PacersoriginallogoNel 1967 un gruppo di uomini d’affari di Indianapolis decise di riportare la pallacanestro professionistica nell’Indiana, dopo i negativi esperimenti dei Jets e degli Olympians in NBA, dandogli il nome di Pacers, perché l’obiettivo della squadra era quello di tenere il passo (in inglese “pace”) nel basket professionistico. Il primo giocatore firmato fu Roger Brown, 25enne ala piccola dal potenziale offensivo illimitato, molto forte nell’1 vs 1, dotato di una mano precisa anche dalla lunga distanza, che entrò rapidamente nei cuori dei tifosi di Indianapolis e vi rimase fino alla sua scomparsa nel 1997 per un tumore al fegato. Brown era rimasto coinvolto in uno scandalo scommesse a Dayton ed era stato costretto ad abbandonare il college e conseguentemente inserito nella lista nera della NBA assieme a Connie Hawkins, amico/rivale sin dai tempi dell’high school. Dopo qualche anno di lavoro come dipendente alla General Motors, la chiamata dei Pacers rappresentò la svolta positiva alla sua carriera e Brown ripagò la fiducia concessagli sin dal primo anno chiuso con 19.6 punti, 8.5 rimbalzi e 4.3 assist. Al suo fianco ben figurarono il rookie Bob Netolicky, centro da Drake University dal tiro morbido e dall’infinita energia sotto i tabelloni (11.5 rimbalzi oltre a 16.3 punti nella prima stagione), ma piuttosto eccentrico fuori dal rettangolo di gioco (possedeva una leonessa, un ocelot e un boa), e Freddie Lewis, il capitano dei Pacers, guardia formatasi ad Arizona State e arrivata dai Cincinnati Royals in NBA dove era il cambio di Oscar Robertson, che grazie alla sua tenacia divenne il miglior marcatore di squadra nel primo anno con 20.6 punti a serata. Il roster rispondeva ai dettami di coach Larry Staverman, ex giocatore NBA tra Royals, Bullets e Pistons, e sin dal primo match vi fu il tutto esaurito al Fairgrounds Coliseum, anche se il record finale non fu positivo (38W-40L), ma arrivò comunque la qualificazione ai playoff con il 3°posto nella Eastern Division e seguente eliminazione al 1° turno con un netto 3-0 per mano dei Pittsburgh Pipers di Hawkins.

Roger Brown con il n°35 e a sinistra Mel Daniels con il n°34

Roger Brown con il n°35 e a sinistra Mel Daniels con il n°34

Per provare a modificare l’assetto del roster e creare una ossatura solida nel medio-lungo termine, nel corso dell’estate del 1968 la dirigenza scambiò due giocatori di contorno come Dawson e Kozlicki, ricevendo dai Muskies i servigi del centro rookie dell’anno e miglior rimbalzista della lega Mel Daniels, che divenne negli anni seguenti una bandiera dei Pacers e leader ogni epoca in ABA per rimbalzi (15.1 di media). La squadra però stentava a decollare (2W-7L) e la svolta arrivò solo con il cambio dell’allenatore e l’approdo di Robert “Slick” Leonard in panchina. Leonard era una leggenda Hoosier, con la canotta di Indiana University aveva vinto il titolo NCAA del 1953 segnando i liberi decisivi contro Kansas, giocando in seguito anche in NBA per Lakers e Packers, ed era detto “Slick” per l’incredibile astuzia grazie a cui sarebbe stato in grado di rubare anche del fumo. Dal suo arrivo i Pacers cambiarono marcia, vinsero la Eastern Division con 44W-34L, Daniels fu eletto MVP con ben 24 punti e 16.5 rimbalzi (migliore in ABA) e sebbene la sua produzione ebbe un lieve flessione ai playoff, i Pacers guidati da un Roger Brown salito in cattedra con 27 punti, 8.4 rimbalzi e 3.4 assist, prima recuperarono dall’1-3 contro i Colonels vincendo in gara-7 a Indianapolis per 120-111 con 32 punti di Netolicky, poi si sbarazzarono agilmente dei Floridians, approdando così alle Finals contro gli Oaks delle 60W in regular season. La squadra californiana si rivelò uno scoglio insormontabile e nonostante la vittoria in gara-2 ad Oakland per 150-122 grazie ai 39 punti di Brown, ai 36 di Netolicky e ai 35 di Lewis, i Pacers persero le due successive gare casalinghe non riuscendo ad arginare uno strabordante Jabali, vedendo poi svanire i sogni di gloria con la sconfitta per 135-131 all’overtime in gara-5, seppure con i 33 punti di Lewis e i 31 di Brown.

Robert Leonard, leggenda Hoosiers e Pacers

Robert Leonard, leggenda Hoosier e Pacers

Nonostante l’insuccesso gli Indiana Pacers erano sbocciati e la stagione seguente fu memorabile: sulle spalle del trio Brown (23 punti, 7.4 rimbalzi e 4.7 assist)-Netolicky (20.8 punti e 10.7 rimbalzi) -Daniels (18.7 punti e 17.6 rimbalzi) arrivarono ben 59W-25L, il miglior record della lega e il 2° titolo divisionale in fila. Ai playoff fu una cavalcata vittoriosa: prima lo sweep ai Cougars con il capitano Lewis decisivo, poi un 4-1 perentorio ai Colonels dopo aver perso gara-1 in casa, rimontando con Brown sempre oltre quota 30 punti, fino alla seconda finale consecutiva, contro i sorprendenti Los Angeles Stars. Dopo le due vittorie casalinghe trainati da Mel Daniels (16 punti nel solo 4°quarto di gara-1 e 31 punti e 27 rimbalzi in gara-2), i Pacers riuscirono anche ad espugnare Los Angeles in gara-4 grazie ai 53 punti (record ABA ai playoff), 13 rimbalzi e 6 assist di Roger Brown, sprecando però il primo match point ad Indianapolis con la sconfitta all’overtime per 117-113 (nonostante i 39 punti, 13 rimbalzi e 8 assist di Brown), salvo poi chiudere i conti in gara-6 ancora con Brown autore di 45 punti, 11 rimbalzi e 7 triple a bersaglio (altro record ABA) ed eletto meritatamente MVP dei playoff.

Billy Keller in maglia Purdue University

Billy Keller in maglia Purdue University

I Pacers erano giunti in vetta alla lega, coronando il sogno dei tanti appassionati dell’Indiana, però non ebbero nemmeno il tempo per festeggiare che con la nuova stagione 1970-71 il team venne spostato ad ovest. Ma con lo stesso gruppo di giocatori, a cui si aggiunse anche Warren Jabali e la crescita della guardia Billy Keller, tiratore sopraffino uscito da Purdue University guidata alla finale NCAA del 1969 (persa contro la UCLA di Wooden e Alcindor, che divenne noto qualche anno più tardi come Kareem Abdul-Jabbar), i Pacers vinsero anche la Western Division con 58W-26L e Daniels venne eletto per la seconda volta MVP a 21 punti, il 51% al tiro e 18 rimbalzi di media (per la terza volta miglior rimbalzista ABA). Ai playoff però il cammino della squadra di Leonard si interruppe bruscamente al secondo turno: infatti dopo un facile sweep ai Memphis Pros, gli Stars (trasferitesi a Salt Lake City) riuscirono a vendicarsi e a espugnare Indianapolis per 108-101 in una combattuta gara-7, nonostante i 33 punti di Keller che fu il miglior Pacers ai playoff con 21.5 punti e 5.4 assist di media.

Freddie Lewis, il capitano dei Pacers e protagonista principale del 2° titolo ABA della squadra di Indianapolis

Freddie Lewis, il capitano dei Pacers e protagonista principale del 2° titolo ABA della squadra di Indianapolis

Nell’estate del 1971 però la dirigenza di Indianopolis firmò un’altra star da Indiana University, tale George McGinnis, un’ala grande potente e statuaria con un passato notevole da giocatore di football, che lasciò l’università al secondo anno come dominatore della Big Ten in punti e rimbalzi (29.9 e 14.5 a sera) e rese ancor più profondi i Pacers. Nonostante un roster così ricco di talento e sotto le consuete doppie doppie di Daniels (19.2 punti e 16.4 rimbalzi), la regular season fu positiva (47W-37L), ma non andò nei migliori dei modi, con la squadra di Leonard scalzata dalla vetta della division dagli Stars delle 60W. I playoff però furono tutta un’altra musica e dopo un primo turno sofferto contro i Denver Rockets, deciso solo con il 91-89 di gara-7, i Pacers riuscirono a vendicarsi degli Stars in un’altra maratona da 7 partite, ultimata con il successo per 117-113 a Salt Lake City con i 27 punti di Brown. Indiana arrivò così ancora alle Finals, questa volta contro i Nets di Rick Barry che dopo aver guidato New York fino sul 2-2, stava dominando anche il primo tempo di gara-5, con i Nets che toccarono anche il +20. Nella ripresa la musica cambiò e a 27” dal termine i Pacers si ritrovarono a -4. Keller insaccò una tripla, Lewis riuscì ad intercettare la palla dopo la rimessa sbagliata dei Nets e venne mandato in lunetta con 3 liberi, dando la vittoria inaspettata ai Pacers per 100-99. Il merito fu anche di Brown che aumentò il pressing difensivo contro Barry, ripetendosi anche in gara-6, dove mise anche a referto 32 punti, con i Pacers che espugnarono per 108-105 il Nassau Coliseum, tornando sul tetto della ABA con Freddie Lewis eletto MVP dei playoff, chiusi con 19.2 punti, 4.1 rimbalzi e 4.4 assist.


Indice “DailyBasket Focus – ABA History”

Puntata 1 – La nascita e i primi passi
Puntata 2 – Tra difficoltà economiche e la fine delle ostilità
Puntata 3 – Pipers, dal successo all’anonimato (1^parte)
Puntata 4 – Pipers, dal successo all’anonimato (2^parte)
Puntata 5 – Buccaneers, i primi anni positivi a New Orleans (1^parte)
Puntata 6 – Buccaneers, l’addio alla Louisiana e l’approdo a Memphis (2^parte)
Puntata 7 – Buccaneers, dagli anni disastrosi dei Memphis Tams fino all’epilogo (3^parte)
Puntata 8 – Oaks, dall’ingaggio di Barry alla scoperta di Jabali fino all’abbandono della California (1^parte)
Puntata 9 – Oaks, gli anni dei Virginia Squires tra Charlie Scott, Julius Erving e George Gervin (2^parte)
Puntata 10 – Muskies, l’anno a Minneapolis e l’approdo a Miami come Floridians (1^parte)
Puntata 11 – Floridians, gli anni di coach Bass, di Calvin, Jones e Jabali (2^parte)
Puntata 12 – Conquistadors, da coach K.C. Jones all’ingaggio di Wilt Chamberlain (1^parte)
Puntata 13 – Conquistadors, l’addio a Chamberlain e l’inizio del declino dei nuovi Sails (2^parte)
Puntata 14 – Amigos, l’anno deludente ad Anaheim e la nascita dei gloriosi Stars di Bill Sharman (1^parte)
Puntata 15 – Stars, i primi ruggenti anni ’70 con le sfide ai Pacers fino alla bancarotta (2^parte)
Puntata 16 – Mavericks, il disasatro a Houston e la nascita dei Carolina Cougars di Billy Cunningham e Larry Brown (1^parte)
Puntata 17 –  Cougars, l’ultimo anno di Cunningham fino alla nascita dei disfunzionali Spirits of St. Louis (2^parte)
Puntata 18 – Colonels, dalle iniziali difficoltà fino alle scelte di Dan Issel e Artis Gilmore (1^parte)
Puntata 19 – Colonels, dal successo con coach Hubie Brown fino alla sorprendente scomparsa (2^parte)
Puntata 20 – Spurs, gli anni a Dallas come Chaparrals (1^parte)
Puntata 21 – Spurs, i primi anni a San Antonio con James Silas e George Gervin (2^parte)


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