Atlantic Division – Il ranking di DailyBasket:
1. Brooklyn Nets
2. New York Knicks
3. Boston Celtics
4. Toronto Raptors
5. Philadelphia 76ers

BROOKLYN NETS

Paul Pierce, Kevin Garnett e Jason Terry

Paul Pierce, Kevin Garnett e Jason Terry

Nessun dubbio sull’obiettivo a breve, anzi brevissimo, termine vista l’anagrafe del roster, dei Nets di Mikhail Prookhorov. Il magnate della finanza russo ha dato un’ulteriore spinta alla sua franchigia portando a Brooklyn fuoriclasse assoluti come Garnett e Pierce, oltre ad un veterano di provata efficacia come Jason Terry. Il trio arrivato dai Celtics va ad aggiungersi ad un gruppo che è uscito di scena al primo turno dei playoffs dopo una durissima battaglia di 7 partite contro i Bulls. Un roster ricco di esperienza ma guidato da un rookie delle panchine come Jason Kidd.  Mai ossimoro tecnico e linguistico fu più chiaro, l’ex play dei Knicks, che ha vissuto con i Nets – che gli hanno ritirato la maglia durante la preseason – forse le due più grandi stagioni in carriera, a dispetto dello status di matricola, ha la credibilità, il carisma e la leadership per governare le tante potenziali prime donne in casa Brooklyn.
Squadra
Panchina infinita e tante risorse a disposizione per JK, che dovrà gestire con il bilancino da farmacista, soprattutto in regular season, le energie di Pierce, Terry ed in particolare di Kevin Garnett. Dallo stato di forma dell’ex triumvirato biancoverde dipenderanno molte delle fortune dei Nets. Lo starting five è assolutamente da finali di conference: Deron Williams, nonostante gli umori e le bizze, è point guard da primi tre posti nella lega, Joe Johnson è diventato con la maturazione anche un eccellente clutch player mentre Brook Lopez in vernice è in costante crescita dopo le ultime due annate. Dalla panchina c’è la grinta e la forza bruta di Reggie Evans oltre ai minuti di estrema qualità che possono arrivare da Blatche. L’ex Wizards, oltre al talento, ben noto anche ai tempi di Washington, ha dimostrato maggiore stabilità mentale ed un impatto sempre crescente sfruttando la sua versatilità che gli permette di giostrare in due posizioni in vernice. Settore lunghi arricchito anche dalla prima scelta Mason Plumlee, altro prospetto estremamente interessante, reduce dalle ottime annate con la maglia di Duke. Ci si aspetta un salto in avanti anche da Teletovic, troppo alterno lo scorso anno, senza dimenticare il mestiere di Kirilenko oltre alla verve di Alan Anderson, l’ex Virtus Bologna che potrebbe trovare ampio spazio nelle rotazioni degli esterni di Jason Kidd.
Prospettive
Squadra strutturata esclusivamente per la postseason, durante la regular season saranno ampie le rotazioni e gli spazi per la panchina. Due anni per portare un incredibile anello dalle parti di Brooklyn, squadra che rischia di diventare sempre più pericolosa ad ogni turno di playoff superato, grazie alla cattiveria agonistica dei vari Pierce, Garnett, Williams. Al futuro ci si penserà dal 2015…
Pronostico
Finale di conference.

 

NEW YORK KNICKS

Carmelo Anthony

Carmelo Anthony

Se i Nets sono la squadra voluta da Prokhorov, i Knicks sono esattamente la squadra ricamata ad arte sul proprietario James Dolan. Ancora una volta mercato a dir poco incomprensibile dei bluarancio che diventano, semmai vi fossero dubbi, la franchigia con il roster più folle, bizzarro ed ambizioso della lega. Un’estate che ha visto il ritiro di Jason Kidd, la partenza di un mai rimpianto Marcus Camby e quella forse meno felice di uno specialista come Steve Novak. E’ sicuramente il settore arrivi del Knicks Terminal che ha fatto drizzare le antenne di più di una torre di controllo. Andrea Bargnani è il potenziale pezzo pregiato del mercato, mai termine più virgolettabile se si pensa alla pressione che avrà addosso il Mago dagli spietati media della Mela. All’ex Raptors va aggiunto il ritorno del pirotecnico enfant-prodige Metta World Peace che finalmente avrà la chance di giocare per la squadra della sua amata città. Genio, molto, sregolatezza, altrettanta, dell’ex Lakers che va a far coppia con la conferma di J.R. Smith, rifirmato a cifre importanti nonostante il pessimo finale di stagione ed un ginocchio ancor più umorale del proprietario. Roster densissimo a cui si sono aggiunti il figlio d’arte Tim Hardaway Jr, (prima scelta da Michigan), il venerando Beno Udrih, il comprimario Cole Aldrich e il carneade Tourè Murry, convincente in preseason. La base di partenza sono le semifinali di conference perse contro i Pacers, l’obiettivo è fare strada anche se la presenza proprio di Pacers, Heat, Bulls e Nets non lascia spazio a voli pindarici.
Squadra
Roster estremamente complesso da amministrare, coach Mike Woodson avrà più di un problema per gestire talenti, personalità ed ego difficilmente smorzabili. Tutto passa sempre, e forse sin troppo dal punto di vista tecnico, dalle mani, peraltro strepitose, di Carmelo Anthony. Tutta da valutare sul campo la triade Chandler-Melo-Bargnani, con il declinante ex Mavs che dovrà fare pentole e coperchi nella propria area colorata per reggere i due colleghi di reparto, spesso più vicini ad una regolazione semaforica che ad un vero impatto difensivo degno di tal nome. L’attacco troppo statico, e condizionato dalle invenzioni 1vs1 di Anthony, genera poca velocità di esecuzione, che penalizza un regista di puro movimento come Felton. Da verificare l’impatto dalla panchina, peraltro infinita, del rientrante JR Smith, splendido sino ai playoffs poi tornato come sempre più croce che delizia durante la serie con i Celtics chiusa con un’orribile gomitata a Jason Terry. E che dire dell’incognita Metta World Peace che, accoppiato proprio con Smith, rappresenta la variabile più impazzita, in senso più letterale che tecnico, dell’intera lega. Ancora più misteriosa la situazione di “Mr. 100 milioni” Amare Stoudemire, le cui ginocchia traballanti rendono sempre meno attraente anche la sua eventuale cessione. Verranno utili ancora una volta i rimbalzi e l’aggressività di Kenyon Martin, l’energia di Iman Shumpert, peraltro sempre troppo alterno al tiro, e la freschezza di Tim Hardaway Jr. che, dal celebre e talentuosissimo padre, sembra aver ereditato l’assenza di timidezza in fase offensiva. Squadra potenzialmente sempre sul punto di esplodere, sia tecnicamente che dal punto di vista emotivo, fragilità caratteriale e tattiche che prospettano una stagione da assoluto capolavoro oppure, assai più probabilmente, di aurea mediocrità.
Prospettive
C’è materiale degno di un’analista come e più delle celebri citazioni di Woody Allen, storico tifoso bluarancio, sia tra i giocatori che, soprattutto, nella proprietà. Il vero tarlo stagionale saranno, oltre le bizze dei vari Metta World Peace, Smith e soci, le scelte di Melo Anthony che ha già fatto capire di gradire assai il profumo della free agency. Una bomba ad orologeria che potrebbe far esplodere presto lo spogliatoio dei Knicks.
Pronostico
Semifinali di conference.

 

BOSTON CELTICS

Rajon Rondo (fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE/Getty)

Rajon Rondo (fonte: Nathaniel S. Butler/NBAE/Getty)

Rifondazione totale, fine di un’epoca, largo ai giovani, tante possono essere le espressioni ed anche le prospettive da cui guardare le scelte del front office biancoverde dopo l’ultima stagione. Certamente è la fine di un’era vincente che va oltre il titolo del 2008, Doc Rivers, Garnett, Pierce rappresentavano non solo la storia recente – per Double P di una carriera ultradecennale in maglia Celtics –, ma anche l’anima di una squadra che è rimasta ai vertici della lega per un lustro. Il mega scambio con i Nets ha portato in dote due “contrattoni” (in scadenza quello di Humphries, pesante triennale per Gerald Wallace con 10 milioni abbondanti di dollari a stagione), ma anche il talento di Marshon Brooks. Scherzo del destino oppure sliding doors, proprio il front office di Boston è passato dalla potenziale cessione di Rajon Rondo, data quasi per certa durante l’ultimo All-Star Weekend, alla consegna chiavi in mano della macchina biancoverde al geniale prodotto da Kentucky, ancora in fase di ripresa dall’infortunio. Da un punto di vista meramente salariale, anno di pura transizione scelto dal GM Danny Ainge che per la posizione di centro ha firmato il brasiliano, ex Valencia, Vitor Faverani. Ma più che positiva si annuncia l’addizione della prima scelta Kelly Olynyk, ala dalle grandi qualità che potrà essere subito importante anche dal punto di vista offensivo. A guidare la franchigia più titolata è arrivato Brad Stevens, scelta ambiziosa e di grande coraggio dei Celtics che premiano un allenatore giovane e promettente che ha compiuto piccoli miracoli a Butler.
Squadra
Demolita quasi completamente la struttura dell’antico, ma assai munifico di vittorie, Hotel Big Three, per Rajon Rondo inizia l’avventura da leader assoluto dei Celtics. Non mancano personalità e talento al play biancoverde che dovrà però fare i conti con una squadra di difficile interpretazione con alcuni veterani ma anche con alcune incognite tecniche. Wallace, Bass ed Humphries rappresentano il cuore dei veterani a disposizione di coach Brad Stevens che, una volta pagato l’inevitabile scotto del noviziato, potrà rappresentare una bella sorpresa. Il suo lavoro a Butler, due finali di college nel 2010 e nel 2011, già da solo è un eccellente biglietto da visita per il neo coach biancoverde. Stevens dovrà trovare la giusta combinazione non solo in vernice, oltre all’attesa dal rientro dall’infortunio di Rondo, dove si alterneranno Humphries, Olynyk ed il brasiliano Faverani in un reparto che rischia di essere irrimediabilmente corto.  Più che suggestivo il reparto ali con Jeff Green che può ulteriormente conquistare spazio e responsabilità dopo l’ottima annata di rientro dalla delicata operazione cardiaca. La solidità di Brandon Bass, l’intraprendenza di ragazzi emergenti come Sullinger e Brooks potrà dare propellente ed entusiasmo anche all’esigente pubblico biancoverde. Ad Avery Bradley in particolare, oltre a Jordan Crawford, Courtney Lee, e Phil Pressey (figlio d’arte del grande Paul), il compito di aiutare Rondo in cabina di regia per una squadra globalmente tutt’altro che da sottovalutare.
Prospettive
Non sarà un anno semplice per i Celtics abituati, per tradizione, a competere per obbiettivi importanti. Mancherà un po’ di appeal e di carisma ma, nella mediocre Eastern Conference, il talento immaginifico di Rondo e la solidità di qualche veterano come Bass e Wallace potrebbero portare i biancoverdi un poco più lontano del previsto.
Pronostico
Primo turno di playoffs.

 

TORONTO RAPTORS

Rudy Gay e DeMar DeRozan (John E. Sokolowski-USA TODAY Sports)

Rudy Gay e DeMar DeRozan (John E. Sokolowski-USA TODAY Sports)

Dopo sette anni difficili, culminati nell’infortunio che ha chiuso anzitempo la scorsa stagione, Andrea Bargnani è stata la principale operazione in uscita dei Raptors. Oltre ad un discorso tecnico, troppo morbido l’impatto in campo ed un rapporto diventato a dir poco complesso con i tifosi dell’Air Canada Centre, la cessione ai Knicks del lungo azzurro ha alleggerito il monte salariale di Toronto regalando prezioso spazio di manovra alla franchigia canadese. Il progetto Raptors riparte da Rudy Gay e DeMar DeRozan, da New York è arrivato un tiratore di razza purissima come Steve Novak, preziosa l’addizione dai Pacers di Tyler Hansbrough che garantisce forza e soprattutto versatilità al reparto lunghi. Sul pino sempre Dwane Casey che proverà a dare continuità ai barlumi di crescita intermittente apparsi nel finale della scorsa stagione.
Squadra
Poche certezze dal punto di vista del talento, DeMar DeRozan e Rudy Gay sono i due fari della squadra. Altrettanto probabile che siano due secondi violini, da un punto di vista tecnico e forse anche emotivo, destinati a disputarsi la classica “poltrona per due” per tutta la stagione. Equivoco di lana caprina se pensiamo alle difficoltà del resto del roster a disposizione di coach Casey. Si attende sempre l’esplosione di Valanciunas che, liberato anche dalla presenza di Bargnani, ha enormi praterie per dimostrare finalmente di non essere un potenziale eterno incompiuto. Amir Johnson ha mostrato momenti di grande concretezza ad altri di assoluta precarietà, importante alle sue spalle la presenza di Tyler Hansbrough che può diventare uno dei migliori cambi dei lunghi dell’intera lega in termini di fatturato ed impatto. La regia è affidata ancora una volta a Kyle Lowry che, se non afflitto da infortuni, è giocatore di qualità che sa coinvolgere i compagni, la verve e la voglia di emerger di Dwight Buycks potrebbero rivelarsi decisive nella corsa al ruolo di vice dell’ex Rockets, vista la recente involuzione del pur giovane D.J. Augustin. Letteralmente drammatica la situazione alla casella centro dove, oltre ai citati problemi di crescita di Valanciunas, il pur coraggioso Aaron Gray non rappresenta alternativa rassicurante. Casey si aspetta più qualità ed impatto dai due ex Knicks Landry Fields, opaco la scorsa stagione, e dal neo arrivato Steve Novak. Giocatori versatili e di “sistema”, eccellenti nella transizione, il primo, e nel ricevere gli scarichi, il secondo, funzionali quindi in una squadra già ricca di leader e di talento, l’esatto opposto di questi Raptors.
Prospettive
Il post Bargnani potrebbe regalare qualche timida soddisfazione ai canadesi che difettano però in termini assoluti di potenza fisica e di presenza in vernice. Poco chiaro anche il progetto a medio termine sia in termini salariali che di scelte tecniche. Non mancherà però lo spazio per trovare qualche sorpresa dalla panchina, tutto sommato profonda, di coach Casey.
Pronostico
Lotteria.

 

PHILADELPHIA 76ERS

Thaddeus Young

Thaddeus Young

Se ai Celtics è in atto una rifondazione, in casa Sixers si può comodamente parlare di cambiamento radicale. In due sole stagioni tantissime evoluzioni, e non sempre con esito positivo, che hanno portato ad uno starting five completamente rinnovato. Ridimensionato in modo netto il salary cap che ora presenta Phila come una delle squadre vicine alle pole position per accaparrarsi i migliori free agent della prossima, succulenta, estate. Nel frattempo per traghettare i Sixers in un’annata si spera dignitosa è arrivato coach Brett Brown, assistente per sei stagioni alla corte di Gregg Popovich ed ora alla prima vera grande occasione della carriera. Scaricato l’invisibile e sempre infortunato Bynum, il front office dei Sixers ha puntato tutto sul prodotto da Kentucky Nerlens Noel, arrivato nello scambio che ha portato Jrue Holiday ai Pelicans, che però rischia di saltare tutta la stagione per un infortunio al tendine d’Achille. Si è provato a rischiare, ma senza successo visto il rapido taglio, con Royce White che non ha offerto le garanzie auspicate dopo i problemi di ansia che ne hanno rimandato l’esordio nella NBA. La grande speranza della stagione allora è Michael Carter-Williams, prima scelta da Syracuse.
Squadra
Un cantiere a cielo aperto per coach Brett Brown che avrà il vantaggio almeno di poter sperimentare diverse soluzioni avendo gerarchie fragili e tutte da valutare in partenza. L’ex vice di Popovich dovrà affidarsi alla crescita, sperata, di Evan Turner che avrà spazio e minuti per dimostrare di meritare tutta la fiducia dello staff tecnico dei Sixers. Stessa sorte per il backcourt con Michael Carter-Williams e James Anderson che dovranno provare a sfruttare un’opportunità più unica che rara, considerando anche la scarsa concorrenza nel settore disponibile sul pino. In contumacia Noel, in vernice la posizione di centro sarà coperta dal mestierante Spencer Hawes, lungo di cui si conoscono pregi ma anche limiti, in panchina il fallimentare Kwame Brown “rischia” di dover garantire anche più minuti di quanti sperati da coach Brown. Thaddeus Young, da sempre intermittente in termini di continuità, è l’ala grande, un “quattro” però solo per atletismo e verticalità non certo per tecnica e stazza, Lavoy Allen avrà molte occasioni per provare a fornire minuti e sostanza a tutto il reparto. Al veterano Jason Richardson spetterebbe il compito di sostenere un gruppo giovane ed a dir poco inesperto, ma la sua presenza in stagione è a serio rischio dopo l’infortunio al ginocchio di qualche mese fa, dunque potrebbe guadagnare molti minuti anche Tony Wroten, che a Memphis da rookie è rimasto ai margini.
Prospettive
Messo da parte il fallimentare progetto di recuperare lo svagato, e talvolta irritante, Bynum si cerca davvero una sorta di miracolo con i giovani scelti nelle ultime due stagioni. Non sempre un’annata dedicata all’”alleggerimento” salariale può essere per forza avara di soddisfazioni. Transizione con qualche lampo e segnale in positivo.
Pronostico
Lotteria.