo a far crescere i giovani e a salvarci. Un’idea coerente con la valorizzazione dei tanti investimenti che l’Assigeco fa nel vivaio. Servono attenzione e pazienza: per migliorare i ragazzi hanno bisogno di tempo e di fare esperienza prendendo qualche “botta nei denti”. Si riparte con determinazione per una bella sfida che, in tempi radicalmente differenti rispetto al passato, certifica la necessità di affidarsi a idee valide e nuove».
Affidandosi a Vencato, Donzelli e Rossato, più Sant-Roos, l’Assigeco modifica radicalmente i connotati del proprio roster: «Se fosse per il cuore bisognerebbe tenere la squadra inalterata – si lascia sfuggire Zanchi -: l’anno scorso i ragazzi sono stati fantastici da ogni punto di vista. La scelta di puntare sui giovani, i termini del budget e le regole sugli stranieri impongono scelte che devono essere valutate nelle prossime settimane: è prematuro ora parlare di squadra e campionato. Siamo nella Silver ma con tutte le criticità che ci sono non è detto che si possa fare la Gold».
Lo staff tecnico in ogni caso non si tocca… «Michele Carrea, Andrea Annoni e Giovanni Sabbia ci sono e restano: questo è uno dei fattori che mi hanno spinto a rimanere e a dare continuità al lavoro svolto nella stagione. Perché lasciare la via vecchia, che piace e si conosce bene, per l’incognita della nuova? Il nostro basket, lo sport in cui siamo immersi da una vita, è sull’orlo di un precipizio, è fondamentale agire con raziocino e calma programmando bene ogni passo».
Nella Bassa lodigiana si opera con efficacia? «All’Assigeco c’è un grande ambiente e c’è il “Campus”, qualcosa che pochissimi altri hanno: si può lavorare ottimamente ma società, pubblico, tecnici, giocatori devono diventare una cosa unica e unita. Non possiamo correre il rischio di far finire tutto. Per Franco Curioni la pallacanestro e il “Campus” sono il sogno e la gioia, la voglia di rimanere in un mondo che frequenta fin da ragazzo nonostante la necessità di sacrificio sia sempre più forte e talora difficile da sostenere. Altrove altri come lui hanno purtroppo abbandonato».
Il mercato si preannuncia quindi complicato da decifrare… «Tante realtà sono in lotta per sopravvivere e questo dilata molto i tempi di intervento. Bisogna saperaspettare con pazienza. Da parte nostra il primo obiettivo è valorizzare i “prodotti” del “Campus”, dosando il carico di responsabilità da mettere loro sulle spalle per farli diventare protagonisti nei tempi giusti. Chi completa il roster deve avere caratteristiche tecniche e morali adatte a diventare “esempio” aiutando a maturare questi giovani».
Luca Mallamaci (Il Cittadino di Lodi)
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