Se Galileo Galilei fosse ancora tra noi e avesse potuto vedere questo All-Star Game probabilmente avrebbe citato una sua celeberrima espressione: “Eppur si muove“. Non vogliamo essere blasfemi ma qualcosa, in questa versione con due capitani della partita delle stelle, si è mosso.

La presentazione dei giocatori non viene più fatta da un voce fuori campo, Kevin Hart infatti è sul palco ad annunciare i membri dei due team. Base musicale un po’ fiacca e in se la partenza non è scoppiettante. Così come la partita, in cui ci sono dei “rilassati” tentativi di difesa iniziali per dare una parvenza competitiva alla sfida (per evitare di fare la figura circense della passata stagione). Il primo squillo arriva da Joel Embiid che apre le marcature con una schiacciata con fallo. Da lì le due squadre capiscono che per carburare è meglio mettere in archivio per un po’ di minuti la difesa, LeBron batte a terra la palla che diventa un assist per un comodo alley-oop di Anthony Davis. Iniziano ad arrivare triple e schiacciate spettacolari ma la partita, complici le rotazioni molto abbondanti dei due coach Dwane Casey e Mike D’Antoni e un pubblico abbastanza rilassato, stenta a decollare. Il primo quarto finisce 42 a 31 in favore della squadra di Stephen Curry. Nel secondo quarto le difese cambiano marcia (diciamo dalla prima alla seconda non di più) ma Lillard comunque segna una tripla devastante da nove metri per il 50 a 37; da lì però LeBron decide che è ora di giocare e, aiutato da Kemba Walker, con un parziale di 11 a 0 riporta la sua squadra a meno due.  Si rivede Embiid con due giocate clamorose: tripla da nove metri e stoppata nell’azione successiva su Russel Westbrook. Nonostante dei mini-parziali la partita alla sirena di fine primo tempo recita ancora equilibrio con Team Steph avanti solo di due lunghezze 78 a 76. Terzo quarto che inizia con una stoppata prepotente di Draymond Green su Kyrie Irving e con James che in contropiede galleggia in aria ed appoggia un layup in reverse. Oladipo, uno dei protagonisti della gara delle schiacciate, scappa in contropiede e spacca il ferro con una spettacolare affondata rovesciata. Fine terzo quarto: Team Steph ancora avanti di pochissimo 109 a 112. Nell’ultimo periodo le due squadre tentano effettivamente di difendere in maniera decente, e la partita diventa godibile con anche il pubblico che si sveglia definitivamente. Team Steph scappa a più tredici ma Irving non ci sta e con un assist perfetto permette a Paul George di segnare dall’arco. Nell’azione successiva sempre Irving segna in penetrazione. Ancora Kyrie stavolta per LeBron (e chi lo avrebbe mai detto?) che con canestro e fallo riporta il suo team a meno tre sul 133 a 136. Antetokoumpo prende il centro dell’area e schiaccia in faccia a tutta la difesa per un altro più tre 142 a 139. Il Re con una tripla a 1:14 minuti dalla fine pareggia a quota 144 e fa pure la faccia cattiva delle grandi occasioni, ora non manca davvero nulla per un finale in volata. Sempre LeBron segna il sorpasso a quota 145 appoggiando al ferro e nell’azione seguente lancia in contropiede Westbrook che fa 148 a 145. Mancano 8.4 secondi e l’occasione per pareggiare è nelle mani di Stephen Curry raddoppiato immediatamente fuori dai tre punti dalla difesa intensa di James e Durant, che lo costringono ad uno scarico in angolo per DeRozan, chiuso bene a sua volta da Irving, che tenta un miracolo da tre senza riuscire. Vince Team LeBron per 148 a 145.

Da notare il bellissimo gesto di Anthony Davis che in una parte di partita indossa la canotta numero 0 del compagno infortunato DeMarcus Cousins. Il premio di MVP va a LeBron James che chiude con 29 punti, 10 rimbalzi e 8 assist (12 su 17 dal campo); nella sua squadra bene Durant con 19 punti e Irving che sfiora la tripla-doppia finendo la partita a quota 13 punti, 7 rimbalzi e 9 assist. Per quanto riguarda team Steph i migliori marcatori sono DeRozan e Lillard con 21 punti, Embiid ne segna 19 in 20 minuti e Karl-Anthony Towns va in doppia-doppia con 17 punti e 10 rimbalzi.

La partita tutto sommato, con questa nuova formula, è stata decisamente più godibile e combattuta. I livelli imbarazzanti della passata edizioni per quanto riguarda impegno e competitività sono, per fortuna, ben lontani. Come prima prova non è andata malissimo e speriamo che in futuro sia sempre meglio.