NAPOLI – Vero che questo rush finale verso la post-season non concede tregua, e che dopodomani si tornerà subito in campo per la 27a giornata di DNA, ma un breve momento di orgogliosa e attenta riflessione serve, non può mancare, su quanto accaduto ieri sera per Napoli in terra di Ciociaria. Infatti il primo e prioritario obiettivo stagionale, quello di continuare la corsa oltre metà aprile, è fieramente in cascina: ad agosto si era partiti anzitutto con questo intento, per onorare al meglio l’attribuzione della wild card federale (poi la stagione ha assunto l’andamento entusiasmante che tutti conosciamo), quindi la gioia non può che essere incontenibile e contagiosa in casa Napoli Basketball. L’appuntamento, soltanto rinviato con la anomala sconfitta di Latina, e con oltre cento tifosi al seguito, stavolta non è stato mancato: i play-off sono una realtà, e lo sono divenuti forse nel momento simbolicamente più propizio, con l’avversario giusto, e nel modo forse più tumultuoso, ma anche il più elettrizzante, emozionante e commovente possibile, al di là di ogni ottimistica previsione. Certo, il 102-101 indica che dominio non c’è stato, che agli strappi azzurri del primo tempo e dei primi due minuti del supplementare ha risposto una Ferentino coraggiosa, per alcuni la migliore della sua stagione sul terreno locale.

IL CONTESTO PRE-PARTITA

Forse mai un risultato fu più esatto nel riflettere i reali rapporti di forza visti sul parquet del Pala Ponte Grande, eppure se riconsideriamo che gli azzurri espugnano un signor campo, quello di Ferentino (che assiste alla terza sconfitta stagionale in casa, seconda consecutiva), e che vi si riesce senza l’apporto di Lenardon e con uno stoico Nelson Rizzitiello a mezzo servizio, i 2 punti ottenuti l’altro ieri con ultimi 15′ da brividi acquistano un sapore ben diverso, che neanche il libero sbagliato di Panzini (decisivo per le sorti del match) può francamente sbiadire, insipidire.

La qualità offensiva c’è stata, e il 50% dal campo per entrambe le squadre lo dimostrano, ma va soprattutto notato che Napoli ha finalmente trovato una degna avversaria sotto le plance: nel pitturato infatti le stelle annunciate hanno brillato, e se da un lato c’è stato chi come Ihedioha ha fatto leva su un gioco molto mimetico, camaleontico, da 3, da 4 o persino da 5, oppure chi come Iannuzzi ha dato molto filo da torcere nel tagliafuori difensivo azzurro mostrando tra l’altro una gran mano, i colori azzurri si sono potuti giovare di un Gatti che si conferma rimbalzista di punta e macchina da punti nei momenti caldi, accanto a un Iannilli che conferma la crescita ed è finalmente più pointer, meno servitore ma soprattutto più efficiente nella gestione dei possessi, mentre Paolo Rotondo torna nel Lazio a sette giorni dall’impegno pontino da ex mettendo a segno la migliore prestazione stagionale per peso specifico.

La FMC è vero, godeva di rotazioni più ampie, ma il loro beneficio, molto evidente nel secondo tempo (in cui gli ospiti hanno sentito tutto il peso delle loro rotazioni a sette, con Porfido chiamato ad assaggiare il parquet per i soli primi minuti di partita), si è esaurito invece proprio quando servivano i migliori uomini in campo, e se Napoli nel supplementare era priva del suo centrone, Ferentino perdeva comunque la saggezza di Francesco Guarino, capace, con la sua verve inconfondibile e la sua esperienza, di mettere in ritmo i lunghi senza rinunciare alle sue classiche conclusioni in uscita dal blocco e dalla media, permettendo prima ai suoi di galleggiare , quindi di insidiare Napoli, ponendola persino a distanza in alcuni frangenti del terzo quarto.

Sottolineiamo quindi la maturità crescente di Gabriele Guastaferro, bravo nel tenere comunque vivo il gioco con le sue penetrazioni e la sua vivacità, indispensabili per bilanciare quel vuoto offensivo a cui invece Sabbatino ha saputo rispondere soprattutto in difesa (con tante palle recuperate), quindi non resta che parlare dei due veri mattatori del match, il primo alla lunga, il secondo con una continuità che spezza ogni resistenza.

Manuel Carrizo, molto gradualmente, man mano che la partita acquisiva mordente, ha trovato le misure giuste del campo, riprendendosi quel comando delle operazioni che molto spesso gli apparteneva fino all’infortunio dello scorso novembre: certo, la zavorra falli ha limitato e non di poco la marcatura di Rizzitiello, ma non c’è dubbio che se arriva una buona notizia in casa amaranto, questa è la piena ripresa dell’oriundo, sicuro protagonista del finale di stagione gigliato.

Manca ancora all’appello chi invece, c’è sempre stato, stupendoci nei modi che conosciamo e grazie ai quali il suo talento riesce a sbrogliare ogni matassa, anche quella più intricata. Non ne parliamo subito perchè ormai la performance monstre di un certo Bernardo Musso non fa più notizia, magicamente, ma i numeri e i caratteri della prova storica ci sono stati tutti. Incredibile infatti la costanza del suo contributo offensivo, fondamentale l’accoppiamento difensivo con Marcante, il cui impatto nel match è stato pressocchè nullo, sensazionale la sua gestione della pressione, così come la sua inventiva, tanto da passatore quanto da tiratore, nei risultati pratici. A fronte di questa prestazione perfetta, sorge solo su un dubbio che però si smonta da sè: la ragione, sia chiaro, è quella che è, e non considererebbe proponibili alcune soluzioni scelte dal totem azzurro, ma ciò che è illogico trova una logica se è proprio lui a farlo, e non un giocatore qualunque.

Insomma, con ieri il campionato è davvero ripreso, lo sguardo famelico è tornato ad essere quello di sempre, tutti si sono reimpossessati di quello spirito che, fino ad oggi, ha fatto quello che ha fatto, garantendo alla BPMed, per la prossima sfida, l’occasione di chiudere ogni gioco nella partita di domenica. A quale gioco ci riferiamo, però? Quello della leadership di conference e di division, che in caso di successo, terrebbe a siderale distanza l’Orlandina. Certo, la matematica su questo ci dice ancora che i paladini sono sotto di 12 punti con 8 partite da giocare, ma con gli eventuali due punti di domenica i margini sarebbero ancora più stretti, e oltre la Bawer Matera, prossimo avversario dei partenopei, il calendario prevede alcuni appuntamenti in discesa, come Anagni e San Severo, prima di risalire in quota con le Final Four di Legnano, alcuni impegni secchi interconference piuttosto duri, come Treviglio, Casalpusterlengo e Trento, e senza poi  dimenticare nel mezzo Bari, durissima da piegare fra le mura amiche.

L’AVVERSARIO – MATERA

Dall’altra parte come detto c’è Matera. A inizio anno, vista la sontuosa campagna acquisti predisposta dal Presidente Lorusso, venne considerata come favorita numero uno per la leadership a Sud. Infatti il gruppo, confermata la guida tecnica del saggio coach Ponticiello, prevede in quintetto il tembile duo dei confermati Vico – Lagioia, puntellato dalla sostanza di Pilotti ex Ruvo, mentre non si è affatto lesinato per una panchina impeccabile, dove sovrastano l’ex play santimese Aprea accanto agli assi ex-assi nascosti di Trapani Cantagalli e Tardito. La panchina poi non si è voluta privare della crescita del 5 under 21 Martone e della saggezza di Cristiano Grappasonni.Unico difetto è stato forse imputabile all’eccessiva leggerezza delle cessioni di Lovatti (S.Severo) e Defant (Torino), anche se in parte giustificabili alla luce delle nuove quanto legittime ambizioni dei lucani, che sempre formazione tra le più storiche della categoria, in cui milita da diverse stagioni con risultati positivi, senza eccedere né in positivo né in negativo, ha voluto tentare il grande salto verso lidi più intriganti.

La stagione fino ad oggi è stata quanto mai altalenante: esaltante in alcune momenti, fra cui proprio la vittoria contro Napoli nella gara d’andata del PalaSassi, oppure i 2 punti strappati a Trento, Casalpusterlengo e Bari; deludente in altre, fra cui quella più recente (stemperata soltanto dall’ultima vittoria di ieri contro Firenze, per il recupero della 22a giornata), oppure lo stesso avvio di campionato, che decretò ben quattro sconfitte maturate sul parquet amico: sconfitte quasi ragionevoli considerando la statura degli avversari e la sfortuna del calendario (Perugia, Capo d’Orlando, Omegna, tutte in avvio stagionale, benchè in casa), ma che sarebbero state accettabili solo in questi casi e se questi casomai fossero derivanti da partite senza storie. Invece Matera non solo ha sempre lottato, venendo soltanto regolata negli ultimi minuti, ma ha spesso perduto per semplici episodi riguardanti una sola azione, o un solo fallo subito, vedi per la magata di Santolamazza decisiva per il successo esterno di Anagni. Ultimamente le sconfitte sono state più nette, e i mugugni sono diversi, ma coach Ponticiello, anche attraverso carismatici interventi diffusi via Internet, ha chiamato a raccolta la città, e tanti tifosi che hanno risposto al suo appello saliranno in Campania per questa sfida che per noi sa di rivalsa, per loro sa di storia.

MATERA – LA STORIA

Quanto alla storia, Matera è sempre più legata al basket, ma questo connubio non è arrivato senza sforzi che, tra mille difficoltà hanno dato ragione a un progetto nato nel 1960.

L’Olimpia nasce infatti proprio nell’anno olimpico grazie ad un gruppo di appassionati materani di basket; sino al 1980 partecipa principalmente a campionati regionali ed a tornei giovanili. Nel 1980 viene promossa in serie C2, tre anni dopo passa in C1 e nel 1986 accede per la prima volta alla serie B2. In questo torneo l’Olimpia disputa diverse stagioni di buon livello, raggiungendo più volte i play-off. Nella stagione 1997-98 conquista la prima storica promozione in serie B1. Tuttavia la permanenza in B1 dura una sola stagione, in quanto l’Olimpia termina il campionato 1998-99 all’ultimo posto con 12 punti all’attivo. Il ritorno in serie B d’Eccellenza avviene nel 2004. Da allora l’Olimpia ha disputato sette stagioni nel campionato denominato oggi Divisione Nazionale A, disputando i play-off nelle stagioni 2004-05 e 2007-08, ed i play-out nelle stagioni 2005-06, 2006-07 e 2008-09. Nella stagione 2009-10, con la salvezza conseguita nella stagione regolare, l’Olimpia Basket consegue il diritto a partecipare al campionato di serie A Dilettanti nel campionato 2010-11. La squadra conclude la stagione regolare 2010-11 al settimo posto in classifica, e grazie alla vittoria nei play-out raggiunge la salvezza ed il diritto a partecipare per l’ottavo anno consecutivo al massimo campionato dilettanti previsto dalla riforma dei campionati nella stagione 2011-12.

Da questa salvezza l’Olimpia ne è uscita più che bene, con un mercato che non più di qualche mese fa ci induceva ad esprimere queste considerazioni lodevoli, di tutto rispetto. La stagione però al momento ha fornito altri responsi, eppure nulla è compromesso, e come già detto, coach Ponticiello è il capofila di una truppa vogliosa, con tanti campani ed ex campani di adozione, ma che soprattutto crede senza timori all’obiettivo play-off, proprio perchè se arrivassero le partite che contano, allora esploderebbe il collettivo in tutto il suo potenziale. Partendo da quello del suo faro, Seba Vico.

MATERA  – IL ROSTER

Vico è il nucleo della Bawer formato 2012, che non voleva prescindere dalle qualità tecniche di un giocatore di assoluto talento e che ha dimostrato per tutta la stagione di essere in grado di prendersi le giuste responsabilità in un ruolo fondamentale per tutto l’impianto di gioco team biancazzurro. Argentino, classe ’86, giocatore dai movimenti eleganti, con un superbo arresto e tiro, bravo nell’uno contro uno sfruttando doti fisiche inaspettate e vero e proprio “arsenio Lupin” del parquet, è legato al mondo del basket sin dall’infanzia, frequentando l’Union Club Sao Tomé e trascorrendo i primi anni tra i club Sunchales (Santa Fe), Paraná (Entre Rios) e Buenos Aires. Dopo aver terminato il liceo nella sua città natale, nel 2005 è stato ingaggiato dalla Cimberio Novara, in Legadue, dove trascorre un valido triennio di apprendistato, propizio per consolidarlo nel mercato nostrano (4,3 punti in 17′ con 18 partite nel 2006/2007). Nel 2007 quindi arriva con maggiori responsabilità alla Silver Porto Torres, per il suo primo campionato in A Dilettanti (30 partite con 9,7 punti, 1,7 assist, 7,5 di valutazione), segue poi l’esperienza biennale a Sant’Antimo, dove sotto la guida del coach campano Francesco Ponticiello gioca gIà nella prima stagione 31 minuti realizzando 14 punti di media in stagione regolare. Lo scorso anno, reduce dalla militanza bianco-rossa, approda a Matera, ed è la stagione della consacrazione: capace di piazzarsi al quarto posto assoluto per media di punti realizzati, con un valore medio di 16 punti a partita. Il clou per lui è stata la gara di ritorno contro la Plubisys a Potenza, nella quale è stato in grado di realizzare 29 punti in 39’ giocati. Inoltre, per lui il sesto posto assoluto tra tutti i giocatori del campionato per media di palle recuperate, con 2,43 recuperi a gara. Infine è stato il miglior realizzatore della squadra con quasi cinquecento punti realizzati ed il secondo del roster di Ponticiello per utilizzo. Storicamente cannoniere , ha pagato alcuni acciacchi (fra cui una recentissima  elongazione del gemello interno), e si è riscoperto come grande gestore di circolazione (7° assist-man di lega con 2,9 assist): in questa stagione ha confermato le credenziali di ladro di possessi con 2,3 palle recuperate, mentre a rimbalzo sfrutta la sua natura di combo con 3,5 carambole; d’altra parte la continuità offensiva ha lasciato a desiderare, soprattutto nella prima metà di stagione, eppure ci sono comunque 13,9 punti, ritrovati soprattutto nell’ultimo periodo, e realizzati con il 48% da 2, il 35% da 3 e il 74% dalla lunetta, accanto a 4,6 falli subiti.

Occupiamoci quindi del secondo confermato “di lusso” rispetto alla scorsa stagione, e cioè Andrea Lagioia. Guardia/ala nata a Perugia il 17 dicembre 1986, alto 193 cm , conosce la notorietà in Abruzzo, nella stagione 2006/07 e proprio in A Dilettanti, in cui ha vestito la canotta di Atri mettendo in mostra il pezzo forte del suo repertorio, il tiro da tre (47% nei suoi 12,1 punti in 27′).  Arriva quindi a Firenze, e i numeri migliorano, il che gli è valso il salto in Legadue a Roseto. Capace di ricoprire i ruoli di ala piccola e guardia, è il giocatore che nel 2010/2011 è rimasto per più minuti sul terreno di gioco, risultando il secondo realizzatore della squadra, solamente dopo Vico. E’ un giocatore importante e spesso decisivo, come ha dimostrato nel corso dell’annata appena trascorsa, e alcuni lampi di classe in stagione non sono mancati (si veda il 22+7 contro Trento nell’autorevole vittoria per 78-96), ma anche le sue performances sono il segno di una stagione che non va: c’è si il 42/51 dalla lunetta, così come i 3 rimbalzi e il 41% dall’arco, ma 9,3 punti di  media con un misero 37% da 2 e appena 1,9 falli subiti sottolineano la difficoltà di confermarsi a tutto tondo nella resa offensiva.

La terza colonna preservata da coach Ciccio Ponticiello per questa stagione è un’istituzione: Cristiano Grappasonni, 4/5 romano classe ’72, una nutritissima esperienza in categorie superiori,poi ampia affermazione in Legadue fino al 2008, con un curriculum che lo fa il vero collante dello spogliatoio,anche perchè il suo ruolo è accresciuto da un egregio contributo in campo tuttavia in stagione.

Originario di Poggio Mirteto, e superata la trafila nelle giovanili della Sebastiani Rieti, iniziò a vedere il campo il B2, nel 1990, agli ordini di Ezio Cardaioli. Nel 1993/94, anno della promozione in B1 della Sebastiani, giocò con le Forze Armate. Tornato a Rieti, disputò il campionato di B1 1994/95 e poi, l’anno seguente, fu ceduto come pezzo pregiato di mercato a Trapani in serie A2. Quelli infatti erano gli ultimissimi anni prima dell’avvento del professionismo, quando ancora il cartellino di un giocatore permetteva alle società di mettere un bel po’ di denaro in cassa. I siciliani però non onorarono gli impegni economici per cui, nelle more del fallimento, a fine stagione il cartellino di Cristiano Grappasonni ritornò alla Sebastiani. Nel 1996/97 Rieti allestì una squadra fortissima il cui notevole potenziale fu però annullato dai gravi problemi economici che decretarono la fine della AMG Sebastiani Basket. A fine stagione tutti i giocatori furono svincolati, compreso Grappasonni che, tra il 1997 e il 2008, iniziò un lungo e fortunato pellegrinaggio, tra A1 e soprattutto A2. Torna proprio in A2 nel gennaio 1998, contattato dalla Scandone Avellino. Rimane per un anno, poi a dicembre passa alla Viola Reggio Calabria, con cui conquista la promozione nella massima serie. In Serie A1 ha modo di disputare anche i play-off, ma nel 2000-01 torna in A2 per vestire la maglia della Pallacanestro Messina per un biennio. Da quel momento diventa una presenza fissa della Legadue: passa dal Basket Club Ferrara, dallo Scafati Basket, dall’Orlandina Basket, dalla Dinamo Sassari e dalla Juvecaserta Basket. Con Scafati e Capo d’Orlando conquista altre due promozioni nella massima serie e due Coppe Italia, ma in nessun caso può tornare a giocare in Serie A. Da febbraio 2008 torna in Serie B1 con il Basket Trapani, per poi passare in estate alla RB Montecatini Terme, in Serie A Dilettanti. Dalla scorsa stagione gioca nell’Olimpia Basket Matera, squadra dove dalla stagione 2010-11 è capitano.

Le sue cifre stagionali (9,4 punti con il 55% da 2 e un calante 35% dall’arco, oltre a 5,4 rimbalzi e 3,8 falli subiti), ne fanno un pericolo, in particolare sotto canestro, dove nelle ultime sette partite ha trovato gli spazi giusti per incidere.

Quanto al pitturato, Napoli troverà pane per i suoi denti, avendo di fronte il primo di una serie di under di peso con cui Ponticiello ha voluto rendere il roster più profondo e competitivo, a cominciare da  una riconferma importante per il gruppo biancazzurro, quello del lungo Raffaele Martone, che nell’ultima stagione si è rivelato pedina importante ed in forte crescita tecnica, tattica e caratteriale.

Nato a Nola il 3 gennaio 1990 ed alto 210 cm, Martone, ha iniziato a giocare giovanissimo nel Marigliano Basket entrando subito nel giro della Nazionale Cadetti,dove nel 2005 è stato notato dal Monte dei Paschi Siena, che poi lo ha ingaggiato. In Toscana ha giocato tre stagioni,vincendo nel 2008 lo scudetto Under 19, conquistando la convocazione in Nazionale. Al suo attivo ha già due Europei di categoria:quello Under 16 in Spagna nel 2006 e quello Under 18 in Grecia, nel 2008. Nella stagione 2008/ 2009, ha giocato nell’Use Consorzio Etruria di Empoli, in B dilettanti, mentre nel 2010, trascorso il primo anno di dilettantismo a Sant’Antimo (in compagnia di Vico), l’arrivo a Matera, con progressi che gli sono valsi la riconferma.

Martone è senza dubbio un giocatore sul quale il coach della Bawer ha deciso di puntare, ma tutto questo in partenza: 4,5 punti in 15′, ma soprattutto 2,8 rimbalzi 1,8 palle perse sono i tratti di un giocatore più contratto,anche perchè forse gravato di responsabilità da quintetto troppo grandi rispetto al suo reale cammino di crescita.

Ma se Matera a giugno aveva già sorpreso e in meglio confermando le quattro migliori note della sua stagione, la campagna acquista sembrava rivelare quel profilo poi smentito dai primi risultati di questa stagione.

Partiamo ad esempio da Andrea Pilotti: ala bidimensionale classe ’80, è il classico buon tiratore con una carriera di tutto rispetto alle spalle, tra serie A e serie A Dilettanti, passando per la Lega Due, ottenendo anche alcune promozioni. Nella sua carriera ha vestito casacche di club come Siena, Capo d’Orlando, Sassari, oltre che quelle di Ostuni, Latina, Omegna, Veroli, Montecatini e nell’ultima stagione Ruvo. In più, il brianzolo ha vestito anche la maglia azzurra nelle categorie under 18 ed under 20, oltre che quella della nazionale militare. I suoi numeri parlano di cifre tutto sommato in linea con le sue medie di carriera: 13,1 punti con 4,5 rimbalzi , 41% da 3 e 4,2 falli subiti oltre a 2,2 palle recuperate ne fanno il glaidatore che in mille occasioni hanno permesso a Matera di lottare per i 2 punti, a volte con successo, come nel caso della gara d’andata contro i partenopei.

Passiamo quindi a Gianni Cantagalli, guardia classe 1988 proveniente dalla Shinelco Trapani. Uno dei principali artefici della promozione della squadra siciliana nella scorsa stagione, rappresentava per coach Ponticiello la pedina tanto attesa dopo l’obbligatorio addio con Gilardi. Cantagalli arriva a Matera dopo una carriera già brillante per un quasi ventitreenne, che calca parquet di rilievo dall’età di sedici anni. Partito dalla terra natia, Livorno, la guardia alta 194 centimetri per quasi 80 chilogrammi, ha disputato quattro stagioni con la casacca della società locale tra serie A e LegaDue. Successivamente ha cercato la maturità in B2 in Puglia, dove a Ruvo ha disputato il campionato 2008/09. Ancora una stagione in LegaDue con il Latina e successivamente la trionfale cavalcata nell’ultima stagione con la maglia della Shinelco Trapani, dove ha giocato spesso nel quintetto base ed è stato utilizzato costantemente da coach Benedetto. Il livornese si è soprattutto distinto come tiratore, e nella stagione siciliana lo ha dimostrato diventando il quinto realizzatore della sua squadra. Il che però non gli ha impedito di migliorarsi in questa prima metà di stagione, emergendo nel vuoto lasciato nelle prime giornate da Vico e Lagioia come valido terminale (12,7 punti) legato a una qualità realizzativa certificata dal 56% da 2 e il 90% dalla lunetta, assieme a 3,7 rimbalzi e 3,3 fali subiti che lo rendono come terzo maggior pericolo per le maglie difensive BPMed.

BPMed che dovrò anche prestare attenzione al panchinaro più pepato della compagine sassese, e cioè Luca Tardito, reduce da problemi di fascite plantare. Alto 200 cm, dalle grandi prospettive, proviene dalla stessa (e fortunata) avventura trapanese di  Gianni Cantagalli. Investimento d’alto bordo per la società lucana , nell’ultima stagione si è distinto per essere riuscito a dare il cambio ad uno dei giocatori più importanti della sua squadra, Walter Santarossa. L’exploit, il giovane cestista di Ivrea, cittadina della provincia di Torino, l’ha effettuato nelle ultime gare stagionali, quelle disputate nei play-off contro l’Ostuni e vinte nettamente da Trapani per 3-0. Cresciuto tra Montecatini e Biella, è stato proprio in quest’ultima squadra che ha esordito in serie A1, ottenendo nel 2007 la convocazione con la nazionale under 18 per gli Europei di categoria in Spagna. Poi è stato ceduto momentaneamente a Valenza in B2 per due anni, dove è cresciuto ed è stato selezionato da Trapani per far parte del vincente roster della scorsa stagione. Le sue cifre al momento non sono affatto malvagie, soprattutto nella solidità nel pitturato (6,4 punti col 55% da 2 e 4,5 rimbalzi), ma i falli subiti lasciano a desiderare così come le palle perse, limitandone il coinvolgimento nelle rotazioni (che comunque si attesta a 23′ di utilizzo).

Chiudiamo la batteria degli under di pieno impiego con l’ex di turno Pierluigi Aprea: play-guardia classe ’91, ha iniziato la sua carriera cestistica nelle fila del Barra, per poi passare all’Eldo Napoli nella stagione 2005/2006, dove ha esordito anche in serie A maschile. Nella compagine di Piero Bucchi ha disputato anche il successivo torneo sempre di serie A, e  contemporaneamente ha disputato anche alcuni campionati giovanili nazionali nelle fila della “Vivibasket”. Nel 2009, ha giocato per breve tempo nella sciagurata avventura napo-reatina della AMG Sebastiani, sempre in serie A maschile, per poi terminare la stagione nei tornei nazionali giovanili, sempre con la “Vivibasket” . Aprea proviene da Sant’Antimo, dove la scorsa stagione ha integrato il reparto degli esterni dell’ex Igea, assieme ai vari Cantone, Iardella e Valentini, disputando un buon campionato. High recente con Latina (16 punti 8/12 dal campo e ben 8 falli subiti), con i suoi 190 centimetri d’altezza garantisce anche un ottimo apporto fisico, testimoniato dai 1,7 rimbalzi e 3,3 falli subiti per gara, assieme a un 59% da 2 che ne sottolinea alcune potenzialità però troppo smesso ridimensionate da una regia naufragante in palle perse o non eccelsa organizzazione di gioco (appena 0,7 gli assist).

Chiudiamo quindi le lunghe rotazioni dei lucani con Michele Castoro e Francesco Centrone.

Il primo è un play-guardia dalle spiccate caratteristiche tecniche ed in grado di gestire i movimenti della squadra con personalità e visione di gioco. La sua giovane carriera, dopo la trafila nelle giovanili della Pielle Matera, inizia a Battipaglia, dove nel 2007/08 ha disputato il campionato di serie C1. Successivamente si è trasferito a Lucera, disputando il medesimo campionato. Salto di categoria l’anno successivo, nel 2009/10, quando è stato impegnato con la maglia del Foggia in B2. Lo scorso anno ha disputato un ottimo campionato con la maglia della squadra lucana del Melfi, sempre in B2, meritandosi l’opportunità di far parte di un roster impegnato ad affrontare l’importantissima esperienza della nuovissima DNA, al momento scandita da 8′ a partita (minutaggio comunque in crescita) con 2,1 punti ma discrete cifre al tiro, soprattutto dall’arco.

Centrone invece è un ala-pivot nato nel 1992, alto 204 centimetri e proveniente dalle fila della Action Now Monopoli, dove ha conquistato la promozione in serie C e guadagnato nel corso degli anni diverse convocazioni con le maglia delle nazionali under 18 ed under 20. Il suo apporto è limitatissimo in appena 6′ a partita.

Detto tanto, non resta che vedere, e domenica di carne al fuoco ce ne sarà!