Penultima giornata della fase a gironi senza grandi sorprese, ma non per questo sono mancate gare di un certo interesse. Ecco un riassunto di tutto quanto è successo ieri.

Marc Gasol e Serge Ibaka, determinanti sotto canestro (Foto: FIBA.com)

Marc Gasol e Serge Ibaka, determinanti sotto canestro (Foto: FIBA.com)

Gruppo A
Arriva la prima vittoria per l’Iran, ma non poteva essere altrimenti contro un Egitto che, pur con tutta la buona volontà, ha dimostrato di essere nettamente inferiore anche ai Campioni d’Asia. Vince d’autorità il Brasile sulla Serbia, dimostrando solidità mentale di fronte al recupero dei serbi dopo una partenza a dir poco pessima, mentre in serata la Spagna una volta di più ha dato l’impressione di aspettare esclusivamente la sfida con gli USA, sbarazzandosi senza nemmeno sudare più di tanto della Francia Campione d’Europa.
Egitto – Iran 73-88
Serbia – Brasile 73-81
Spagna – Francia 88-64
Classifica: Spagna 4-0; Brasile 3-1; Serbia, Francia 2-2; Iran 1-3; Egitto 0-4

Altra ottima prova per il "barba" greco, Kaimakoglou (Foto: FIBA.com)

Altra ottima prova per il “barba” greco, Kaimakoglou (Foto: FIBA.com)

Gruppo B
Dicono addio alle pur residue chances di qualificazione le Filippine, che cadono nel finale con Porto Rico dopo aver condotto per quasi tre quarti di gioco. La sconfitta dei vice-campioni d’Asia qualifica il Senegal, nonostante la sonora sconfitta con l’Argentina, mentre in serata la Grecia vince in modo più che convincente contro una Croazia che finora, esclusa la gara con l’Argentina, ha mostrato non poche lacune.
Filippine – Porto Rico 73-77
Senegal – Argentina 46-81
Grecia – Croazia 76-65
Classifica: Grecia 4-0; Argentina 3-1; Croazia, Senegal 2-2; Porto Rico 1-3; Filippine 0-4

I giocatori esultano dopo l'incredibile vittoria con la Finlandia (Foto: FIBA.com)

I giocatori esultano dopo l’incredibile vittoria con la Finlandia (Foto: FIBA.com)

Gruppo C
Come al solito, nessun problema per gli USA contro la vittima sacrificale di turno, stavolta è toccato alla Repubblica Dominicana, ma le altre due partite sono state di un certo interesse. La Nuova Zelanda vince e convince contro l’Ucraina, e rimane in corsa per un posto agli ottavi di finale, mentre la Finlandia mette in atto un vero e proprio suicidio contro la Turchia: non solo si fa rimontare 17 punti di vantaggio, ma addirittura, sul +3 a 15 secondi dal termine, sceglie di non fare fallo e permette così ad Akyol di infilare la tripla (unico canestro della sua partita, soli 6 minuti in campo) che porta la gara all’overtime con l’inerzia tutta nelle mani dei turchi; che, infatti, passano subito in vantaggio nei primi secondi del supplementare e non mollano più fino alla sirena finale.
Nuova Zelanda – Ucraina 73-61
Turchia – Finlandia 77-73 dts
Repubblica Dominicana – USA 71-106
Classifica: USA 4-0; Ucraina, Turchia, Rep. Dominicana 2-2; Nuova Zelanda, Finlandia 1-3

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Gustavo Ayón e Aron Baynes: la sfida tra centri NBA è stata vinta dall’australiano (Foto: FIBA.com)

Gruppo D
Nella gara di apertura, l’Australia regola il Messico pur con qualche difficoltà in più del previsto, ma i messicani non disperano, dato che basta vincere oggi con la Corea del Sud per passare agli ottavi. Corea del Sud che, in serata, si prende un trentello dalla Lituania nonostante un ottimo primo quarto, che ha ricordato quello del giorno prima contro la Slovenia. Proprio gli sloveni confermano che amano giocare col fuoco: dopo aver preso sottogamba la sfida con i coreani, rifanno lo stesso errore contro l’Angola, squadra però di tutt’altra caratura; così, con i fratelli Dragic a mezzo servizio per risparmiarli in vista del big match di oggi con la Lituania, la Slovenia rischia così quasi di perdere, e risolve la gara solo nel finale grazie alla freddezza di Lorbek dalla lunetta e all’inesperienza degli angolani.
Messico – Australia 62-70
Slovenia – Angola 93-87
Lituania – Corea del Sud 79-49
Classifica: Slovenia 4-0; Lituania, Australia 3-1; Messico, Angola 1-3; Corea del Sud 0-4

Quarto periodo pazzesco per Marquinhos Vieira (Foto: FIBA.com)

Quarto periodo pazzesco per Marquinhos Vieira (Foto: FIBA.com)

MVP. Uno dei big match di giornata era senza dubbio Serbia-Brasile, segnato dal dominio brasiliano nel primo tempo e dall’incredibile rimonta serba nel terzo quarto. Chi però ha rimesso le cose a posto nell’ultimo quarto è stato Marquinhos Vieira, autore di 8 punti in fila che hanno ribaltato nuovamente il punteggio, dal 67-60 al 67-68, coronamento di una gara da 21 punti (di cui 11 nel solo quarto periodo), con 5 assist e un incredibile 6/9 da tre.

LVP. Certo, le cifre non lo condannano del tutto (11 punti e 9 rimbalzi, anche se con 4/10 da due e 3/8 ai liberi), ma Gustavo Ayón ha comunque condizionato, stavolta in negativo, la gara del suo Messico. Dopo essere caduto nella trappola degli australiani, commettendo due falli nei primi 4 minuti su un Aron Baynes rifornito costantemente dai suoi compagni di squadra, il lungo ex Atlanta è stato costretto a uscire, ma senza di lui i messicani hanno espresso un basket migliore, tornando a contatto nel punteggio. Quando però Ayón è rientrato nella ripresa, sono ricominciati i problemi, e l’Australia ha preso il volo.

Reggie Moore ha fatto sudare freddo la Slovenia (Foto: FIBA.com)

Reggie Moore ha fatto sudare freddo la Slovenia (Foto: FIBA.com)

Losing Effort. Quasi commoventi le prove, anche individuali, dei giocatori angolani, che quasi hanno rischiato di sorprendere un’arrogante Slovenia. Roberto Fortes (21 pts), Yanick Moreira (20 pts, 5 reb), Reggie Moore (17 pts, 6 reb) e Edson Ndoniema (14 pts) hanno tenuto a contatto la squadra africana per tutta la partita, riuscendo anche a riaprire nei minuti finali una gara che sembrava ormai compromessa con il +10 sloveno a tre minuti e mezzo dal termine.

The Unexpected. L’avversario, la Corea del Sud, non era certo dei più probanti, ma la prova offensiva di Adas Juskevicius, uno che, se non fosse stato per l’infortunio di Kalnietis, il Mondiale l’avrebbe visto in TV, rimane comunque di primo livello: 20 punti, 6/7 da tre e il merito di aver dato la scossa, con due triple di fila, a una Lituania sonnolenta a metà del secondo quarto.

The Stat. Se non fosse chiaro, e per usare un eufemismo, la Finlandia ama tirare da tre: i biancoblu hanno chiuso la gara con la Turchia con 15 triple a segno su 28 tentativi, mentre da due punti hanno tirato leggermente di più (30 tiri), ma segnato molto meno (11 canestri). Rimarrebbe poi da “spiegare” come può una squadra che segna 15 triple con più del 50% perdere una gara già vinta, ma questo è un altro discorso (Popovich docet).

On Fire. A. Baynes (AUS, 21 pts, 5 reb), A. Blatche (PHI, 25 pts, 14 reb), L. Tenorio (PHI, 18 pts), J. Barea (PUR, 30 pts, 5 reb), K. Penney (NZL, 17 pts, 7 reb), I. Fotu (NZL, 10 pts, 10 reb), P. Jeter (UKR, 14 pts, 4 reb, 6 ast), S. Nikkhah (IRN, 24 pts, 6 ast), H. Haddadi (IRN, 23 pts, 15 reb, 4 ast), D. Lorbek (SLO, 17 pts, 4 ast), L. Scola (ARG, 22 pt, 14 reb), O. Asik (TUR, 22 pts, 8 reb), E. Preldzic (TUR, 13 pts, 8 reb, 5 ast), P. Koponen (FIN, 17 pts, 5 reb, 5 ast), M. Teodosic (SRB, 14 pts, 5 ast), T. Splitter (BRA, 10 pts, 7 reb, 6 ast), D. Motiejunas (LIT, 18 pts, 7 reb, 5 ast), T. Moon (KOR, 15 pts, 6/8 FG), I. Bourousis (GRE, 13 pts, 10 reb), K. Kaimakoglou (GRE, 14 pts, 6 reb, 4 ast, 5/5 FG), B. Bogdanovic (CRO, 20 pts), K. Faried (USA, 16 pts, 6 reb), M. Gasol (SPA, 17 pts, 6 reb, 3 stl).