Dal nostro corrispondente

CHICAGO, IL – In una Chicago sorprendentemente mite, rieccoci nel West Side della città, in uno United Center che dopo essere stato teatro delle magie di Kevin Durant nell’ultima partita casalinga dei Bulls, si aspetta un pronto riscatto da parte dei suoi uomini.

Questa sera avversario di turno sono i Minnesota Timberwolves, reduci da un più che positivo avvio di stagione che li ha visti vincere 4 delle prime 5 partite. Il che non sarebbe un fatto sorprendente, se il loro roster fosse al completo, e non invece privo delle due stelle Kevin Love e Ricky Rubio.

Positiva la prova di Luol Deng, qui contrastato al tiro da Chase Budinger (Foto Rob Grabowski/US Presswire)

Senza Love e Rubio da un lato, e Derrick Rose dall’altro, Minnesota-Chicago perde ovviamente gran parte del fascino che tale incontro avrebbe avuto nel caso i tre giocatori fossero scesi in campo. Tali assenze, infatti, sono pesanti, troppo pesanti, per non condizionare in modo pressoché irrimediabile le prestazioni delle due compagini, che in assenza dei loro miglior esponenti non possono di certo nemmeno avvicinarsi al loro massimo potenziale.

Avevamo lasciato i Bulls esattamente una settimana fa, al termine della sconfitta contro i New Orleans Hornets (privi, tra l’altro, di Anthony Davis), nella quale le lacune tecniche della squadra erano parse piuttosto lampanti. Nel frattempo, Chicago ha chiuso in pareggio (1-1) il bilancio infrasettimanale, grazie alla vittoria su Orlando e alla già citata sconfitta contro Oklahoma City.

Partite in cui l’utilizzo di Marco Belinelli si è ridotto drasticamente, dopo la positiva prova contro gli Hornets. Una delle nostre speranze della serata, dunque, è da subito quella di assistere ad un pronto riscatto del nostro Beli — cosa che di fatto poi accadrà.

È un avvio di partita sonnolento, e non c’è da sorprendersi, visto che i primi mesi di regular season riservano spesso ritmi del genere. Chicago comunque prende subito il comando, con Luol Deng che mette a segno i primi quattro punti dei suoi, e Carlos Boozer — come al solito piuttosto moscio, e non sempre supportato dal pubblico — che  sbaglia le sue prime tre conclusioni dal campo.

Belinelli fa il suo ingresso sul parquet quando manca 1’26” alla fine del primo parziale, ma non fa in tempo a lasciare la benché minima impronta sulla gara, perché passa un minuto, e Jimmy Butler ne prende subito il posto in campo.

Minnesota, dal canto suo, non parte sicuramente a cento all’ora, ma riesce comunque a stare a contatto, grazie anche alle acrobazie di Chase Budinger, che in schiacciata rovesciata riesce a suscitare qualche urla di stupore tra il pubblico dello United Center. I Wolves tengono, e chiudono il primo quarto sotto di un solo punto, 19-20.

Inutile la doppia-doppia da 11+12 di Andrei Kirilenko, qui ostacolato da Nazr Mohammed (Foto AP Photo/Nam Y. Huh)

La buona notizia è che il secondo quarto comincia con il Beli in campo. Il nostro sbaglia subito la sua prima tripla, prima di commettere fallo a rimbalzo offensivo. I Wolves, nel mentre, tentano timidamente di prendere il comando della partita, raggiungendo il +5 sul 25-20. Dopo una penetrazione di Nate Robinson, arrivano finalmente i primi punti per Belinelli, che portano i Bulls sul -1 (24-25).

Il backcourt Robinson-Belinelli riesce a portare il dovuto brio in campo, soprattutto grazie alla vivacità del piccoletto di Seattle, che riesce a limitare la sua proverbiale sconclusionatezza in attacco — comunque ribadita, se mai ce ne fosse bisogno, con un paio di insensati palloni spediti direttamente in sesta fila — lasciando il segno sia in entrata che dall’arco.

La parte conclusiva del primo tempo si svolge senza troppi squilli, con Minnesota che — soprattutto grazie alla solidità di Nikola Pekovic (14 punti e 6 rimbalzi per lui nel solo primo tempo) e agli isolati canestri di Dante Cunningham non  molla la presa, ma anzi, riesce a piazzare un buon filotto sul finale di quarto e va all’intervallo sopra di 1 (41-40).

Prima azione della seconda metà di partita, e subito un assurdo turnover di Boozer, che indisturbato a rimbalzo difensivo riesce a mandare inspiegabilmente la palla sul fondo. Nel proseguimento di azione, tuttavia, Deng recupera palla e s’invola in contropiede, venendo fermato fallosamente da Budinger.

I Bulls riacquisiscono così un minimo d’inerzia, che viene però subito spenta da tre triple consecutive dei Wolves (due di Luke Ridnour e una di Budinger). È proprio Ridnour uno dei protagonisti del terzo quarto, con 8 punti e una saggia regia, che permettono ai suoi di rimanere sempre a contatto.

L’equilibrio dunque continua a regnare sovrano, mentre il rookie Marquis Teague viene inserito in campo per quelli che sono i suoi primi, “veri” minuti da professionista. Ed è una sua penetrazione vincente a sigillare il terzo parziale, che vede i Bulls sopra di 4, 63-59.

Nonostante la vittoria, deludente la prestazione di Carlos Boozer, qui contro Dante Cunningham (Foto AP Photo/Nam Y. Huh)

Eccoci dunque nel quarto conclusivo, che si apre con un uomo solo al comando: Marco Belinelli. Sono sue le tre triple consecutive (di cui una, la prima, scoccata totalmente fuori equilibrio) che equivalgono ai nove punti che danno il via alla fuga dei Bulls (72-65) — e che, finalmente, riescono ad infiammare definitivamente le tribune. Da segnalare inoltre che Chicago riesce a piazzare il parziale decisivo rimanendo nelle mani di Teague, piuttosto che in quelle di Hinrich o Robinson.

Da qui, i Bulls, non si girano più indietro, e finiscono per controllare più o meno agevolmente il finale di partita, chiudendo col punteggio di 87-80. Un finale che ha continuato a vedere in campo Belinelli, la cui prova è stata incoraggiante anche nella metà campo difensiva. Una positiva prestazione (chiusa con 11 punti), quella del bolognese, che equivale per lui ad una vera e propria boccata d’ossigeno, visti gli stenti delle ultime gare.

“È stata una partita importante per me, ci voleva proprio, soprattutto dopo le ultime due deludenti partite. Uscendo dalla panchina, devo cercare delle giocate importanti che mi possano da subito sbloccare — afferma l’italiano negli spogliatoi, che non esita poi ad esprimere il suo entusiasmo verso i tifosi locali, stasera così rumorosi in occasione delle sue triple — Sono contentissimo di giocare di fronte ad un tifo così particolare, così numeroso”.

Anche coach Tom Thibodeau spende qualche bella parola per Belinelli nella conferenza stampa post-gara: “Marco ha giocato molto bene, così come il resto della panchina — dice coach Thibs, il quale non esita a difendere Boozer (2 soli punti per lui, entrambi segnati dalla lunetta) — Anche stasera Carlos si è preso dei buoni tiri, ma la palla non ne ha voluto sapere di entrare. Ma non è una cosa che mi preoccupa più di tanto: vista anche la sua esperienza, non ho alcun dubbio che si riprenderà molto presto”.

Passando agli sconfitti, l’impressione che ci lasciano i Wolves è comunque tutt’altro che negativa, considerando le assenze di Love, Rubio e Brandon Roy (difficile prevedere quanto possa realmente contribuire quest’ultimo, vista la sua tribolatissima storia recente), che abbassano drammaticamente il livello di talento della squadra. L’impronta di coach Rick Adelman è vistosa, e una volta che gli infortunati saranno riarruolati in campo, la sensazione è che Minnesota possa essere avversario ostico per chiunque.

Si avvia così alla conclusione un’altra serata passata in compagnia della palla a spicchi. Una serata che per noi, tuttavia, non terminerà prima di aver azzannato una tipica “deep-dish” pizza nei pressi di downtown. Ce la siamo meritata.