Impresa storica quella in terra di Francia della Nazionale azzurra, premesse non esaltanti dopo il deludente europeo del 1981 e la mancata qualificazione ai mondiali di Cali in Colombia l’anno successivo. Ci aiuta a capire l’atmosfera attorno alla squadra azzurra uno dei grandi cronisti al seguito di Gamba e dei suoi ragazzi, ovvero Dario Colombo, allora Direttore de I Giganti del Basket e telecronista per Telemontecarlo, emittente che seguiva in diretta come la Rai la massima manifestazione continentale.

Dario Colombo

Dario Colombo

DB: La delusione di Praga e la mancata qualificazione ai Mondiali avevano generato più di un ombra attorno alla spedizione azzurra in partenza per Limoges. Qual era l’opinione dominante e le sensazioni attorno a Meneghin e compagni alla vigilia della gara di apertura contro la Spagna?

COLOMBO:” Scetticismo e perplessità sicuramente erano tra i sentimenti prevalenti attorno agli azzurri. Non tanto per il valore in se del gruppo e del coach, l’argento olimpico era di soli tre anni prima ed il roster ricco di talento ed esperienza, ma si respirava un clima da ultima spiaggia se si pensa che la stessa Federazione (con il Presidente Vinci in testa) avevano dato una sorta di ultimatum a Gamba, se non fosse arrivato un ottimo piazzamento, ad esempio anche un gradino basso del podio, la carriera del grande allenatore milanese in Nazionale sarebbe certamente terminata dopo gli Europei transalpini. Le amichevoli pre torneo avevano rafforzato le perplessità della vigilia, Solfrini (grande protagonista con Roma nelle finali scudetti di qualche settimana prima con Milano) si fa male e non può partire con il gruppo, non c’è più Sylvester (giocatore carismatico e grande leader anche a Mosca nel ’80) . I francesi si dimostrano anch’essi poco amichevoli nei confronti dei nostri atleti, cambieranno persino il pallone con cui si svolgeranno le gare, mentre gli azzurri si erano allenati sino ai giorni precedenti la partenza con un altro tipo di palla. E persino il clima, quello atmosferico, sembrava inviare segnali poco confortanti. Durante il volo per Limoges l’areo della squadra azzurra fu colpito da un fulmine causando in tutto il gruppo ovvio spavento, quando si dice una partenza a dir poco turbolenta”.

DB: E a dir poco turbolenta e ricca di emozioni è la gara d’esordio, si vince con la Spagna con un mezzo miracolo di Marzorati sulla sirena, sembrò l’inizio di una svolta.

COLOMBO:” Una vittoria rocambolesca contro un avversario forte e di qualità, che diede coraggio ed ossigeno ma non autorizzava ancora certo a voli pindarici. Lo stesso Gamba a fine partita fu piuttosto severo con i suoi parlando chiaramente di gara dove si aspettava parecchio di più, soprattutto dai ragazzi che uscivano dalla panchina, ad eccezione di Caglieris che fu l’unico, a suo dire, a fornire un contributo importante. Insomma un cauto ottimismo in vista del prosieguo del girone eliminatorio”.

DB: Girone che l’Italia però domina polverizzando nella ripresa i francesi, che anche per questo forse ci ameranno ancora meno, sistemò le pratiche Grecia e Svezia ma non era sufficiente. Per passare c’era bisogno di battere anche la Jugoslavia, pena l’uscita anticipata dal giro del podio.

COLOMBO:” Una partita per nulla facile che i nostri ragazzi giocheranno in modo impeccabile soprattutto nel secondo tempo. Viene fuori il meglio della nostra Nazionale, un gruppo ricco di giocatori di grandissima esperienza, basti pensare a Marzorati, Meneghin, Vecchiato, a giocatori ormai al culmine della maturità sportiva come Villalta e Sacchetti, giovani solo all’anagrafe come Riva e Brunamonti già abituati a successi internazionali, Gilardi che veniva dalla finale giocata in modo straordinario con la maglia del Bancoroma. E dopo tutte le difficoltà che abbiamo descritto in partenza contro l’armata Jugoslavia tirarono fuori un secondo tempo eccellente soprattutto in difesa dove fermarono completamente l’attacco dei nostri pericolosissimi rivali. Era una Jugoslavia in via di cambiamento ma sempre forte con un giovanissimo Drazen Petrovic, si arrivò poi alla celebre rissa con ancora una volta Kicanovic protagonista, non nuovo a queste provocazioni sia in Nazionale che nel campionato italiano dove aveva giocato due stagioni con la maglia della Scavolini. Già nel primo tempo ci furono storie tese con Bonamico che fece assaggiare subito i gomiti proprio a Kicanovic, poi dal calcio dell’ex play di Pesaro a Villalta si innescò una rissa furiosa che viene sedata a fatica, vola più di un pugno, Gamba ed il massaggiatore Galleani scattarono subito anche loro a difesa dei nostri giocatori. Per questo il coach azzurro venne anche squalificato per una giornata grazie ad una vera decisione cervellotica dell’ufficiale di campo belga che si inventò una sorta di prova televisiva, inesistente ovviamente all’epoca dei fatti. Dopo una notte di trattative e proteste italiane si arrivò al compromesso di una sorta di squalifica congelata, insomma Gamba osservato ultra speciale”.

DB: Superato di slancio l’ostacolo non proprio irresistibile degli olandesi si arrivò alla finale con la Spagna. Oggi si chiamerebbe magari con una formula all’americana history repeating, quanto era rimasto nella mente degli spagnoli delle sconfitte beffarde, compresa quella all’ultimo istante nella gara d’esordio, e quale l’atmosfera in casa azzurra, decisamente cambiata rispetto all’inizio della competizione.

COLOMBO: “Sicuramente era salita e di molto la fiducia e la consapevolezza di farcela da parte dei nostri giocatori. Stavano giocando un basket molto efficace su entrambi i lati del campo, i precedenti erano confortanti e tutti erano arrivati in gran forma all’ultimo atto. Da parte sua, la Spagna veniva però da un successo storico contro l’URSS, aveva grandissimi campioni come Martin, San Epifanio, Sibilio, De La Cruz, Corbalan. Proprio la difesa sullo straordinario play del Real fu a mio parere una delle chiavi del successo. Gamba usò con grande intelligenza tutte le sue risorse, poteva difendere sia con i play di ruolo come Marzorati e Caglieris, ma anche sfruttando le gambe fresche di atleti super come Gilardi e Brunamonti, o giocatori di grande solidità come Sacchetti che era estremamente versatile in difesa ed abbinava stazza e piedi velocissimi. L’altro fattore fu l’eccellente approccio offensivo della nostra squadra che battè la Spagna sul suo terreno preferito, attaccandola ed eseguendo con grande efficacia alternando penetrazioni e scarichi sul perimetro. Nonostante l’uscita per falli di Meneghin, penalizzato oltremisura all’arbitraggio, resistemmo negli ultimi minuti grazie anche a Vecchiato che lottò come un leone. Era in generale un gruppo di giocatori solidi e con mentalità vincente: nemmeno le polemiche montate ad arte durante la vigilia dal coach spagnolo Diaz Miguel riuscirono a sortire effetto. Fu davvero un momento che cambiò la storia del basket italiano, che raggiunse i vertici in termini di popolarità nel nostro paese proprio grazie a questa vittoria”.