Pronostico rispettato ad Afrobasket 2015: la Nigeria, forse la principale favorita alla vigilia, conquista per la prima volta il titolo di campione d’Africa e il biglietto per Rio 2016, battendo l’Angola in una finale quasi senza storia. Troppo forti i nigeriani: più talentuosi, più profondi, più fisici, più atletici, più preparati; la loro vittoria inquadra, in un certo senso, il momento che sta vivendo il movimento cestistico in Africa, una sorta di passaggio del testimone tra il “vecchio” e il “nuovo” basket africano.

Carlos Morais, trascinatore dell'Angola (Foto: mybasketballtimes.com)

Carlos Morais, trascinatore dell’Angola (Foto: mybasketballtimes.com)

Per chi, comprensibilmente, non fosse ferrato in materia, ricordiamo che l’Angola nelle ultime 17 edizioni del torneo è arrivata in finale 15 volte, vincendone 11. Per anni la Nazionale angolana ha rappresentato l’élite del basket continentale: talento nella media, fisico nella media, buona organizzazione di gioco e tanta grinta bastavano per avere la meglio, senza nemmeno sudare troppo, contro tutti gli avversari. Negli ultimi anni, però, sempre più giocatori africani hanno trovato spazio in Europa e nei college americani, e lo stesso livello del basket continentale si è alzato: così, l’Angola è ancora tra le migliori, ma le contendenti sono sempre più numerose e attrezzate. Nulla hanno potuto gli angolani contro una Nigeria dallo stile di gioco molto “americano” (tanto, forse troppo affidamento alle individualità), che nonostante un amalgama di squadra non ottimale alla fine è riuscita comunque a sfruttare al meglio un talento individuale senza pari; basti pensare che Ike Diogu, uno dei migliori della squadra, è rimasto fuori per tutto il torneo per un infortunio, senza che la squadra ne risentisse particolarmente.
Non è un caso che tutti i giocatori nigeriani, alcuni dei quali nati o cresciuti negli USA, giochino all’estero, molti in campionati di livello come quello spagnolo, quello italiano, quello greco o quello turco; senza contare la NBA di Al-Farouq Aminu, che però ha giocato più da uomo-squadra che da stella d’oltreoceano. E non è un caso nemmeno che tutti i giocatori dell’Angola giochino in Angola, a eccezione del centro Yanick Moreira, che ha appena concluso la sua carriera in NCAA con la Southern Methodist University.
Come abbiamo detto in apertura, la Nigeria con la vittoria si è assicurata un posto alle Olimpiadi, mentre l’Angola, la Tunisia (terza classificata di fronte al pubblico di casa) e il Senegal proveranno a giocarsi una improbabile chance di qualificazione al torneo pre-olimpico del prossimo anno.

Curiosamente, sia Tunisia che Senegal avevano chiuso imbattute la fase a gironi, al contrario di Nigeria e Angola, ma è ormai chiaro che la prima fase in questo torneo conti davvero poco. Infatti, tutte e 16 le partecipanti accedono agli ottavi di finali, e i gironi di fatto servono solo a decidere gli accoppiamenti.

Salah Mejri, stella della Tunisia (Foto: supersport.com)

Salah Mejri, stella della Tunisia (Foto: supersport.com)

Il Gruppo A ha visto dominare la Tunisia del “madrileño” Salah Mejri e del naturalizzato Michael Roll, seguita proprio dalla Nigeria, dalla Repubblica Centrafricana orfana di Romain Sato ma che ha trovato punti da Max Kouguere (nuovo acquisto del Pau Orthez), e dall’Uganda, tra le cui file si è messo in mostra Stanley Ocitti, giocatore di origine olandese che gioca nel campionato giapponese (!).
Il Gruppo B era invece quello di Senegal e Angola, arrivate rispettivamente prima e seconda, con il sorprendente Mozambico, in cui si sono messi in mostra i gemelli Pio e Augusto Matos, al terzo posto e il Marocco dell’atletico Zouita in ultima posizione.
Nel Gruppo C ha chiuso al primo posto l’Egitto, squadra solida e ben organizzata che si è affidata al talento di Assem Marei (che ha appena chiuso la carriera universitaria a Minnesota State), seguito dal Camerun del “sassarese” Kenneth Kadji, che ha però faticato parecchio nel ruolo di trascinatore, dal Mali e dal Gabon di Stephane Lasme, vero punto di riferimento della squadra.
Infine, il Gruppo D ha visto sorprendentemente chiudere in testa Capo Verde, risultato che ha dell’incredibile se pensiamo che è un Paese che non arriva al mezzo milione di abitanti; il trucco in effetti c’è, e si chiama Jeff Xavier, naturalizzato di origine statunitense con buone esperienze in Spagna e Germania. Al secondo posto ha chiuso la Costa d’Avorio, una delle delusioni della competizione, che ha avuto molto dal play Souleymane Diabate (ottimo giocatore del campionato francese) ma poco dal resto della squadra; a chiudere, l’Algeria di Mohamed Harat e lo Zimbabwe del “reggiano” (e neo-veronese) Vitalis Chikoko, senza dubbio il migliore dei suoi.

Stephane Lasme ha guidato il suo Gabon a un risultato sorprendente (Foto: basketdergisi.com)

Stephane Lasme ha guidato il suo Gabon a un risultato sorprendente (Foto: basketdergisi.com)

Gli ottavi di finale hanno generato non poche sorprese, a partire dalla risicata vittoria di misura dei padroni di casa tunisini nel “quasi-derby” contro il Marocco, per arrivare alle eliminazioni di Costa d’Avorio, Camerun e Capo Verde per mano, rispettivamente, di Mali, Algeria e Gabon. Rischio impronosticabile in partenza anche per l’Angola, che vince solo di 1 punto contro la Repubblica Centrafricana, mentre Egitto, Senegal e Nigeria asfaltano Zimbabwe, Uganda e Mozambico.

Nei quarti, fatica ancora la Tunisia, che vince solo di 7 contro il modesto Mali, mentre Senegal e Nigeria continuano a fare da schiacciasassi contro Algeria e Gabon. La sorpresa arriva dalla gara più equilibrata, almeno sulla carta: l’Angola infatti rifila un ventello all’Egitto, che esce dalle prime 4 dopo il secondo posto di due anni fa (ottenuto, tra l’altro, dopo aver perso tutte e tre le gare della prima fase).

Nella prima semifinale, la Tunisia è costretta a capitolare contro l’Angola: dopo un primo tempo quasi imbarazzante (15-24), nella ripresa gli angolani mantengono senza grossi problemi la testa della gara con Carlos Morais e Eduardo Mingas, mentre la Tunisia dice addio a ogni speranza di recupero anche a causa dei problemi fisici di Mejri, costretto ad abbandonare il campo nel finale.

Gorgui Dieng, forse il miglior giocatore del torneo (Foto: sunugal24.net)

Gorgui Dieng, forse il miglior giocatore del torneo (Foto: sunugal24.net)

Serve invece un supplementare alla Nigeria per battere il Senegal, in quella che molti consideravano come la vera finale. In effetti, le due squadre hanno lottato alla pari per 40 minuti, ma poi il Senegal è letteralmente crollato nel supplementare. Ai senegalesi non è bastato il solito, monumentale Gorgui Dieng (20 punti, 16 rimbalzi, 4 assist), mentre i nigeriani hanno avuto un Chamberlain Oguchi a dir poco immarcabile con 28 punti e 8/13 da tre.

La spinta del pubblico tunisino ha poi aiutato i padroni di casa ad avere la meglio sui senegalesi nella finalina per il terzo posto, ininfluente ai fini delle qualificazioni al pre-olimpico. Sugli scudi per i tunisini il naturalizzato Michael Roll (25 e 5 assist), mentre ai senegalesi ancora una volta non è bastato Dieng (19+12), nemmeno con l’aiuto di Mendy (19+10).

In finale, come detto in apertura, la Nigeria ha avuto vita facile: dopo un primo quarto guidato dall’Angola (13-10), sono saliti in cattedra Lawal, i due Aminu e Oguchi, scavando un divario che gli angolani non sono più riusciti a ricucire, se non parzialmente con una purtroppo inutile reazione d’orgoglio negli ultimi minuti.

Chamberlain Oguchi, mortifero tiratore da oltre l'arco (44% su quasi 10 tentativi a gara)

Chamberlain Oguchi, mortifero tiratore da oltre l’arco (44% su quasi 10 tentativi a gara)

Anche quest’anno Afrobasket si è dimostrato un torneo interessante, anche se molto di nicchia: il gioco espresso dalla maggior parte delle squadre, sia come talento individuale che come organizzazione del gioco, è stato spesso infimo, soprattutto nelle prime fasi del torneo, con una marea di tiri aperti conclusi con airball o mattonate terrificanti, palle perse in campo aperto, passaggi sbagliati a un metro di distanza e chi più ne ha più ne metta. Ciò nonostante, l’Afrobasket ha sempre il suo fascino, che sa di basket “autentico”, parente più prossimo a quello che tutti “noi” giochiamo quotidianamente. Una sorta di “minors” del basket internazionale, con qualche perla di rara bellezza qua e là, come i già citati Dieng, Mejri, Kadji, Ocitti, Marei, Lasme, Chikoko, Morais, Moreira e buona parte dei nigeriani (Oguchi, Lawal, i fratelli Aminu, Uzoh, Umeh) e molti giovani emergenti negli anni a venire.
Chiudiamo con la classifica, che da buon campionato “vecchio stile” è stata accuratamente compilata con le varie finaline per decidere ogni posizione. Ebbene sì, mentre in Europa discutiamo sulla reale necessità di disputare la finale per il 3º e 4º posto quando non c’è niente in palio (vedi, per esempio, l’Eurolega), in Africa si gioca anche la finale per il 15º/16º posto. Anche per questo amiamo l’Afrobasket!

1. NIGERIA
2. Angola
3. Tunisia
4. Senegal
5. Egitto
6. Algeria
7. Mali
8. Gabon
9. Camerun
10. Capo Verde
11. Mozambico
12. Costa d’Avorio
13. Marocco
14. Repubblica Centrafricana
15. Uganda
16. Zimbabwe