Dal nostro inviato

JR Smith e Carmelo Anthony (Photo by Elsa/Getty Images)

MANHATTAN, NY – Fra un po’ di peripezie, continua il nostro “on the road”, nonostante Sandy e nonostante la copiosa neve scesa sul NordEst degli Stati Uniti nella notte fra mercoledi e giovedi. Lo scenario è diventato di colpo invernale, come se fossimo in pieno febbraio e si può ben dire che non ci siamo fatti mancare nulla: prime volte che non si scorderanno mai, e non solo da un punto di vista negativo, ma sopratutto da uno positivo, come quelle al Barclays Center di Brooklyn e al mitico Madison Square Garden.

Due arene meravigliose, avveniristica e imponente la prima, piena di fascino e tradizione la seconda. Qualcuno ci ha detto che stava per essere scritta la storia, e in un certo senso questo è proprio accaduto. A Brooklyn non giocava una squadra professionistica sin da quando i Dodgers della MLB si spostarono a Los Angeles, ed era il 1958. Mentre i Knicks non partivano cosi bene da 14 anni, con un record di 3-0 (anzi 4-0, dopo la vittoria contro Dallas di cui il recap qui in basso), convincente piu di quanto dica lo scarto lasciato alle prime 3 avversarie e di cui abbiamo parlato con i racconti delle gare su queste pagine.

Mentre tutto il mondo NBA si interroga sul futuro dei Lakers (sarà di nuovo Phil Jackson?), i Knicks erano chiamati a ripetere le ottime prestazioni contro Miami e Philadelphia. In ballo c’era la quarta vittoria consecutiva: un inizio così vincente non si verificava dal 1993.

I Dallas Mavericks si presentano come una delle squadre più calde della lega, e schierano il rookie Jae Crowder con Brandan Wright come centro, relegando in panchina Chris Kaman. Ovviamente manca ancora Dirk Nowitzki, assenza impossibile da compensare in pieno. I Knicks ripartono dal solito quintetto e dalla solita intensità difensiva con Carmelo Anthony subito in evidenza, così come i Mavs però, che partono molto bene nel preludio di una gara che promette di essere assolutamente godibile.

Il primo timeout è di Carlisle, costretto dall’incredibile intensità dei newyorchesi, che mai ci avevano abituato a questo tipo di approcci nelle ultime stagioni. Dopo tre bellissime schiacciate, due di Chandler e una di Anthony, i Mavs riescono a tenere i Knicks sul punteggio di parità (20-20) e rispondono colpo su colpo, soprattutto dopo l’entrata in campo di Kaman e Carter a 2 minuti dal primo intervallo. Si vede un po’ di zona da parte di Dallas, e si vedono anche Rasheed Wallace e Marcus Camby, quest’ultimo all’esordio stagionale.

OJ Mayo (AP Photo/Frank Franklin II)

E’ OJ Mayo a salire sulla ribalta a inizio secondo quarto con 2 triple consecutive (chiuderà con 23 punti e 5/10 dal campo), per la prima volta mettendo in difficoltà la difesa dei Knicks. New York non ha il solito giropalla dalla sua, e difatti i tiri che arrivano non sono qualitativi come quelli visti nelle uscite precedenti: coach Woodson si deve affidare di più agli isolamenti e alle penetrazioni dei suoi tanti campioni. In questi fondamentali, Melo ma soprattuto JR Smith (22 punti per lui), sono dei maestri e nonostante un Vince Carter in grandissimo spolvero nel secondo parziale (chiuderà con 15 punti), i Knicks si riportano avanti, approfittando in particolare del matchup Melo vs Dahntay Jones.

La prova dei Knicks non è la stessa offensivamente, ma lo è in quanto a determinazione ed energia, quest’ultima portata in particolare da Ronnie Brewer, davvero un giocatore trasformato in queste prime uscite stagionali. Il primo tempo si chiude con il punteggio di 57-55 per gli ospiti, prima volta che New York chiude un quarto in svantaggio in stagione. Vantaggio che però viene ritrovato, e non lasciato più ad inizio terzo periodo, dopo una palla rubata da Kidd e trasformata da Felton nel 63-62. Con un attacco che continua ad essere farraginoso, i Knicks si ritrovano davanti grazie alla difesa, ma non solo. Un parziale di 9-0, con Melo in panchina per problemi di falli, ispirato da JR Smith che segna ben 7 punti di fila, spezza la partita in due a favore dei padroni di casa: a fine quarto il punteggio è 84-78, con i Mavs molto faticosamente a galla.

Non per molto però: i continui raddoppi e la clamorosa intensità difensiva dei Knicks aprono il quarto e decisivo periodo, che prende subito la piega desiderata dal pubblico di casa. La tripla del +7 di Melo (31 punti con 10/22 dal campo) e la schiacciata su tap-in di un immenso Tyson Chandler, fanno esplodere il Madison Square Garden e regalano il +10, 96-86, a 6 minuti dalla fine. Il finale va via lentamente, a causa dei molti tiri liberi tentati dai Knicks, ma i Mavs hanno alzato già bandiera bianca da un pezzo. Il fallo e canestro di Melo chiude definitivamente la contesa, che vede il punteggio di 104-94 a favore della squadra di coach Woodson, anche stasera convincente e che ha lanciato dei gran segnali, incoraggianti per i propri tifosi.

A fine partita è Rick Carlisle a deporre l’onore delle armi: “Sono una grande squadra, e saranno una contender delle più toste ad est. Chandler è uno dei motivi, e io lo conosco bene, cosi come lo è Jason Kidd, un leader che li aiuterà ad arrivare fino in fondo ad Est”.