Isaiah Thomas, Boston Celtics

Isaiah Thomas, Boston Celtics (getty images)

La NBA non si ferma mai, nemmeno a Natale e così il nostro Division Report, oggi in edizione natalizia. A festeggiare saranno soprattutto i tifosi dei Boston Celtics, squadra in grande ascesa. Natale più difficile per le due squadre di New York, mentre Philadelphia esulta per la seconda vittoria dell’anno, ma vediamo tutto nel dettaglio:

Toronto Raptors: Con tre vittorie nelle ultime sei partite, i Toronto Raptors hanno un po’ rallentato la loro corsa verso il titolo della division, permettendo a Boston di portarsi a una sola partita di distanza. In compenso il dicembre di DeMarr DeRozan è stato strepitoso. La guardia, nelle ultime 10 partite, viaggia a 25.5 di media con il 49.7% dal campo. Notizie confortanti arrivano anche da Terrence Ross che dopo un inizio di stagione davvero complicato sembra esser riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nelle rotazioni di coach Casey. Il suo minutaggio è in netta crescita, come anche i punti segnati, ma soprattutto a crescere è stata la percentuale dal campo, dopo un avvio di stagione disastroso da questo punto di vista. Adesso arriva un ciclo di 9 partite con 6 trasferte, uno ciclo di partite che potrebbe dirci molto sulla consistenza dei canadesi.

Boston Celtics: Reduci da un inizio di dicembre opaco, i Celtics sembrano in crisi. Sembravano appunto, perchè nelle ultime 4 partite sono arrivate altrettante vittorie. Una striscia, quella dei biancoverdi, che potrebbe facilmente continuare visto che i prossimi quattro impegni sono contro Lakers, Nets (2 volte) e Pistons. Le buone notizie, però, non sono finite perchè ieri notte, nella vittoria contro i Knicks, è tornato in campo anche l’infortunato di lungo corso Marcus Smart, giocatore a dir poco fondamentale negli equilibri della squadra di coach Stevens. Il suo ritorno permetterà di gestire meglio Thomas le cui scorribande sono la vera marcia in più di Boston, ma il ragazzo a volte esagera. In un contesto senza vere e proprie stelle, Thomas a parte, segnaliamo la prepotente crescita di Jae Crowder. L’ala ex Dallas era noto soprattutto per essere un difensore di primissima fascia, ma ultimamente è esploso anche come attaccante affidabile e in dicembre viaggia a oltre 16 punti di media con il 39.2% da 3 punti (a ottobre era fermo al 31.7%). Come sottolineato in passato Boston tira tantissimo da 3 e la sua crescita, in questo senso, è fondamentale.

New York Knicks: Continuano le difficoltà in casa Knicks. Quella di ieri, contro Boston, è stata la quarta “L” consecutiva e adesso il record dice 14-18, troppo poco per pensare ai Playoffs che ormai distano ben 4 partite. Se poi pensiamo che le sconfitte sono arrivate, Cleveland a parte, contro squadre comunque alla portata come Atlanta, Orlando e Boston il quadro della situazione diventa ancora più chiaro. New York è una squadra decisamente incostante che dipende, troppo, dalle giocate dei singoli. In particolare pesano le difficoltà al tiro di Carmelo Anthony. Porzingis continua a stupire per atletismo, tecnica e impatto sulla squadra, ma resta un rookie all’interno di una frontline a cui manca profondità e talento. Non che le cose vadano meglio tra gli esterni visto il netto passo indietro di Josè Calderon, ai minimi in carriera per punti, rimbalzi e assist e alle difficoltà di Langston Galloway che, alla seconda stagione della Lega, non sta mantenendo quanto di buono fatto vedere la scorsa stagione.

Brooklyn Nets: Con una sola vittoria nelle ultime 8 partite, ottenuta contro i Chicago Bulls, i Nets hanno detto definitivamente addio alla possibilità di salvare una stagione partita male. Dopo i piccoli segnali di crescita arrivati nella seconda metà di novembre, Brooklyn è sprofondata nella mediocrità, mostrando tutti i suoi limiti, soprattutto in difesa. In queste otto partite i Nets hanno sempre concesso almeno 100 punti agli avversari, anche quando hanno vinto. A preoccupare è la sinistra tendenza a “perdere” i quarti periodi delle partite, una situazione che ha penalizzato molto la squadra di coach Hollins che, non a caso, ha ripreso pubblicamente la squadra invitandola a fare un salto di qualità dal punto di vista dell’attenzione. Che il problema sia, anche e soprattutto, di testa, lo dimostra anche il bruttissimo 2-12 lontano dal Barclays Center e questa non è certo una bella notizia, soprattutto perchè il calendario adesso propone tre trasferte consecutive.

Philadelphia 76ers: Questa volta i tifosi dei Sixers hanno dovuto aspettare “solo” 13 partite per collezionare la seconda vittoria dell’anno. Dopo aver perso 12 gare di seguito infatti Phila ha battuto Phoenix salendo a due nella casella delle vittorie. Un risultato che diventa ancora più significativo perchè arrivato senza la stella Jahlil Okafor e in trasferta. Protagonista della serata Ish Smith, la grande novità in casa 76ers. Arrivato da pochi giorni da New Orleans in cambio di due seconde scelte future. Smith prende il posto dell’incostante Tony Wroten, tagliato dalla dirigenza. A differenza del suo predecessore Smith, rivoluto da Brett Brown, porta in dote meno talento, ma sicuramente più ordine e disciplina tattica, elementi che servono come il pane a questa squadra. Al suo (ri)esordio con la maglia dei Sixers Smith ha contribuito con 14 punti e 5 assist. Adesso il calendario riserva altre quattro trasferte contro Utah, Sacramento e un doppio impegno a Los Angeles, prima su sponta Lakers, poi quella Clippers. Tornare a casa con un altra “W” è possibile e sognare, infondo, non costa nulla.


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