Le franchigie hanno praticamente completato i loro roster, le firme dei free agent e gli scambi estivi hanno ormai definito la quasi totalità dello scenario della prossima stagione. Per questo, è giunto il momento su DailyBasket di riepilogare quanto accaduto e dare i nostri voti al mercato – che non necessariamente coincide col valore assoluto – delle 30 squadre NBA, per capire chi si è mosso meglio e chi ha destato le maggiori perplessità. Dopo l’Atlantic Division, la Pacific Division e la Southeast Division, è ora la volta della Northwest Division:

Andre Iguodala

Denver Nuggets
Dopo la bruciante sconfitta in gara 7 contro i Lakers nel 1° turno degli ultimi playoffs, gli obiettivi della franchigia del Colorado prevedono un miglioramento costante e collettivo a partire da una regular season con meno alti e bassi con il traguardo conclusivo della partecipazione alla post season per la decima volta consecutiva. Non sarà facile in una Western Conference sempre più competitiva, ma coach George Karl punterà forte su un gruppo ben affiatato, guidato dalla rapidità di Ty Lawson, da un Danilo Gallinari sempre più responsabilizzato e pronto a rifarsi dopo un finale di stagione al di sotto delle attese e su un sempre maggior impatto di Kenneth Faried. Nel corso della passata stagione è arrivato il rinnovo di contratto per altri 4 anni di Danilo Gallinari e nel corso dell’estate è arrivato il rinnovo anche per Javale McGee a cifre analoghe a quelle dell’italiano (4 anni a poco più di 40 milioni di dollari). E’ stato lasciato partire Rudy Fernandez in direzione Real Madrid mentre Chris Andersen, ormai ai margini della rotazione, è stato tagliato e per sostituirlo dai Minnesota Timberwolves è arrivato Anthony Randolph, ottimo atleta con buone doti a rimbalzo e capace di giocare spalle e fronte a canestro, ma non proprio un egregio difensore. Nonostante un draft NBA molto ricco e profondo i Nuggets hanno scelto il francese Evan Fournier e l’ala da Baylor Quincy Miller. La scelta della guardia francese ha destato molte perplessità, ci si sarebbe aspettati la scelta di Jared Sullinger, di Arnett Moultrie o di Perry Jones III per rinforzare il frontcourt e non un altro esterno. Discorso analogo su Quincy Miller, prospetto piuttosto acerbo e con poche possibilità di trovare spazio in un roster pieno di giocatori con caratteristiche analoghe. Ma il mercato dei Nuggets non si è esaurito qui, infatti nella maxi trade che ha portato Dwight Howard ai Los Angeles Lakers e che ha coinvolto ben 4 squadre, la franchigia di coach Karl si è accaparrata l’all around e all star Andre Iguodala cedendo agli Orlando Magic l’esperto lungo Al Harrington e Arron Afflalo, ottimo difensore sugli esterni e reduce dalla miglior stagione realizzativa della sua carriera. Voto 7.5

 

Brandon Roy, il ritorno

Minnesota Timberwolves
La sfortuna ha avuto la meglio la scorsa stagione, con infortuni a ripetizione degli uomini più importanti, incluso il rookie Ricky Rubio operato ai legamenti del ginocchio, ma questo non ha impedito al team di Rick Adelman di rimanere per due terzi di regular season con record positivo ed in zona playoff. Nel mercato estivo il gm David Kahn su precise indicazioni di Adelman ha prima fatto piazza pulita del talento controverso e capriccioso di Michael Beasley lasciandolo partire in direzione Phoenix Suns, successivamente ha usato l’amnesty clause sul centro Darko Milicic, non ha esercitato la qualifying offer su Anthony Randolph ed infine ha tagliato Martell Webster, reduce da una stagione piuttosto negativa. Nel mercato di entrata Kahn ha puntellato ogni ruolo con acquisti mirati e di indubbia qualità, a partire da Brandon Roy. La notizia del suo ritiro a soli 27 anni nel dicembre 2011 per problemi cronici alle ginocchia aveva gettato nello sconforto molti appassionati, ma la sua voglia e la sua tenacia hanno avuto la meglio. E’ chiaramente una scommessa, non ci sono certezze su eventuali problemi o ricadute, ma se il progetto di rilanciarlo dovesse andare in porto, sarebbe un innesto dal potenziale incredibile soprattutto in ottica playoffs. Importanti anche l’accordo con i Rockets a cui è stata ceduta la 18° scelta del draft 2012 in cambio di Chase Budinger, riportando l’atletico e buon tiratore perimetrale dei Rockets alla corte di Rick Adelman e l’arrivo del centro Greg Stiemsma per allungare le rotazioni dei lunghi. Come se non bastasse i Wolves hanno tentato di accaparrarsi anche il restricted free agent Nicolas Batum, non riuscendo però a strapparlo ai Portland Trail Blazers che hanno pareggiato l’offerta, ma nel giro di poche settimane hanno concluso il mercato con il duo russo Alexey ShvedAndrei Kirilenko. Se per la guardia 23enne Shved si tratta della prima esperienza al di là dell’oceano, per Kirilenko è un ritorno negli States, dopo una sola stagione al Cska Mosca. Due innesti importanti che in Europa hanno condotto il Cska fino alla finale di Eurolega e hanno guidato la nazionale russa fino al bronzo Olimpico. Voto 8

 

Kevin Durant

Oklahoma City Thunder
La squadra che ha vinto le ultime Western Conference Finals rimane la squadra da battere ad Ovest. Roster confermato nei suoi più importanti protagonisti con Kevin Durant e Russell Westbrook a guidare la franchigia per ancora molti anni. Rifirmato per altri 4 anni a quasi 50 milioni di dollari Serge Ibaka, gran stoppatore e punto fondamentale in area pitturata, si attendono sviluppi sulla situazione di James Harden, vincitore del Sixth man of the year award e che nonostante una Finale NBA sottotono, ricopre un ruolo fondamentale per il team e con ogni probabilità sarà rifirmato a cifre simili a quelle di Ibaka, portando i Thunder nelle vicinanze del cap ed in zona luxury tax. Importante il recupero fisico di Eric Maynor che sarà un fondamentale cambio per gli esterni visto anche la improbabile riconferma di Derek Fisher. Da segnalare la scommessa Hasheem Thabeet, 2° scelta assoluta dei Memphis Grizzlies nel draft del 2009 (proprio davanti a James Harden scelto con la 3 dai Thunder) e meteora che in questi anni non ha dimostrato ancora nulla. Ma la vera mossa fatta dal gm Sam Presti è stata la scelta al draft di Perry Jones III, ala atletica e versatile proveniente da Baylor, scartato e non scelto da ben 27 franchigie per via dei problemi alle ginocchia, ma che potrebbe rivelarsi lo steal of the draft ricoprendo sin da subito un ruolo importante. Voto 7

I big three dei Blazers: Aldridge, Batum e Mattews

Portland Trail Blazers
La stagione 2011/12 era partita nel peggiore dei modi con l’annuncio del ritiro della stella e trascinatore del gruppo Brandon Roy e con il taglio di Greg Oden, 1°scelta assoluta al draft del 2007, visti i continui problemi ed infortuni nel corso dei 5 anni in Oregon. I pessimi risultati in regular season hanno portato a metà stagione al licenziamento di coach Nate McMillan, a cui è subentrato come momentaneo traghettatore Kaleb Canales. Dopo 4 anni consecutivi al di sopra del 50% di vittorie, la regular season si è chiusa con un mesto 28W-38L che ha portato la franchigia dell’Oregon a ripartire da capo con un nuovo head coach, Terry Stotts, ex assistente dei Dallas Mavericks di Rick Carlisle. La notte del draft 2012 le scelte sono ricadute su Damian Lillard, ottimo realizzatore che ha subito impressionato alla Summer League di Las Vegas, mostrando doti offensive e capacità di costruirsi un tiro, Meyers Leonard lungo con ottimi istinti difensivi e buone doti a rimbalzo e Will Barton, esterno con buone doti realizzative. Ma l’obiettivo fondamentale per coach Stotts era quello di tenere a roster il giovane francese Nicolas Batum, pezzo pregiato del mercato dei restricted free agent. I Timberwolves hanno tentato in ogni modo di firmare il giocatore, ma l’offerta di 4 anni a 46 milioni di dollari è stata pareggiata dai Blazers. Portland ha dunque dovuto mettere mano al portafoglio per trattenere Batum, facendolo di fatto diventare uno dei punti di riferimento principali alle spalle dell’attuale leader del gruppo, LaMarcus Aldridge. Nel frattempo non è stato trattenuto Jamal Crawford che si è accasato ai Los Angeles Clippers e sono stati ceduti ai New York Knicks Raymond Felton e Kurt Thomas, in cambio di Jared Jeffries e Dan Gazuric. Il mercato dei Blazers è terminato con la riconferma per un’altra stagione di JJ Hickson, arrivato tramite trade a metà stagione e autore di un buon finale di regular season e con le firme del centro Joel Freeland (scelto al draft 2006) e dell’ala Victor Claver (scelto al draft 2009), visti con continuità anche alle ultime Olimpiadi con le rispettive nazionali. Voto 6.5

Favors, Jefferson e Millsap, il frontcourt dei Jazz

Utah Jazz
Dopo il secco 4-0 subito al primo turno dei playoff dai San Antonio Spurs, questa sarà la stagione più importante a Salt Lake City per riconfermarsi ad alti livelli e per dimostrare che il giovane gruppo di Tyrone Corbin è ulteriormente maturato. La spina dorsale del gruppo è essenzialmente invariata e l’unico del quintetto iniziale ad aver fatto le valigie è stato Devin Harris, finito agli Atlanta Hawks in una trade che ha portato nello Utah la 2°scelta assoluta del draft 2005, l’ala Marvin Williams, mai realmente esploso in Georgia e in fase calante dopo il buon biennio 2007-09. La partenza della point guard titolare è stata rimpiazzata con due guardie entrambe provenienti dai Los Angeles Clippers, il veterano Mo Williams e Randy Foye, giocatori che potranno garantire minuti di qualità, seppure non siano vere e proprie point guard. E’ stato lasciato partire l’ottimo atleta e panchinaro Cj Miles che si è accasato ai Cleveland Cavaliers e nel frattempo non sono stati rifirmati i free agent Josh Howard e Jamaal Tinsley, mentre l’unico free agent del gruppo ad essere stato rifirmato è Jeremy Evans, il vincitore dell’ultimo Slam Dunk contest che ha rinnovato per altri 3 anni. Il frontcourt profondo ed atletico con i vari Al Jefferson, Paul Millsap, Derrick Favors ed Enes Kanter non è stato toccato, ma l’avere i contratti di Jefferson e Millsap in scadenza, assieme alla prima scelta al prossimo draft dei Golden State Warriors, mette i Jazz in posizione privilegiata e con la possibilità di fare movimenti importanti a metà stagione ed avere molto spazio salariale per la prossima estate. Voto 7


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