2014-FIBA-Basketball-World-Cup-Logo-SpainA poche ore dalla palla a due del Mondiale spagnolo, DailyBasket presenta un Ranking delle 24 squadre coinvolte nella manifestazione, considerando aspettative, roster e cammino di preparazione. Una cartina al tornasole dello stato di forma di ciascun organico, tenendo sempre in considerazione che durante il torneo gli equilibri tra le squadre possono cambiare a causa di fatica, infortuni e fattori mentali.

Partiamo dal fondo, risalendo la classifica fino alle squadre secondo noi favorite per salire sul podio di Madrid.

LE DEBOLI

Appartengono a questo gruppo le squadre più deboli presenti a questi Mondiali e che verosimilmente avranno poco a che fare con la lotta per gli ottavi di finale. Per tutte loro l’unico obiettivo e di non sfigurare e di fare una bella esperienza, sperando magari di raccogliere una vittoria per strada, che darebbe lustro all’avventura e varrebbe di fatto come un titolo

24. COREA DEL SUD.

fonte FIBA.com

Moon Tae-Jong, che in Europa conosciamo meglio come Jarod Stevenson (fonte FIBA.com)

Dopo la Corea, nel ranking Fiba, ci sono solo Finlandia, Senegal e Filippine, vorrà pur dire qualcosa. Soprattutto è vero che la Corea fatica ad emergere persino nel continente asiatico da 15 anni a questa parte, con l’ultima gioia che risale al lontano 1997. E la partecipazione al Mondiale è arrivata grazie al tracollo della Cina nella scorsa edizione degli Asia Championship. Ad aiutare i coreani un calendario favorevole che li vedrà opposti all’Angola alla prima giornata. Per volare in vetta almeno per una sera, e sarebbe una grandissima sorpresa.

23. EGITTO.

E’ vero l’estate scorsa i faraoni hanno fatto un vero miracolo a salire sul podio ai campionati continentali, giocando anche per il titolo, ma appunto è stato un miracolo ed il fatto che Assem Marei (unico vero prospetto cestistico egiziano da qualche anno a questa parte) non sia riuscito a recuperare dall’infortunio e abbia dovuto dare forfait, rischia di spingere i faraoni ancora più sotto nel Ranking. Per contraddirci dovranno tirare fuori tutta la loro carica agonistica che li potrebbe far tornare a casa con lo scalpo dell’Iran. Unico reale obiettivo del loro Mondiale.

22. SENEGAL.

Con “vedi sopra” ci saremmo già evitati la fatica di scrivere. Ma è pur sempre la squadra di Gorgui Dieng, cresciuto alla scuola di Rick Pitino che l’ha trasformato da spaurito ragazzo africano piombato dal nulla nel Kentucky, in un giocatore di basket protagonista del titolo NCAA del 2013 e capace di strappare anche un contratto NBA. Il resto è una squadra che fa dell’atletismo la sua forza, ma che tecnicamente è decisamente poco cosa, che è arrivata terza alla rassegna continentale dello scorso anno, battuta anche dall’Egitto che la segue in questo ranking. Basta?

21. ANGOLA.

Va bene l’entusiasmo della gente per quello che è ormai diventato lo sport nazionale, va bene il ritorno sul trono continentale nella passata stagione, senza subire l’onta della sconfitta, va bene un roster profondo e con una batteria di lunghi da fare invidia a Simone Pianigiani, che si barcamena per trovarne uno. Ma stiamo pur sempre parlando dell’Angola, e per giunta senza Carlos Morais, MVP agli Africa Championship di 12 mesi fa. Il naturalizzato Moore cercherà di guidare una squadra ringiovanita e in pieno cambio generazionale. Vincere due partite è praticamente impossibile e anche contro la Corea non sarà per nulla semplice.

20. FILIPPINE.

La presenza del “filippino di nascita” Andray Blatche fa senz’altro diventare appetibile da vedere una nazionale figlia di un campionato di culto, in cui tanti ex giocatori NBA vanno a svernare per chiudere la carriera con qualche soldo in più in tasca. Giocatore dei Nets a parte, il resto del roster è composto da giocatori che fanno della velocità e del tiro da fuori le loro armi migliori, per sopperire ad un’altezza media che arriva a fatica a 190cm. Di sicuro le Filippine avranno dalla loro il fattore campo, vista la moltitudine di tifosi chiassosi al seguito, che al massimo potrà servire, forse, per evitare il cucchiaio di legno a spese del Senegal.

19. IRAN.

Ci sarà un motivo se sono al “primo” posto tra le Cenerentole. Non fosse altro che arrivano al Mondiale dopo aver vinto per la terza volta, nelle ultime quattro edizioni la FIBA Asia Championship. E poi per la presenza di Arsalan Kazemi, bel prospetto uscito da Oregon nel 2013, e che poi continuato la carriera nel proprio paese. Il percorso di avvicinamento è stato anche convincente, aldilà delle 8 vittorie tutte contro squadre asiatiche, ha tenuto bene il campo sia con Slovenia che Lituania e sconfitto anche l’Egitto. Che ritroverà nel girone per evitare l’ultimo posto.

Nel video la reazione dei tifosi delle Filippine ad un canestro della propria squadra durante la preparazione

LE IMPREVEDIBILI

Questa categoria è caratterizzata da squadre il cui rendimento è difficilmente prevedibile, con la possibilità sia di conquistare risultati sorprendentemente positivi che di chiudere con una cocente delusione rispetto alle aspettative.

 18. UCRAINA

L’Ucraina non potrà beneficiare dello status di squadra sorpresa come nella scorsa edizione degli europei, inoltre la difficile situazione politica nel paese ha sicuramente influenzato la stabilità e la solidità della federazione. Ciononostante il gruppo allenato da Mike Fratello presenta delle interessanti individualità, sempre guidate dal naturalizzato Pooh Jeter. Da seguire il nuovo fenomeno del basket europeo, il diciassettenne Sviatoslav Mykhaliuk, che il prossimo anno vestirà la maglia dei Kansas Jayhawks. Come detto, tolti gli Stati Uniti il gruppo C di Bilbao è il più equilibrato del mondiale, con nessuna squadra esclusa dalla lotta per il passaggio del turno, inclusi gli ucraini.

Mike Fratello, coach dell'Ucraina (foto fibaeurope.com)

Per Mike Fratello e l’ucraina sarà difficile ripetere il miracolo di EuroBasket2013 (foto fibaeurope.com)

 17. FINLANDIA

I denari sonanti di “Angry Birds” hanno contribuito all’acquisto di una sorprendente wild card da parte di un paese emergente nella pallacanestro europea, vera e propria favola all’ultimo Eurobasket sloveno. Il roster non presenta sostanziali variazioni rispetto allo scorso settembre, con l’esperto Rannikko in cabina di regia ed il sempiterno Mottola sotto i tabelloni come pilastri fondanti della squadra. Coach Dettmann dovrà faticare parecchio per ripetersi, anche alla luce della complessità del gruppo C e di un percorso di avvicinamento costellato di sconfitte. La solidità e la concretezza del gioco dei nordici potranno tuttavia essere determinanti in un panorama così incerto.

16. REPUBBLICA DOMINICANA

Dopo diversi tentativi falliti finalmente la Repubblica Dominicana riesce a qualificarsi ad una competizione mondiale, e lo fa presentandosi con un roster molto più competitivo di quanto si possa immaginare. Jack Martinez, il neo canturino James Feldeine, Edgar Sosa, Francisco Garcia ed Eulis Baes sono tutti giocatori di talento e di respiro internazionale. Il cammino di preparazione è stato assolutamente convincente con due sole sconfitte contro Portorico (di misura) e USA e i caraibici hanno la seria possibilità di conquistare almeno un posto tra le prime 16 squadre.

15. TURCHIA

Ai mondiali 2010 organizzati in casa la Turchia raggiunse la finale, giocando alla pari per larghi tratti dell’incontro con una versione piuttosto talentuosa di team USA, guidata da un Kevin Durant alla prima consacrazione internazionale. Quella che si presenta quattro anni dopo è una squadra che raccoglie i cocci del disastro europeo 2013, priva di alcuni dei principali responsabili come Turkoglu, Erden e di Boscia Tanjevic. Alcuni sono volti nuovi e talentuosi come Osman e Aldemir, altri esperti come Tunceri, Arslan e Prelzdic. Ataman ha in mano un gruppo molto competitivo, che però non ha brillato in una fase di preparazione con troppi alti e bassi. In un gruppo C molto insidioso i Turchi rischiano fin da subito l’eliminazione, nonostante il talento a disposizione valga almeno i quarti di finale.

14. NUOVA ZELANDA

Nel 2002 i “Tall Blacks” sorpresero tutti raggiungendo le semifinali del campionato del mondo di Indianapolis. Era la squadra di Pero Cameron, Phil Jones e Sean Marks e di un giovanissimo Kirk Penney, che si presenta come il veterano a questa campagna di Spagna 2014. I neozelandesi hanno ben figurato durante la fase di preparazione, con sconfitte sul filo di lana con Slovenia, Lituania e Serbia che hanno però battuto nell’ultima gara giocata a Belgrado. Oltre a Penney in rampa di lancio due talenti provenienti dall’NCAA come Webster e Loe, a cui si aggiunge l’ormai veterano Vukona. Il gruppo C non fornisce certezze, tuttavia non sarebbe nemmeno troppo sorprendente se i “Tall Blacks” raggiungessero i quarti.

Qui sotto il video di presentazione della Nuova Zelanda, realizzato dalla FIBA

13. PORTORICO

La nazionale portoricana è prossima ad un necessario cambiamento generazionale, con Barea, Arroyo, Balkman e Santiago tutti oltre i trent’anni. Quindi i mondiali di Spagna sono probabilmente l’ultima possibilità per questo gruppo di giocatori di raggiungere il miglior risultato dal sesto posto di Atene 2004. Il percorso di avvicinamento al mondiale è stato convincente, anche se non privo di qualche giro a vuoto, in particolare con le due sconfitte per mano del Messico. I portoricani hanno il talento e la creatività per poter vincere contro tutti gli avversari del girone, anche se probabilmente mancano della necessaria solidità per puntare ad un posto tra le prime 8 al mondo.

 12. MESSICO

Agli albori della pallacanestro come sport olimpico e fino ai tardi anni ’60 il Messico è stata una delle potenze mondiali, addirittura con un bronzo conquistato nel 1936. Dopo anni di oblio la squadra centroamericana si riaffaccia al palcoscenico internazionale dopo aver conquistato i campionati americani del 2013 e quelli del centroamerica pochi giorni fa, con un percorso netto. Gustavo Ayon e Jorge Gutierrez sono giocatori NBA, punte di un roster che fa della velocità e dell’imprevedibilità i suoi punti di forza. Inseriti nel gruppo D dovrebbero superare la fase a gironi, sperando di evitare gli USA agli ottavi.

11. CROAZIA

Storicamente la Croazia non ha mai dimostrato la solidità e la tenuta mentale necessaria a raggiungere la zona medaglie – con l’esclusione degli ultimi europei – nonostante dei roster ricchi di talento fisico e tecnico. Anche questa edizione della nazionale biancoscudata non fa eccezione con nulla da invidiare alle favorite al podio sul piano del talento individuale. Alla kermesse spagnola Repesa presenta un roster rinnovato rispetto agli scorsi europei, con l’innesto di Mario Hezonja, astro nascente del basket croato dal carattere bizzoso ma dal talento cristallino, oltre ai già noti Dario Saric e Ante Tomic. Il passaggio del turno non dovrebbe essere assolutamente in discussione, ma già dagli ottavi i croati potrebbero rischiare.

LE INSEGUITRICI

Alle spalle delle 4 squadre considerate favorite mettiamo un gruppo di 6 squadre che sono pronte ad infilarsi nel gioco delle medaglie e fare qualche sgambetto a chi sta al piano di sopra. E’ un gruppo eterogeneo con squadre storiche e altre che potrebbero avere in Spagna l’occasione della vita.

fonte FIBA.com

Orfani di Ginobili, saranno Scola e Nocioni a guidare l’Argentina (fonte FIBA.com)

10.ARGENTINA

Una nazionale vecchia e stanca, che sta cercando disperatamente il cambio generazionale, per risalire la china, sarebbe stata senz’altro più su nel nostro ranking se Manu Ginobili fosse stato della partita. La frattura da stress post-Finals non è stata recuperata e così Manu potrà solo tifare da casa per i compagni, che saranno guidati in campo dall’esperienza di Scola e del “Chapu” Nocioni. Pablo Prigioni detterà i suoi cadenzati ritmi di gioco, anche se probabilmente sarà il talentuoso Facundo Campazzo a gestire maggiormente la squadra. L’albiceleste dovrà fare molta attenzione in un girone in cui i trabocchetti sono nascosti in quasi tutte le gare e le differenze (almeno tra le prime quattro) potrebbero essere molto sottili.

9. AUSTRALIA

Ripresasi lo scettro oceanico e reduce dai quarti di finale alle Olimpiadi, l’Australia si presenta come una delle possibili rivelazioni della rassegna iridata. Al fianco dell’ormai eterno David Andersen e all’esperienza del fresco campione d’Europa Joe Ingles, si muovono ragazzi terribili, con molta esperienza all’estero e alcuni, come Mattew Dellavedova e Aron Baynes, con qualche minuto anche in NBA. Oltre a quello che potrebbe essere la stella del futuro, il 19enne Dante Exum. Un mix di esperienza e gioventù, che se riuscirà a trovare la giusta amalgama potrebbe esplodere fragorosamente e fare danni, almeno fino alle porte delle semifinali.

8. FRANCIA

E’ strano vedere i campioni d’Europa così in basso ma la Francia si presenta in una versione decisamente ridimensionata a questi Mondiali, una delle squadre che ha avuto più defezioni. A partire da un Tony Parker uscito dalla stagione NBA con un anello in più ma con le energie ben oltre la riserva. A guidare i galletti ci penserà il suo gemello Boris Diaw, che è comunque circondato da una squadra decisamente talentuosa, giovane e molto alta, a partire da Nicolas Batum, ma attenzione anche all’atipicità di Jeoffrey Lauvergne, che potrebbe essere una delle sorprese di questi Mondiali. Se Huertel e Diot non subiranno troppo i pari ruolo avversari e sapranno mettere in ritmo i compagni, i galletti potrebbero regalarsi delle belle soddisfazioni.

7. SLOVENIA

E’ vero gli sloveni dovranno rinunciare a diversi giocatori, alcuni molto importanti negli equilibri della squadra di Jure Zdovc, a cominciare da Beno Udrih e Begic, senza dimenticare la leadership di Erazem Lorbek, che ha dovuto alzare bandiera bianca pochi giorni fa. Nonostante tutto 12 mesi fa agli Europei giocati in casa abbiamo visto quali possono essere i danni che i Dragic Bros possono creare. E saranno ancora loro a sostenere una squadra comunque giovane, che corre tanto e cercherà di stroncare sul ritmo gli avversari. Obiettivo dichiarato il secondo posto, per evitare gli Stati Uniti agli ottavi, ma tutti sognano di fare lo sgambetto alla Lituania per fare più strada possibile.

Un omaggio ai campioni di Europa della Francia e al loro trionfo ad EuroBasket2013

6. SERBIA

I serbi di Sasha Djordjevic fanno parte anche loro del girone di ferro di Granada. Dimentichiamo la Serbia di EuroBasket2013, la squadra che arriva in Spagna è carica di talento e voglia di risalire, a partire da quel Milos Teodosic che riprende la bacchetta in mano, sperando di cancellare una stagione molto deludente al CSKA. Ritorna anche il gigante Miroslav Raduljica, dopo aver strappato il contratto ai Bucks (ed essere stato girato ai Clippers), che dividerà i minuti con il fuggiasco (da Mosca) Nenad Krstic e Rasko Katic. Senza dimenticare ovviamente Bjelica ma soprattutto Bogdan Bogdanovic, alla ricerca della definitiva consacrazione. Se la vicenda Micov non agiterà i sonni dei serbi, il loro cammino potrebbe essere molto lungo.

5. BRASILE

In un Mondiale in cui le varie nazionali hanno fatto a gara a chi perdeva più giocatori NBA strada facendo, il Brasile può considerarsi una mosca bianca, perché si presenta a Granada (sede del girone di qualificazione) con tutti i suoi fuoriclasse. Huertas, Barbosa, Varejao, Nenè e il fresco di anello Tiago Splitter sono probabilmente all’ultima fermata della loro carriera, i leader di una delle squadre più anziane del Mondiale (31 anni) e che possono sfruttare le debolezze altrui per sognare in grande. L’unico problema potrebbe essere un girone eliminatorio da giocare subito con il coltello tra i denti e in cui potrebbero consumare troppe energie per puntare poi al terzo gradino del podio.

LE FAVORITE

Ed eccoci infine giunti al gruppo delle magnifiche quattro, le squadre che verosimilmente si contenderanno  la vittoria finale e un posto sul podio. Per questi team qualsiasi risultato fuori dalla zona medaglie può essere considerato come un fallimento.

Pau Gasol e Carmelo Anthony in azione con le maglie delle rispettive nazionali (Rob Schumacher USA TODAY Sports)

Pau Gasol torna in nazionale, per far sognare una nazione intera (Rob Schumacher USA TODAY Sports)

4. LITUANIA

La Lituania intende confermare lo status di potenza mondiale della pallacanestro anche ai prossimi Mondiali, dove si presenta con un gruppo molto simile a quello degli scorsi europei pur senza uno dei senatori come Kleiza. I baltici hanno un pacchetto lunghi superato solo da quello spagnolo (i fratelli Lavrinovic, Valanciunas, Jankunas, Motiejunas), e sono reduci da un cammino di preparazione caratterizzato da una sola sconfitta contro la Slovenia. La tegola dell’infortunio di Kalnietis, però, rischia di sconvolgere i piani di Kaziauskas, che dovrà fare a meno di un giocatore eternamente discusso ma che negli ultimi 12 mesi è maturato molto. Ripetere il podio di Lubiana e l’ultimo bronzo mondiale potrebbe essere complicato.

3. GRECIA

La versione della Grecia in mano a Fotis Katsikaris senza Spanoulis e Diamantidis risulta sicuramente meno imprevedibile e completa nella metà campo offensiva, ma forse più compatta ed equilibrata. L’inclusione nel roster di Ioannis Antetokounmpo aggiunge un grande potenziale atletico, oltre che di gioventù ed entusiasmo ad un gruppo piuttosto esperto e consolidato, di cui Nikos Zisis è il nuovo leader. Un cammino di preparazione al mondiale solido, con una sola sconfitta pesante subita dalla Lituania e la dimostrazione di poter seriamente lottare per la zona medaglie.

2. USA

Questa versione di team Usa è probabilmente la meno talentuosa degli ultimi anni, situazione ulteriormente aggravata dal terribile infortunio subito da Paul George. Nonostante le defezioni tuttavia il gruppo in mano a coach K risulta intrigante e carico di alcuni dei nomi emergenti della NBA contemporanea come Kyrie Irving, Stephen Curry, James Harden, Andre Drummond ed Anthony Davis. Inoltre questi mondiali segnano il rientro alle competizioni di Derrick Rose, alla ricerca di una redenzione dopo due terribili annate. L’oro è comunque alla portata di questo gruppo, ma sarà molto più dura che nelle ultime competizioni internazionali affrontate anche al netto di un cammino di preparazione molto convincente.

1. SPAGNA

Dopo le sconfitte di misura nelle finali dei giochi olimpici di Pechino e Londra la Spagna ha l’occasione di tornare sul tetto del mondo dopo i mondiali del 2006 in Giappone. I fratelli Gasol, Navarro, Ibaka, Rodriguez, Rubio, Fernandez, Calderon, Llull, Reyes, nessuno in questo mondiale ha un gruppo con questo livello di profondità, esperienza e talento. Il cammino di preparazione è stato immacolato, con vittorie convincenti affrontando avversari di livello come Croazia e Turchia. Sono la favorita all’oro numero uno, trascinati da un’intera nazione.

Qui sotto gli highllights dell’ultimo USA-Spagna, a Londra 2012


a cura di  Davide Bortoluzzi – Fabrizio Quattrini


Dailybasket.it - Tutti i diritti riservati