I Dallas Mavericks di questa stagione sono una squadra in una chiara fase di ricostruzione, arrivata in concomitanza con il finire della carriera del giocatore simbolo di questa franchigia: Dirk Nowitzki.  Per non farsi trovare impreparati al momento del ritiro ufficiale di Dirk,  i Mavs stanno dando molto spazio ad alcuni giovani i giocatori come ad esempio il rookie Dennis Smith Junior subito titolare, in modo da farlo crescere senza troppe pressioni anche perché il record è pessimo con 11 vittorie e ultimo posto a Ovest. Quello che probabilmente in Texas non si aspettavano era l’impatto di un giocatore “International” proveniente dalla Germania e più precisamente dallo stesso paese nativo di Dirk Nowitzki (Wurzsburg: sarà un caso?): Maxi Kleber. Nell’estate in cui nella NBA dall’Europa sono arrivati giocatori del calibro di Bogdan Bogdanovic e Milos Teodosic, il passaggio di Kleber dal Bayern di Monaco ai Mavericks è finito sotto traccia. Proprio nel Bayern in cui ha giocato dal 2015 al 2017 si è fatto notare per la sua versatilità, soprattutto difensiva, in campo. Ora sta emergendo a Dallas come giocatore di grande utilità. Dopo aver passato le prime dieci partite della stagione ad adattarsi al nuovo campionato dalla metà di Novembre in poi ha iniziato a partire in quintetto, e da quel giorno non ne è più uscito, grazie alle piccole ma importanti cose che sa fare in campo (anche se queste non vanno tutte nel box score). Kleber non è uno scorer o un giocatore con numeri da star (6.1 punti e 3.6 rimbalzi di  media a partita) ma è un ala grande molto versatile in grado di difendere su Kevin Durant o di essere accoppiato la partita successiva senza problemi con Karl-Anthony Towns.

Dallas aveva messo gli occhi su Kleber già dal 2014 grazie alle partite giocate nella Nazionale tedesca durante le qualificazioni ai Mondiali di Spagna. In queste gare la sua media di 11.6 punti a partita lo aveva messo in luce nel panorama NBA. L’avventura col Bayern Monaco, in cui non è mai andato in doppia cifra per quanto riguarda i punti segnati, aveva fatto perdere un po’ di appeal al giocatore tedesco. Nonostante questo Dallas non si è limitata ad osservare la sua produzione offensiva, ma ha messo in primo piano la sua versatilità difensiva, facendogli firmare in estate un contratto biennale da 2 milioni di Dollari. Un giocatore che va quindi analizzato partendo dalla difesa. In questa prima parte di stagione ha saputo adattarsi molto bene all’atletismo NBA, pur essendo 208 cm si è mostrato in grado di difendere in modo competente anche sulle guardie sia in isolamento che sui pick and roll. Grande solidità l’ha mostrata anche nei close-out sui giocatori pericolosi da tre punti. Dotato di grande rapidità di piedi e negli scivolamenti difensivi laterali . Questo “spostamento” di Kleber in marcatura sulle guardie gli ha permesso di mettere in luce un’altra sua capacità: quella di forzare molte palle perse sulle situazioni di band-off. Numeri interessanti arrivano anche dalla voce stoppate; nelle ultime due settimane sta viaggiando a 1.6 a partita (con un season-high di 5 contro Boston); molte di queste arrivano in situazioni di recupero dal lato debole sui tiratori avversari. Il lato offensivo come sottolineato in precedenza non è ancora eccelso, ma nonostante questo in alcune partite si è fatto notare anche per la produzione in attacco: a San Antonio nella partita giocata il sedici di Dicembre ha segnato 21 punti (career-high in NBA) con tre triple a segno su quattro tentativi. Se possiamo trovare due sicuri lati positivi dell’attacco di Kleber sono le triple e la percentuale effettiva dal campo. Da tre punti nelle ultime due settimane sta mettendo a segno una tripla di media a gara, mentre la percentuale effettiva dal campo è del 59%. Dati di sicuro interesse per un giocatore che ha ancora un minutaggio limitato in campo con 18.9 minuti di media.

I Mavericks in questa fase della loro stagione e storia si possono permettere di sperimentare e i risultati in alcuni di questi esperimenti stanno arrivando, come nel caso di Maximilian Kleber. Giocatore che sta dando, insieme a Barnes e Smith Junior, indicazioni di come poter già ricostruire delle basi solide per il futuro della squadra texana.