IL 49ENNE ALLENATORE VENEZIANO SI GODE AL MARE IL RINNOVO BIENNALE DEL CONTRATTO

Coach Zanchi parla della stagione che sarà (foto Barbara Lodigiani)

Coach Zanchi parla della stagione che sarà (foto Barbara Lodigiani)

FERMO – Un salto al mare “di casa” per assaporare un po’ di relax estivo in compagnia dei due figli (la moglie, insegnante, testa la maturità della gioventù marchigiana) prima di spostarsi, a inizio luglio, alla capannina del Lido a Venezia. Andrea Zanchi degusta le varie tonalità del mar Adriatico con la cartelletta del basket e un lettore video sempre a portata di mano: l’ufficializzazione del rinnovo biennale con l’Assigeco (con opzione per un ulteriore anno) inizia a far muovere i meccanismi di assemblaggio della squadra di LegaDue Silver per la prossima stagione. Idee, professionalità, lavoro: semplici, ma chiari, i punti fermi da cui riparte il 49enne coach veneziano, arrivato al “Campus” a metà novembre 2012 in sostituzione di Cesare Riva e capace di spingere l’Assigeco fino al quarto posto di regular season e la semifinale play off.

Ritrovarlo sulla panca rossoblu era l’auspicio dell’intero ambiente. «Sono molto contento pure io perché in questi tempi difficili per tutte le società contano i rapporti e i programmi più che i soldi. Mi fa piacere rimanere all’Assigeco, c’è da fare parecchio lavoro per aprire un nuovo ciclo».

Zanchi fissa lucidamente i concetti su cui basa la nuova stagione: «Nell’ambito di un budget fissato in termini stringenti e di un programma di lavoro concordato e preciso puntiamo a far crescere i giovani e a salvarci. Un’idea coerente con la valorizzazione dei tanti investimenti che l’Assigeco fa nel vivaio. Servono attenzione e pazienza: per migliorare i ragazzi hanno bisogno di tempo e di fare esperienza prendendo qualche “botta nei denti”. Si riparte con determinazione per una bella sfida che, in tempi radicalmente differenti rispetto al passato, certifica la necessità di affidarsi a idee valide e nuove».

Affidandosi a Vencato, Donzelli e Rossato, più Sant-Roos, l’Assigeco modifica radicalmente i connotati del proprio roster: «Se fosse per il cuore bisognerebbe tenere la squadra inalterata – si lascia sfuggire Zanchi -: l’anno scorso i ragazzi sono stati fantastici da ogni punto di vista. La scelta di puntare sui giovani, i termini del budget e le regole sugli stranieri impongono scelte che devono essere valutate nelle prossime settimane: è prematuro ora parlare di squadra e campionato. Siamo nella Silver ma con tutte le criticità che ci sono non è detto che si possa fare la Gold».

Lo staff tecnico in ogni caso non si tocca… «Michele Carrea, Andrea Annoni e Giovanni Sabbia ci sono e restano: questo è uno dei fattori che mi hanno spinto a rimanere e a dare continuità al lavoro svolto nella stagione. Perché lasciare la via vecchia, che piace e si conosce bene, per l’incognita della nuova? Il nostro basket, lo sport in cui siamo immersi da una vita, è sull’orlo di un precipizio, è fondamentale agire con raziocino e calma programmando bene ogni passo».

Nella Bassa lodigiana si opera con efficacia? «All’Assigeco c’è un grande ambiente e c’è il “Campus”, qualcosa che pochissimi altri hanno: si può lavorare ottimamente ma società, pubblico, tecnici, giocatori devono diventare una cosa unica e unita. Non possiamo correre il rischio di far finire tutto. Per Franco Curioni la pallacanestro e il “Campus” sono il sogno e la gioia, la voglia di rimanere in un mondo che frequenta fin da ragazzo nonostante la necessità di sacrificio sia sempre più forte e talora difficile da sostenere. Altrove altri come lui hanno purtroppo abbandonato».

Il mercato si preannuncia quindi complicato da decifrare… «Tante realtà sono in lotta per sopravvivere e questo dilata molto i tempi di intervento. Bisogna saperaspettare con pazienza. Da parte nostra il primo obiettivo è valorizzare i “prodotti” del “Campus”, dosando il carico di responsabilità da mettere loro sulle spalle per farli diventare protagonisti nei tempi giusti. Chi completa il roster deve avere caratteristiche tecniche e morali adatte a diventare “esempio” aiutando a maturare questi giovani».

Luca Mallamaci (Il Cittadino di Lodi)


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