CON UNA SERBIA CHE GIOCA DA SERBIA, DIFFICILE USCIRE VITTORIOSI

Si conclude la fase a gironi, in quello che può essere definito, senza troppi giri di parole, il girone più forte di Eurobasket 2015. L’Italia ha incontrato la candidata numero uno per la vittoria finale, l’unica squadra che ha concluso a punteggio pieno, insieme a Grecia e Francia.

Una buona partita, utile ad evidenziare aspetti positivi e negativi da cui trarre conclusioni preziose per affrontare il match di domenica sera contro Israele. Marco Belinelli era a disposizione di Pianigiani, ma l’idea di tenerlo a riposo ha avuto la meglio sul possibile rischio di impiego. Sarebbe stato bello affrontare la squadra di Djordjevic potendo contare sull’organico al completo, ma così non è stato, data l’ovvia assenza di Datome e quella del numero 3 azzurro. Fin dal primo quarto si è capito in che direzione sarebbe andata la gara, con due protagonisti che hanno subito alzato l’asticella del loro gioco, formando un asse play-lungo con pochi eguali in Europa. Ovviamente stiamo parlando di Milos Teodosic e Nemanja Bjelica. Per il playmaker del CSKA, 26 punti e 8 assist, tirando 4/5 da due, 4/7 da tre e 6/6 ai liberi, mentre per l’ala dei Minnesota Timberwolves il referto dice 19 punti, 8 rimbalzi e 4 assist, con un eccellente 7/8 da due punti. Sarebbe sbagliato e ingiusto non citare il resto della squadra serba, dato che tutti (Raduljica e Bogdanovic in primis) hanno contribuito con un’efficienza invidiabile al +19 con cui hanno spazzato via l’Italbasket.

Si sono viste buonissime cose dagli azzurri, sia a livello caratteriale che a livello di scelte offensive. In difesa bisogna ancora migliorare, ma la crescita è evidente. Minutaggio elevato per Gentile ed Aradori, mentre a Gallinari è stato concesso di riposare più del previsto, in vista dello scontro diretto di domenica. Anche Andrea Cinciarini ha disputato una buona partita, con qualche blocco in meno quando si trattava di prendersi responsabilità di una certa portata in attacco, e ha mandato a referto 11 punti con buone percentuali al tiro. Le prestazioni di Alessandro Gentile fanno pensare ad un giocatore mentalmente in uno stato eccellente, consapevole di dover fare un passo indietro ed accantonare il suo ego per mettere il suo talento al servizio della squadra. E ci sta riuscendo alla grande. Pietro Aradori sta acquisendo fiducia nei suoi mezzi, dopo aver compreso quanto sia stato importante nelle scorse partite e quanto abbia fatto la cosa giusta al momento giusto in più di un’occasione, levandosi di dosso l’etichetta di solo attaccante. Daniel Hackett continua ad avere un buonissimo minutaggio, ma sta incontrando non poche difficoltà nel trovare la sua dimensione ottimale, anche se nulla è perduto. Situazione quasi analoga per Nicolò Melli, l’altro ex dell’Olimpia che i tedeschi impareranno a conoscere tra poche settimane. Il match contro la Serbia ha decretato anche il debutto di Amedeo Della Valle sul parquet dell’Europeo, autore di una tripla che è sembrata quasi un gol. Anche Achille Polonara è sceso in campo, mandando a referto 2 punti e stoppando, in modo spettacolare come suo solito, una conclusione a canestro di Nedovic.


Il vero specchio del cambiamento che sta avvenendo negli azzurri, però, ha un nome ed un cognome: Andrea Bargnani. Uno dei più criticati prima e durante la fase a gironi, bravo a prendersi la sua rivincita e dimostrare il suo grande valore. Preciso dalla lunga, efficace nelle penetrazioni (a maggior ragione essendo un 2.11) e attivo in difesa. Non è mai stato e non sarà mai un grande rimbalzista, ma si sta concentrando nell’eseguire nel miglior modo possibile quelli che sono i suoi compiti principali in campo. L’evoluzione del Mago ha coinciso con quella di tutta la squadra, rappresentando un’arma non di poco conto e, naturalmente, una minaccia per i lunghi avversari, costantemente in difficoltà nell’adattare la difesa per contenerlo.
La nazionale israeliana ci attende alle ore 18 di domenica, a Lille. Ora si fa ancora di più sul serio, consapevoli che una parte del lavoro è stata svolta e, soprattutto, buona parte delle avversarie più temibili sono già state affrontate in questi primi scontri. L’attenzione non deve concentrarsi sull’avversario, ma piuttosto sulla stessa nazionale italiana, comprendendo che qualsiasi avversario dovrà essere trattato con la massima umiltà e concentrazione. Ma, ormai, i ragazzi di Pianigiani lo sanno.

 

DENTRO O FUORI, CI TOCCA ISRAELE

(Foto Savino Paolella 2014)

Ohayon contro Vorontsevich, come nel primo match del girone (Foto Savino Paolella 2014)

Squadra tutt’altro che facile da affrontare, una sorta di incognita fino all’esordio contro la Russia. Ci sono diversi elementi capaci di creare non pochi problemi, da Gal Mekel a Omri Casspi, passando per D’or Fischer, Yogev Ohayon, Raviv Limonad, Lior Eliyahu e Yaniv Green. Hanno perso un solo incontro, se si esclude il match contro la Francia, contro la Bosnia-Herzegovina di due punti (unica partita vinta dalla nazionale di Gordic e Renfroe).
Se i miglioramenti continueranno ad essere all’ordine del giorno, la strada dell’Italbasket non si fermerà contro di loro, ma regalerà molte soddisfazioni a tutti. Avversaria meno temibile della Spagna, della Serbia e perfino della Turchia, ma ogni partita è una storia a sé, a maggior ragione osservando l’andamento della competizione e notando il grande livello del basket europeo. Gigi Datome avrà un’altra risonanza una volta in Francia, ma è molto probabile che Pianigiani dovrà fare a meno di lui in ogni caso. Detto ciò, con l’organico al completo e la fiducia che è sensibilmente salita, partiamo con tanta prudenza ma, al tempo stesso, con qualche certezza in più.