Visuale mozzafiato dell’Arena degli Heat/foto A.S.

Siamo nati da pochissimi mesi ma già abbiamo argomenti ed un minimo di storia vissuta. La nostra bacheca si arricchisce di un’altra tappa “on the road”.

Storia: Questa volta siamo stati in trasferta in Florida e precisamente a Miami, metropoli di 404.408 mila abitanti all’interno della contea di Miami Dade.

Chiamata la capitale delle Americhe per la vicinanza con il sud del continente e per la multirazzialità oltre al quasi perfetto bilinguismo anglo-americano e spagnolo.

Zone bellissime e piene di vita e locali si alternano con  altre parecchio pericolose anche se negli ultimi anni la criminalità è stata almeno in parte debellata.

Basket NBA:  Nella Southeast Division facente parte della Eastern conference c’è il club storico entrato dalla stagione 1987/1998 a far parte della Lega più importante e ricca del mondo.

Prima Mourning poi Riley da head coach(attuale general manager) fecero rinascere questa gloriosa franchigia che vinse l’anello nella stagione 2006. Decisivo l’ingaggio di Shaquille O’Neal oltre all’esplosione dell’ex Marquette University  Dwyane Wade.

Dall’estate scorsa con “la Decision” di LeBron James seguita in diretta televisiva da tantissimi tifosi diventa il team da battere formando la temibile triade soprannominata “The Big Three”

Formazione nata solo per conquistare l’anello cade la stagione scorsa per mano dei Dallas Mavs di Dirk Nowizki.

Il cartello che indica la mondana Ocean Drive / foto A.S.
Il cartello che indica la mondana Ocean Drive / foto A.S.

Miami Heat vs Orlando Magic: La nostra visita alla cittadina della costa est atlantica della Florida non  si limita alla mondana Ocean Drive con musica a palla in tutti i bar e ristoranti oltre alle lussuosissime auto che sgasano in fila di fianco all’Oceano ed alle moto spaziali guidate senza casco, negozi fashion sulla Collins Avenue, Lincoln Road e Washington Av  o la etnica Espanola way.

Ci dirigiamo in un autobus super affollato e costretto a viaggiare a passo d’uomo verso Biscayne Boulevard sede della American Airline Arena oltrepassando il ponte che delimita Miami Beach col resto della città sognando alla vista della nostra destra la Star Island, l’isola piena di ville,piscine e palme dei vip americani.

Dopo i controlli di rito e le fotografie sui legni della mitica Arena NBA ci scorazzano su e giù alla ric erca di una postazione. Purtroppo per noi il nostro nome(pure sbagliato) è nell’area più vicina al tetto che al campo.

La gara all’inizio è lenta e piena di liberi(20 solo nella prima frazione) ma mostra un Bosh in palla.

Alternato a stacchetti di fantastiche Chearleaders con musiche attuali più in voga al momento nelle radio e non solo nei famosi pool parties cittadini si assiste a qualche ottimo passaggio di Chalmers che mantiene avanti all’intervallo seppur di poco  gli Heat contro i Magic che tirano tanto ed hanno un Howard fischiatissimo ma già in doppia cifra.

Pausa lunga e densa di informazioni con premiazioni,ancora balli, grande fratello in diretta Espn con la promessa di matrimonio con tanto di anello e i bentornati ad alcuni militari americani dalle lontane terre dell’Afghanistan.

Si torna alla contesa e cambia l’inerzia. James comincia a fare sul serio(doppia doppia punti/rimbalzi a fine periodo) ma sono i ragazzi di Van Gundy a mettere la freccia seppur di poco.

Miami sente la pressione(e qualche timido fischio) dall’Arena casalinga chiudendo la difesa.

Ne esce un ultimo quarto di Wade da leccarsi i baffi che con 14 punti sui 31 suoi totali fa esplodere di gioia un palasport che a risultato acquisito ma a bocce non ancora ferme si svuota come a voler anticipare l’inevitabile traffico cittadino.

Un immagine di un libero d’attacco dei Magic/foto A.S.

Il sottoscritto si addentra in press room e poi negli spogliatoi ben conscio di non poter regalarsi neppure una foto ricordo con uno dei protagonisti(“NBA rules “mi viene detto) e per evitare problemi coi possenti gorilla in giacca e cravatta si limita ad ascoltare e registrare interviste.

Sono quasi le 23, affamati ma contenti usciamo nell’illuminata Miami con un ricordo indelebile che si spera possa restare ben impresso anche agli affezionati di DailyBasket.