Foto di Marco Multari

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Sottovalutare l’avversario è stato per tutta la stagione scorsa il peccato originale dei Brooklyn Nets. In questa, i Nets sono partiti con due sconfitte decisamente evitabili e, nonostante la grandissima vittoria contro i campioni dei Miami Heat, le critiche sono cominciate a riaffiorare anche in questo inizio di stagione. Per la seconda gara stagionale in casa il pubblico di Brooklyn ha potuto salutare l’esordio casalingo di Jason Kidd in panchina, che come sappiamo era stato sospeso per le prime due gare. Nel sempre splendido Barclays Center sono arrivati gli Utah Jazz, proprio quella franchigia con il cui aiuto venne posata la prima pietra nella costruzione di questo roster adesso fra i più forti della lega: Deron Williams, la stella indiscussa di questi Nets, incontra il suo passato ancora non al 100%, ma gara dopo gara più sicuro della sua condizione fisica.

E’ la quarta gara stagionale per Brooklyn, ma è già una situazione da “must-win” e il pubblico (anche stasera delle grandi occasioni) losa, sempre vicino com’è stato a questo gruppo di giocatori. Utah si presenta all’appuntamento con ben 4 infortunati che alla fine faranno sentire la loro mancanza: Williams, Evans, Rush e Burke sono fuori, e il quintetto viene composto da Tinsley in cabina di regia, con Hayward, Jefferson, Favors e Kanter. Per i padroni di casa, invece, c’è il solito quintetto composto da Williams, Pierce, Johnson, Garnett e Lopez.

Dopo l’orrenda sconfitta di Orlando, Jason Kidd chiede assolutamente una vittoria ai suoi, che rispondono presente alla palla a due. L’inizio è infatti tutto bianconero, con un parziale alla prima interruzione di 12-2, dettato soprattutto dalla difesa capace di costringere gli ospiti ad attacchi confusi e a ben 8 palle perse nei primi minuti di gioco. La squadra è evidentemente beneficiaria della presenza di veterani come Kevin Garnett, primo fra tutti Brook Lopez, il più attivo in attacco, ma anche in difesa, dove ruota come mai lo abbiamo visto. Il tono viene stabilito nei primi sei minuti di gara, dopo i quali comincia la rotazione dalla panchina, che occuperà tutto il quintetto a fine primo quarto che si chiude sul 28-18 per i padroni di casa, nonostante un piccolo tentativo di ritorno dei Jazz, guidato dal “solo” Gordon Hayward. Sono i 18 punti nell’area piccola per i Nets, frutto di una grande prestazione da parte del redivivo centro ex Stanford.

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Al di fuori dai pick and roll con bloccante Kanter e dalla vena al tiro del loro numero 20,  i Jazz fanno davvero poca paura in attacco ma l’andamento lento, anche al rientro dei titolari, fa si che la squadra di coach Corbin si mantenga sempre intorno ai 6 punti di svantaggio. Ma è a metà secondo quarto che la scintilla viene scoccata da parte dei Nets, prima con il solito bravissimo Lopez, bravo a caricare di falli i lunghi avversari e a segnare ben 19 punti all’intervallo, e dopo dalle due triple di Joe Johnson che segnano uno spartiacque nella gara, che vede il primo tempo chiudersi sul 54-48.

Al contrario del dramma Knicks, tanto per rimanere in città, i Brooklyn Nets sembrano poter gestire con enorme tranquillità la ripresa di gioco. Il terzo quarto è infatti è un monologo dei padroni di casa, che possono già cominciare a pensare a far riposare le preziose stelle, oberate dai problemi fisici. Per i Jazz c’è il solito Hayward (22 punti a fine terzo quarto), mentre si vedono delle bellissime giocate, prima di Kevin Garnett (un crossover stupendo ai danni di Favors) e poi di Deron Williams con il layup a una mano da rivedere e rivedere. Il punteggio dice 85-61 a fine terzo quarto per i Nets, che possono dare il via al garbage con insperato anticipo sui tempi.

Plumlee, Anderson, Livingston, Teletovic e Kirilenko è il quintetto di inizio quarto periodo, sufficiente a mantenere le distanze e anche ad allungare, visto che i Jazz non sembrano riuscire ad abbozzare una rimonta alquanto improbabile. Con Mason Plumlee e Shaun Livingston a riscaldare il pubblico, il finale è tutto a favore dei Nets, che vincono letteralmente passeggiando con il punteggio di . Brook Lopez chiude con 27 punti (in tre quarti), 7 rimbalzi e 10/13 dal campo e guida altri 5 giocatori in doppia cifra, mentre per quanto riguarda gli ospiti, il solo Hayward va sopra le righe con 22 punti e 8/16 dal campo: coach Corbin avrà un enorme lavoro davanti, essendo i Jazz partiti come mai in 34 stagioni (0-4 dopo stasera).

Dire di trovare un Jason Kidd soddisfatto in conferenza stampa è dir poco: “I ragazzi hanno capito cosa c’è da fare da qui dopo gli alti e i bassi di inizio stagione. E i veterani stanno aiutando tantissimo. Siamo una squadra non solo di tiro da fuori ma dobbiamo essere bravi come stasera nell’area piccola: ieri ci siamo concentrati su questo e stasera i ragazzi hanno raggiunto l’obbiettivo. In difesa siamo stati bravi a negare la palla agli avversari, non come la gara di Orlando, sulla quale ci siamo concentrati parecchio”. Prima di lui, Kevin Garnett torna alla sconfitta di Orlando, dicendo di “voler continuare a premere sui suoi compagni. Abbiamo bisogno di consistenza e non possiamo permetterci di disputare gare come quella di Orlando, dopo aver vinto contro Miami”. Dal canto suo coach Corbin è affranto dal pessimo inizio dei suoi anche se “il fatto che i miei vogliano continuare a lottare è incoraggiante. Domani andremo a Boston in una situazione di emergenza, sarà dure, siamo in trasferta, ma vogliamo scrollarci di dosso lo 0 nelle vittorie”. 

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