Il Barclays Center di Brooklyn (foto Marco Multari 2013)

Il Barclays Center di Brooklyn (foto Marco Multari 2013)

Dal nostro corrispondente

È il secondo anno del Barclays Center e dei Brooklyn Nets e tutte le strade del più grande distretto newyorchese sono tappezzate da manifesti. “Hola Brooklyn, Estas listos?” è quello che si legge nella versione spagnola, con il quintetto base dei Nets a salutare l’inizio della Regular Season, che parte con le migliori premesse.

Martedì sera nello stupendo impianto di Flatbush e Atlantic Avenue sono arrivati proprio i Boston Celtics, la franchigia che in un momento di ricostruzione delle proprie fondamenta, ha contribuito con la trade di luglio ad accrescere i sogni di gloria della squadra di Prokhorov.

Kevin Garnett, Paul Pierce e Jason Terry sono arrivati per dare a Brooklyn una squadra capace di contendere, l’unico obiettivo della proprietà sin dall’acquisto della franchigia. Prokhorov ha lavorato duro insieme al suo GM Billy King e ha aperto il portafogli, come dimostra l’offseason in cui i Nets sono stati non impropriamente chiamati “tax champs”.

I tifosi sono contenti e lo si nota dal pienone regalato nella gara di sabato scorso e dall’ottima affluenza (15000 circa) di questa gara: l’entusiasmo è alle stelle.

Il merito di tutto ciò va al cambiamento impresso e evidente anche rispetto all’anno scorso. Difatti, per molti addetti ai lavori il roster è decisamente fra i più competitivi del lotto, con gli innesti del trio ex Celtics e anche di Andrei Kirilenko, che si vanno ad aggiungere a una rosa già capace di vincere 49 partite nella scorsa stagione. Ma dopo la sconfitta di gara7 contro i Bulls, era evidente il bisogno di dare una sterzata visto che a questa squadra mancava molto per poter arrivare a livello di titolo NBA. La squadra peccava di leadership e di gente che sapeva come vincere, ed è stato questo il motivo che ha spinto a portare a termine la trade con i Celtics, che mandano a Brooklyn proprio quei veterani che per molti anni hanno frequentato i piani alti della NBA, tremendamente utili alla causa e a giocatori come Brook Lopez e Andray Blatche su tutti (e lo dimostrano nella gara di cui brevemente parleremo).

Accreditata da ESPN della terza posizione nel power ranking di inizio stagione, i Nets si stanno dunque per tuffare in quest’avventura con le migliori intenzioni di vincere.

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Il quintetto dei Nets sui manifesti (foto Marco Multari 2013)

La preseason è sempre da prendere con le molle ma quello che si sta vedendo da alcuni giocatori può essere considerato più che un buon inizio. Ieri sera i Nets giocavano la quarta partita della loro preseason subito dopo la schiacciante vittoria di Philadelphia. Le assenze sono moltissime da ambo i lati, a partire proprio da Garnett, che va a fare compagnia agli infortunati Kirilenko, Terry, Shengelia, Taylor e Deron Williams per i padroni di casa e Rondo e Bogans per gli ospiti.

Con l’assenza del miglior giocatore a disposizione di Jason Kidd, sappiamo che sarà Shaun Livingston a guidare l’attacco Nets: abbiamo visto quanta voglia abbia di far vedere che può essere il perfetto backup nella posizione di point guard, un ruolo che lo può allontanare sempre di più dal terribile infortunio del 2007. Lui, insieme a Blatche e Lopez sono i Net più in vena della serata. Sopratutto gli ultimi sembrano giovare dalla nuova “cura” Kidd-Frank, che puo decisamente contare sulla mano d’aiuto dei veterani appena arrivati in città.

Il primo tempo vola via velocemente e in maniera divertente, in particolare grazie alla voglia dei già citati Blatche e Lopez, che chiudono i due parziali rispettivamente con 13 e 17 punti. Per il resto c’è ancora molta individualità nei Nets, con Pierce e Johnson che richiedono molti isolamenti. Ma c’è equilibrio nel gioco di squadra con molti pick & roll e con l’efficace coinvolgimento dei lunghi in un modo distante anni luce dalla stagione scorsa.

C’è però èquilibrio anche nel punteggio, con i Celtics che pur essendo tutto sommato ingiudicabili riescono a rimanere sempre in partita e condurla per ampi tratti del secondo tempo. Per questo va dato atto alla bravura di coach Stevens che, in completa ricostruzione, ha dato disciplina ad una squadra che non può non prescindere dall’organizzazione difensiva e all’esecuzione offensiva.

Qualche canestro di Olynik, una schiacciata di Bass e la tripla di Teletovic tengono viva una partita che nel secondo tempo non fa niente per non rimanere noiosa (a parte il punteggio). Con due minuti e mezzo rimanenti sul cronometro i Nets compiono quello che sembra l’allungo decisivo prima delle due triple di Courtney Lee che pareggia ad un minuto dalla fine.

Brooklyn ha la palla della vittoria sulla sirena sul punteggio di 80-80: una bellissima giocata con uscita a ricciolo di Chris Johnson procura i due liberi segnati dal prodotto di Dayton. È anche l’ultimo momento di una gara priva di stelle ma che può dare certamente qualche spunto interessante ai due coach, come ci dice Brad Stevens: “Sono un po’ deluso dall’inizio di gara, ma poi i ragazzi hanno reagito bene. Mi è piaciuto come hanno giocato insieme fino alla fine per tentare di vincere. Le due triple di Lee sono molto importanti in chiave futura, perché so che posso contare su di lui”. Uno dei protagonisti della gara è stato Andray Blatche, che si sente “pronto a giocare più minuti specialmente quando KG sarà a riposo per i back to back. Mi sento bene, anche difensivamente so che posso dare il meglio”.

Infine, le parole emozionate di Paul Pierce che ha giocato contro la “sua” squadra per la prima volta: “È stato strano (giocare contro i colori biancoverdi). Ho passato un po’ di tempo nello spogliatoi con i miei ex compagni ed è stato emotivamente forte. D’altra parte è bello vincere anche se è preseason, si vede che stiamo migliorando”.