Pacersoriginallogo    1^parte

Nell’autunno del 1972 due uomini importanti per le rotazioni di Leonard come Bob Netolicky e Rick Mount vennero ceduti, ma il tutto fu messo a tacere con l’arrivo dell’All-Star Donnie Freeman a rinforzare il backcourt. I Pacers ebbero un’altra stagione positiva raggiungendo le 51W-33L e il 2°posto nella division ancora una volta alle spalle degli Stars, in una regular season in cui McGinnis esplose definitivamente con 27.6 punti e 12.5 rimbalzi di media, mettendo in mostra tantissima energia a rimbalzo e un jumper ad una sola mano immarcabile, come sempre ben coadiuvato dal miglior rimbalzista di squadra Mel Daniels (18.5 punti e 15.4 rimbalzi). Ai playoff dopo un netto 4-1 ai Denver Rockets, per il 4° anno in fila le sorti dei Pacers si incrociarono con quelle degli Stars e senza il fattore campo Indiana riuscì ancora una volta ad eliminarli in 6 gare espugnando il Salt Palace per ben 2 volte e approdando così alla finale contro un’altra rivale storica, i Colonels di Issel e Gilmore che avevano record migliore e vantaggio del fattore campo. Furono 7 battaglie feroci in cui i Pacers fallirono il primo match point sul 3-2 a Indianapolis, ma riuscirono due giorni dopo ad espugnare Louisville in una gara-7 dal basso punteggio (88-81) con i 27 punti e 7 rimbalzi di George McGinnis eletto anche MVP dei playoff (23.9 punti, 12.3 rimbalzi) per il primo (e unico) back to back nella storia della ABA.

George McGinnis e il suo tiro in sospensione ad una mano

George McGinnis e il suo tiro in sospensione ad una mano

Nel 1973-74 i Pacers avevano ancora fame di vittoria e guidati da un fenomenale McGinnis (25.9 punti e 15 rimbalzi, incluso il record di franchigia di 37 rimbalzi contro i Cougars), arrivò ancora il secondo record ad ovest alle spalle di Utah con 46W-38L. Purtroppo però il solo McGinnis non fu sufficiente: Brown e Lewis ormai oltre i 30 anni di età si avvicinavano alla fine dei loro giorni da giocatori professionisti, Daniels invece incappò nella peggiore stagione in carriera ai Pacers in termini di punti e rimbalzi (15.4 punti, 11.6 rimbalzi e il 44% al tiro) e anche quando Freeman si infortunò nel primo turno contro gli Spurs, i Pacers si trovarono con le spalle al muro. Lewis e Brown tornarono a produrre nel momento di difficoltà e proprio grazie ai 28 punti di Brown i Pacers vinsero per 86-79 una combattuta gara-7. Si arrivò così alla quinta finale divisionale consecutiva contro gli Stars, in cui si ritrovarono immediatamente sotto 3-0. Ma la squadra di Leonard ebbe una reazione d’orgoglio: Lewis firmò 40 punti in gara-4, McGinnis e Daniels ne firmarono 29 a testa in gara-5 portando tutto alla decisiva gara-7 a Salt Lake City, con la rimonta che sfumò con la vittoria degli Stars per 109-87.

Si era giunti alla fine di un ciclo e nell’estate del 1974 la squadra venne smantellata, con i membri storici scambiati. Mel Daniels e Freddie Lewis finirono a Memphis per la meteora Charles Edge, mentre Roger Brown fu lasciato libero di andare senza provare a rinnovarlo e anche quando Donnie Freeman venne venduto a San Antonio, il peso della franchigia ricadde tutto sulle spalle di McGinnis che mise in piedi la sua miglior annata in carriera, diventando co-MVP con Julius Erving, guidando la lega in punti segnati (29.8), 5° per rimbalzi (14.3), 3° in assist (6.3), 2° in recuperi (2.6) e 4° come percentuale dall’arco (35.4%). Al suo fianco Billy Knight, ala piccola rookie in uscita da Pittsburgh, ebbe una brillante stagione da 17.1 punti e 7.9 rimbalzi e con la maturazione del centro Darnell Hillman, un concentrato di esplosività e verticalità sui due lati del campo (13.9 punti e 9.2 rimbalzi) e già fondamentale nelle finali contro Kentucky nel limitare Issel, arrivarono 45W-39L e il 3° posto nella division. Indiana ancora una volta riuscì ad esprimere tutto il suo talento ai playoff e sulle ali di “Big Mac” McGinnis i Pacers riuscirono a sbarazzarsi prima degli Spurs di Gervin per 4-2, poi dei Nuggets delle 65W in regular season in una gara-7 vinta per 107-96 con i 40 punti di McGinnis. Aver battuto sorprendentemente la miglior squadra della lega galvanizzò tutto l’ambiente dell’Indiana, molti ritenevano la strada ormai spianata verso il 4°titolo ABA, ma i Colonels guidati da coach Hubie Brown erano in missione e si portarono immediatamente sul 3-0. La reazione dei Pacers con i 22 punti e 21 rimbalzi di McGinnis, i 14 punti e 18 rimbalzi di Hillman e i 20 punti di Keller riuscì ad evitargli lo sweep, ma in gara-5 i sogni di gloria di McGinnis (31 punti, 11 rimbalzi, 10 assist nel video sottostante) si infransero contro il muro dei Colonels e a nulla valsero nemmeno i 40 punti (18/29 al tiro) di Knight.

McGinnis chiuse un’altra post-season dominante a quota 32.3 punti, 15.9 rimbalzi e 8.2 assist, una post-season che si rivelò essere l’ultima nella ABA: infatti nonostante i tanti successi, nonostante il grande seguito di pubblico, i Pacers erano in rosso e nell’estate del 1975 non riuscirono a trattenere McGinnis che accettò i soldi dei 76ers salutando definitivamente la squadra di Leonard. Ne uscì la peggior stagione della loro storia (39W-45L), nonostante un Billy Knight a tratti stupefacente da 28.1 punti (secondo solo a Erving) e 10.1 rimbalzi, ben affiancato dalla guardia nativa dell’Indiana Don Buse, miglior assistman (8.2 a partita) e ruba palloni della lega (4.1). Ma con la moria di squadre in una ABA ormai allo sbando, Indiana riuscì comunque a centrare l’obiettivo playoff, anche se l’avventura fu piuttosto breve visto il 2-1 subito dai Colonels al primo mini-turno, nonostante i 34 punti di media di Knight nella serie. Pochi mesi dopo si concluse anche l’avventura di 9 anni nella ABA con l’annessione alla NBA , un nuovo mondo in cui i Pacers soffrirono sin dal primo minuto tornando grandi solo negli anni ’90, ma sul soffitto dell’attuale Bankers Life Fieldhouse ci sono 4 maglie che tengono viva tuttora la memoria di quei magnifici anni passati e sono la 35 di Roger Brown, la 34 di Mel Daniels, la 30 di George McGinnis e la 529 (come il n°di vittorie) di coach Leonard, inserito anche nella Basketball Hall of Fame la scorsa estate.


Indice “DailyBasket Focus – ABA History”

Puntata 1 – La nascita e i primi passi
Puntata 2 – Tra difficoltà economiche e la fine delle ostilità
Puntata 3 – Pipers, dal successo all’anonimato (1^parte)
Puntata 4 – Pipers, dal successo all’anonimato (2^parte)
Puntata 5 – Buccaneers, i primi anni positivi a New Orleans (1^parte)
Puntata 6 – Buccaneers, l’addio alla Louisiana e l’approdo a Memphis (2^parte)
Puntata 7 – Buccaneers, dagli anni disastrosi dei Memphis Tams fino all’epilogo (3^parte)
Puntata 8 – Oaks, dall’ingaggio di Barry alla scoperta di Jabali fino all’abbandono della California (1^parte)
Puntata 9 – Oaks, gli anni dei Virginia Squires tra Charlie Scott, Julius Erving e George Gervin (2^parte)
Puntata 10 – Muskies, l’anno a Minneapolis e l’approdo a Miami come Floridians (1^parte)
Puntata 11 – Floridians, gli anni di coach Bass, di Calvin, Jones e Jabali (2^parte)
Puntata 12 – Conquistadors, da coach K.C. Jones all’ingaggio di Wilt Chamberlain (1^parte)
Puntata 13 – Conquistadors, l’addio a Chamberlain e l’inizio del declino dei nuovi Sails (2^parte)
Puntata 14 – Amigos, l’anno deludente ad Anaheim e la nascita dei gloriosi Stars di Bill Sharman (1^parte)
Puntata 15 – Stars, i primi ruggenti anni ’70 con le sfide ai Pacers fino alla bancarotta (2^parte)
Puntata 16 – Mavericks, il disasatro a Houston e la nascita dei Carolina Cougars di Billy Cunningham e Larry Brown (1^parte)
Puntata 17 –  Cougars, l’ultimo anno di Cunningham fino alla nascita dei disfunzionali Spirits of St. Louis (2^parte)
Puntata 18 – Colonels, dalle iniziali difficoltà fino alle scelte di Dan Issel e Artis Gilmore (1^parte)
Puntata 19 – Colonels, dal successo con coach Hubie Brown fino alla sorprendente scomparsa (2^parte)
Puntata 20 – Spurs, gli anni a Dallas come Chaparrals (1^parte)
Puntata 21 – Spurs, i primi anni a San Antonio con James Silas e George Gervin (2^parte)
Puntata 22 – Pacers, dai successi targati Brown, Daniels e Lewis fino all’arrivo di McGinnis


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