Serbia-Russia, una semifinale dal gusto antico. Tanti dubbi sulla selezione guidata da Sasha Djordjevic alla vigilia di Eurobasket, perché le assenze illustri hanno di fatto pesato sulle prestazioni della Serbia, ma ciò che conta è l’equilibrio e l’efficacia in attacco ed in difesa, e questi fattori non sono mancati.
L’elenco è molto lungo: Kalinic, Nedovic, Raduljica, Markovic, Bjelica e, last but not least, Teodosic. Contro l’Italia hanno avuto vita facile a rimbalzo e nel pitturato, ma di sicuro la Russia vanta giocatori di altro tonnellaggio, come Mozgov, Vorotnsevich e Kurbanov, senza dimenticare Antonov e Zubkov.

Bogdanovic contro Shved vale il prezzo del biglietto e stiamo parlando di due dei migliori marcatori della manifestazione. La guardia del Khimki sta mettendo nero su bianco 24 punti a partita, mentre il neo-giocatore dei Sacramento Kings è il sesto realizzatore in assoluto, con 19.7 ad allacciata.
Non passerà tutto dalle loro mani, perché le difese predisposte da Bazarevich e Djordjevic non lasceranno nulla al caso, e si parla delle due squadre che per certi versi hanno mostrato la maggiore solidità nell’arco dei 40 minuti sul parquet.

Lo spettacolo sarà tutto tranne che scontato, perché potrebbe rivelarsi un confronto in cui la differenza verrebbe fatta dalle difese, per poi ragionare molto sugli attacchi. Come in tutti i match in cui vi sono dei grandi attesi, e qui torniamo al discorso fatto poco sopra, bisogna prendere in considerazione in modo piuttosto serio la possibilità di assistere a prove inaspettate da elementi considerati gregari.
Succede spesso, soprattutto quando c’è qualcosa di grosso in palio, e la finale dovrebbe essere un obiettivo di enorme portata per chiunque scenderà sul parquet della Sinan Edrem Arena.

Sarà una sfida importante anche per poter ottenere lo slancio giusto in vista della finale. La Slovenia, per usare un termine calcistico, ha preso a pallonate i campioni in carica della Spagna e rappresenta la più seria candidata per salire sul gradino più alto del podio.

Starà a Russia e Serbia far capire, con il gioco, di poter giocare al loro livello.