Kyrie Irving ha chiesto ufficialmente ai Cleveland Cavaliers di essere ceduto. Una richiesta che sembra, ad una prima analisi incredibile o quantomeno sorprendente, ma se andiamo ad analizzare a fondo la vicenda potremmo non trovarci così sorpresi.

La storia di Irving ai Cleveland Cavaliers è sempre stata legata per certi versi a quella di LeBron James. Nel giugno 2011 quando viene selezionato con la scelta numero uno assoluta proprio dai Cavs, si ritrova in una squadra che aveva appena perso James (andato ai Miami Heat l’estate prima), in fase di ricostruzione totale e che aveva bisogno di dimenticare “The Decision” ed era alla ricerca di un nuovo idolo in campo. Quella squadra non era assolutamente vincente (78 vittorie a fronte  di 152 sconfitte in dal 2011 al 2014), però nell’estate 2014 decise di dare un contratto da 90 milioni di dollari a Irving, eleggendolo nuovo uomo simbolo della franchigia e puntando sul suo talento per il futuro. Proprio nella stessa estate però LeBron James decise di tornare a “casa” in Ohio e di firmare ancora per i Cavs, rendendo così Irving non più il giocatore di riferimento ma un talento eccezionale all’ombra di LeBron.

Un giocatore come Irving, che ha come suo idolo Kobe Bryant e che ha sempre preso spunto dalla sua mentalità di combattente, può aver sofferto in questi anni la presenza di un giocatore così “ingombrante”. Sofferto il fatto di non aver mai avuto veramente la sua squadra, i suoi Cavs e di aver sempre giocato nella Cleveland di James.

Questi problemi, sono stati parzialmente placati da tre stagioni (da quando è tornato James) finite tutte all’ultimo atto e con un titolo vinto nella stagione 2015/2016. Anche nell’ultima stagione dopo le Finals 2017  perse contro gli Warriors, Lebron aveva abbracciato Irving subito dopo la sirena finale di gara 5, promettendogli che sarebbero tornati ancora alle Finals nella stagione successiva. Ma probabilmente qualcosa nella testa di Kyrie è cambiato. Cambiato perchè un anello lo ha vinto, dimostrando di poter arrivare fino in fondo e di essere un vincente; ma probabilmente nella testa di un giocatore che ha fatto di Kobe un’ispirazione c’è la voglia o forse la necessità di dimostrare di saper vincere anche da solo, senza LeBron ed in una squadra tutta sua.

Ora Irving è sul mercato, ma quali possono essere le destinazioni più probabili? In riferimento ad una preferenza espressa dal giocatore durante il famoso colloquio con il Front Office dei Cavs in cui avrebbe comunicato la volontà di andarsene, San Antonio sembrerebbe essere una meta gradita a Irving. In effetti troverebbe una squadra che non ha nel ruolo di Point Guard un giocatore affidabile (Tony Parker è sul viale del tramonto e Dejounte Murray non è ancora affidabile come titolare), ma ci sarebbero due problemi. Il primo è che per una trade gli Spurs dovrebbero mettere sul piatto LaMarcus Aldrige che non ha sicuramente il valore di Irving; il secondo sarebbe Leonard: che è la stella indiscussa degli Spurs e farebbe di Irving il secondo violino anche a San Antonio.

Si è parlato di Minnesota che nella Free Agency estiva ha creato una squadra sulla carta molto competitiva, con l’arrivo di Jimmy Butler e Jeff Teague. Teague appunto, stesso ruolo di Irving e che non può essere scambiato fino al 15 dicembre. Rimarrebbe Andrew Wiggins (scelto proprio dai Cavs e poi scambiato nella trade che ha portato Love a Cleveland), ma i dubbi sono molto forti anche qui visto che Minnesota sembra intenzionata a offrire il massimo salariale al giocatore canadese. Timberwolves destinazione poco probabile.

New York? I Knicks in questo momento sono nel caos più totale; Carmelo Anthony vuole andarsene e potrebbe essere insieme a qualche scelta al draft, merce di scambio gradita a Cleveland. Melo è l’unico di valore che potrebbe partire, visto che la dirigenza di New York ha dichiarato (per fortuna) incedibile Porzingis. Anthony ha una “no-trade clause” nel suo contratto (possibilità di accettare lui una trade oppure rifiutarla) e i Cavs sono una una squadra in cui Carmelo andrebbe più che volentieri.  Trade difficile ma non impossibile.

Ultima squadra citata in questi giorni è Miami. Gli Heat potrebbero dare (inserendo come minimo Dragic in una eventuale trade) a Irving una squadra giovane e futuribile, con un allenatore di altissimo livello come Erik Spoelstra e renderebbero Kyrie il padrone assoluto della squadra con ambizioni di Playoff immediati. Trade potenzialmente molto interessante.

I prossimi giorni saranno sicuramente molto caldi. I Cavs vogliono avere in cambio il massimo possibile per un giocatore come Irving, che ha tra le altre cose un contratto ottimo per l’attuale monte salari NBA ( 5 anni a 94 milioni di Dollari e il quinto anno è una Player Option materialmente rimangono due anni di contratto perchè Irving aveva firmato con i Cavs il nuovo contratto nella stagione 2015-2016). L’arrivo da poche ore di Derrick Rose a Cleveland è un altro segnale inequivocabile di come Irving sia seriamente sul mercato; a tutto questo si aggiunge anche il contratto di James che scade nel 2018.

Potrebbe esserci una rivoluzione molto forte in casa Cavs, nei prossimi giorni sapremo meglio cosa succederà.