Nomi e talento alla mano, doveva essere una semplice formalità, se pur da trattare con le dovute precauzioni, per Sasha Djordjevic e la sua Serbia. Ed invece come nelle migliori favole, come nel più classico dei Davide-Golia, ad avere la meglio sono stati i sottovalutati lituani.

Gioco molto fisico, pochi bersagli grossi dalla lunga distanza (6/28 per i serbi, 2/14 per i baltici, assolutamente controcorrente rispetto a quanto visto contro gli azzurri nei quarti), ma nonostante questo una grande partita fatta di letture e soprattutto volontà, che ha visto i lituani essere sempre in controllo di un match che ha dimostrato come l’assenza di un effettivo playmaker (Kalnietis, alternato a Seibutis, play non è, e le otto palle perse, sulle venti totali dei lituani, lo dimostrano) non sempre è un limite, o almeno non lo è quando sei volte su dieci le azioni offensive partono con Valanciunas e Jankunas a bloccare per liberare tiratori o portarsi, rollando, nel pitturato.

Seibutis ha trafitto la Francia (foto alfa.lt)

Seibutis ha trafitto la Serbia (foto alfa.lt)

Per i serbi il più grande rimpianto è sicuramente dato dal non esser stati in grado di affondare “le zanne” in un match che ha comunque offerto loro spesso il fianco, ma Teodosic, spettacolare e perfetto sino alla palla a due di questa semifinale, ha sofferto percentuali non esaltanti, e non sempre è stato capace di armare le mani di Bjelica e Bogdanovic, a dir il vero abbastanza discontinui offensivamente, come dimostrato dal punteggio finale, non sicuramente esaltante.

MVP: numeri alla mano, nonostante lo 0/4 da tre, l’apporto di Kuzminskas e’ stato assolutamente devastante. 13 punti e 9 rimbalzi, sui 67 punti e 40 rimbalzi totali dei lituani sono un bottino notevole per un ragazzo che nel torneo viaggia a 8 punti e 4.7 palloni catturati sotto i tabelloni ad allacciata di scarpe. Assieme a lui, i 15 punti con 6 tiri dal campo di Valanciunas sono notevoli, anche se non supportati dalla solita presenza sotto canestro da parte del centro di Toronto, spesso limitato anche dai difficili problemi di gestione falli.

LVP: Non è facile nè semplice scegliere chi ha deluso le aspettative, ma se proprio dobbiamo, il match di Bogdanovic non è stato assolutamente all’altezza delle sue aspettative, e neanche delle nostre, come forse tutto il torneo continentale, passato all’ombra di numeri e giocate dei vari Teodosic, Bjelica e Raduljica. 4/12 dal campo, con un sanguinoso 1/7 da tre in 25 minuti non sono proprio i numeri che ci si aspettano da un attaccante vero, tiratore puro e giovane dal talento, soprattutto offensivo, pressoché illimitato. Peccato per lui, e per i serbi tutti, per aver sprecato un’altra buona occasione. Forse la più ghiotta di tutte.

The Unexpected: perché scegliere un giocatore, quando a sorprendere è stato un intero team? Vincere contro la Serbia con 20 palle perse, il 45% dal campo e il 14% da tre, non era la più semplice delle fatiche, eppure i lituani ci sono riusciti. Favola già scritta? No, assolutamente. Più che altro grande volontà dei nipoti di Sabonis, e forse anche un po’ di undervalue da parte degli avversari sino ad ora incontrati. Ed a questi livelli, sottovalutare, non è possibile.