eurobasket-2015-danilo-gallinari-a-caldo-dopo-spagna-italia-hqdefault.jpgMissione compiuta. Alla fine l’Italbasket raggiunge l’obiettivo minimo, la qualificazione al torneo pre-olimpico del prossimo luglio. Rio 2016 è più vicina ma attenzione perché la competizione sarà serratissima (1 solo posto a disposizione in ciascuno dei tre mini-tornei da 6 squadre, ndr) e bisognerà arrivare più che preparati, altrimenti la prossima estate finirà ancora prima di iniziare. Il traguardo è raggiunto al termine di una gara contro la Repubblica Ceca (85-70 il risultato finale) che conferma tutte le cose positive fatte vedere dall’Italia in questi 10 giorni, lasciando ancora di più l’amaro in bocca per ciò che poteva essere e non è stato. Ma c’è anche la conferma dei punti interrogativi sollevati da questo gruppo e dallo staff tecnico, che di fatto ha fermato una corsa alle medaglie che era sembrata possibile.

L’Italia ha ancora mostrato la determinazione e la cattiveria agonistica, mischiate ad un talento enorme nella metà campo offensiva, che l’ha portato ad un tiro dalle semifinali. La gara contro i cechi nascondeva mille insidie prima psicologiche e poi tecniche. Gli azzurri hanno risolto le prime approcciando la gara nel modo migliore, senza farsi prendere dal panico in un inizio difensivamente complicato, in cui abbiamo sofferto tanto, troppo, l’asse Satoransky-Vesely e le ottime spaziature degli esterni di Ginzburg, mentre in attacco faticavamo ad entrare in ritmo. Nonostante tutto gli azzurri hanno mantenuto la concentrazione e  si sono appoggiati spesso e volentieri a quel Andrea Bargnani che nella seconda parte dell’Europeo è diventato il nostro faro offensivo e ciambella di salvataggio nei momenti di apnea, cosi come Gentile ha risolto nel primo tempo, con la sua forza fisica ed aggressività, un paio di situazioni in cui l’attacco era statico. Tenuto botta nella prima parte di gara, nel terzo quarto ci ha pensato il talento offensivo di Belinelli e Gallinari a scavare il solco, con l’Italia che ha trovato quei tiri “ignoranti” che con la Lituania erano mancati, ma soprattutto la palla ha iniziato a viaggiare e il pick&roll centrale è tornato ad essere pericoloso e non più statico. A questo si è aggiunta una maggiore attenzione difensiva, con alcuni aggiustamenti proprio sul pick&roll Satoransky-Vesely, che ci ha permesso rotazioni difensive migliori e sporcato le percentuali dei nostri avversari. Ne è venuto fuori un parziale di 24-8 in 7′ a cavallo della pausa lunga, poi diventato 36-17 all’inizio dell’ultimo quarto che ci ha spinto fino al +22 segnando di fatto la gara, anche perché Ginzburg, dopo essere rientrato a -13 grazie ad un paio di amnesie italiane, ha pensato più alla sfida di oggi con la Lettonia rinunciando alla sua coppia di stelle negli ultimi 4′.

Simone Pianigiani Nazionale - Foto Savino Paolella 2013

Simone Pianigiani (Foto Savino Paolella 2013)

Come dicevamo in apertura però, questa partita ha confermato tutti i dubbi sulla mancanza di una vera identità tattica di questa squadra, soprattutto nella metà campo difensiva. Una situazione che è stata amplificata soprattutto quando abbiamo affrontato squadre organizzate come Serbia, Lituania, in parte la Turchia, e ieri la Repubblica Ceca. Nel primo tempo bastava un blocco lontano dalla palla per mandare completamente in tilt le rotazioni difensive e spesso e volentieri un giocatore avversario riusciva a tirare piedi a terra oppure appoggiare facilmente al ferro. Aldilà di qualche dubbio sulla gestione delle rotazioni, è proprio questa impreparazione difensiva che più imputiamo a Pianigiani e al suo staff tecnico, soprattutto perché l’allenatore senese è (era?) riconosciuto come un allenatore che fa dell’aspetto difensivo un suo credo. Visto che, conoscendo l’ambiente della Federazione, sarà ancora Pianigiani il prossimo allenatore dell’Italia, ci piacerebbe che come compiti per le vacanze lui e il suo staff tecnico lavorasssero per dare a questa squadra un minimo di organizzazione offensiva ma soprattutto difensiva. Se dovesse succedere, questo gruppo ha ancora molto da dare e se il talento strabordante fosse incanalato nel modo giusto, chissà che i successi che fin qui sono mancati non arrivino improvvisamente, e non per caso.

LE PAGELLE DI ITALIA-REPUBBLICA CECA

Bargnani 9 – Alzi la mano chi avrebbe detto all’inizio dell’Europeo che Bargnani sarebbe diventato il nostro punto di riferimento in attacco. In difesa ha sofferto per tutto il primo tempo Vesely ma in attacco ha fatto pagare dazio con gli interessi, mantenendo attaccata l’Italia prima di esaltarsi anche lui nel bombardamento del terzo quarto, chiudendo con 21 punti e 8/14 al tiro.

Belinelli 7 – Partita diligente che dimostra come il giocatore che spesso e volentieri cercava di risolvere i problemi della squadra con soluzioni estemporanee non c’è più. Ha aspettato che la gara andasse da lui, aiutando molto al rimbalzo in difesa nel primo tempo, prima di aprire il fuoco nel terzo quarto, chiudendo con il 50% al tiro e 12 punti, con una schiacciata spettacolare a fine secondo quarto che ha dato il la’ al parzialone decisivo.

Gallinari 7.5 – Ieri aveva detto che si era rotto le scatole di perdere, oggi ci aspettavamo un Gallo iper-motivato ma nel primo tempo ha pensato più a tenere insieme la squadra nella metà campo difensiva, prima di lanciare la fuga decisiva con una magia sulla sirena del secondo quarto. Da lì in poi ha giocato a suo modo, facendo ancora una volta vedere a tutta Europa di che razza di talento la sfortuna ci ha privato per diversi anni.

Gentile 7.5 – Inutile girarci intorno, bisogna accettarlo così com’è, talento e cazzimma, genio e sregolatezza. Forse contro la Lituania ha sbagliato nell’ultimo possesso, probabilmente anche ieri ha forzato qualche giocata commettendo errori banali, a volte si fa prendere dalla voglia di strafare, ma quando attacca il canestro è quasi immarcabile, o meglio per fermarlo servono falli (anche stasera 8 giri in lunetta e percorso netto). Dopo la delusione di ieri poteva essere uno di quelli a patire di più psicologicamente ma ha azzannato la partita senza alcun timore, sintomo che il ragazzo forse è già diventato uomo ed è pronto per il passo successivo.

Cinciarini 7 – A noi il Cincia ieri sera è piaciuto, perché questa gara rappresenta in pieno il suo Europeo, vissuto in punta di piedi cercando di entrare in sintonia con i compagni e con un ruolo diverso dal solito. Anche contro i cechi ha sofferto in avvio Satoransky, ma lentamente è entrato nel match, ha dato ritmo alla squadra e nel terzo quarto Pianigiani non l’ha più tolto, venendo ripagato alla grande. Il +17 di plus/malus non mente.

Cusin 6 – Quello che il Cuso dà, il Cuso leva. Come sempre ottimo il suo impatto difensivo con due/tre giocate da applausi, ma in attacco il Pandino ha girato a vuoto trovando in una sola occasione l’inchiodata.

Melli 6.5 – Altra partita di enorme sacrificio, cercando di sfruttare al massimo i minuti a disposizione. Missione compiuta con un buon impatto difensivo sotto i tabelloni e qualche bella giocata in attacco, senza “sporcare” il suo tabellino come spesso gli capita.

Hackett 5.5 – Il giocatore visto a questo Europeo è la copia sbiadita di quello che ha dominato in Italia e messo paura all’Europa nella stagione 2013/2014. Anche stasera tanto cuore e determinazione, ma senza molto costrutto. Di lui si ricordano soprattutto le due palle buttate al vento in avvio di ultimo quarto, quando la Repubblica Ceca ha provato un timido rientro. Buone notizie Daniel, questo annus horribilis è finito, sperando che l’aria di Atene ti faccia bene.

Aradori 6 – Serata un po’ così per il Cagnaccio, che fatica ad entrare in partita cercando di farlo con qualche forzatura di troppo, non riuscendo neanche ad essere incisivo in difesa, dove pure aveva fatto vedere ottime cose per tutto l’Europeo. Sufficienza di fiducia soprattutto per la grande maturazione avuta in questa estate.

Pianigiani 6.5 – Chi scrive ha sempre pensato che sia un buon allenatore, non un fenomeno, ma sicuramente non il brocco che molti, anche addetti ai lavori, dipingono in questi giorni. Ha senza dubbi le sue lacune e, senza girarci intorno, anche queste lacune ci sono costate un possibile posto sul podio. Anche ieri sera la squadra era impreparata contro le mosse vincenti dell’avversario, subendo tantissimo senza trovare una soluzione. Solo negli spogliatoi c’è stato un minimo adeguamento difensivo prima che i buoi scappassero definitivamente, e poi il talento dei singoli gli ha tolto più di una castagna dal fuoco. D’altra parte, però, bisogna dargli merito, a lui e al suo staff tecnico, di aver mantenuto alta la concentrazione della squadra per una partita fondamentale. Se pensiamo a come era finita a Lubiana, è già un bel passo avanti.