Jerry Colangelo NBA

Jerry Colangelo (getty images)

Quarto appuntamento stagionale con il nostro NBA Division Report dedicato all’Atlantic e rispetto a due settimane fa qualcosa sembra essere cambiato: New York è in crisi e il sogno Playoffs sembra già essere svanito per i Knicks. Buone notizie invece per i Celtics che grazie a una serie interessante di vittorie si sono imposti come seconda forza nel gruppo. Infine c’è Philadelphia, che vince la prima partita dell’anno. Vediamo tutto nel dettaglio:

Toronto Raptors: Archiviate le difficoltà di inizio stagione, Toronto veleggia serenamente verso la post season e il prima nella Division anche se nella notte è arrivata una netta sconfitta sul campo di Indiana. Una “L” che chiude una striscia di 4 vittorie consecutive, ma che non pesa troppo sul ruolino di marcia dei canadesi che a dicembre viaggiano con un record di 5-3 (sconfitti di 1 da Denver e di 3, al termine di una grande partita, dai Warriors). Certamente aver giocato 6 partite su 7 in casa aiuta non poco, ma i “Raps” hanno anche battuto un avversario complicato come San Antonio e in generale sembrano in netta ascesa. Merito soprattutto di un reparto esterni fenomenale di cui tanti abbiamo parlato (e continueremo a farlo). Del resto tanto Kyle Lowry è ai massimi in carriera per punti segnati, rimbalzi catturati (ben 5 a partita), palle rubate (2.4) e % da 3 punti (40.9%). Attenzione anche a Corey Joseph che, in uscita dalla panchina, si è guadagnato uno spazio importante in squadra e viaggia a oltre 26 minuti di media. Attaccante normale, Joseph è un uomo squadra fondamentale e un buon difensore. Adesso arrivano le trasferte di Charlotte e Miami: due test importanti per capire fino in fondo di che pasta è fatta la squadra di Dwane Casey.

Boston Celtics: Reduci 3 vittorie nelle ultime 4 partite, con una bruciante sconfitta sconfitta contro Golden State dopo un doppio overtime, i Celtics sembrano aver trovato il loro posto come seconda forza della Division e sono in piena lotta per tornare ai Playoffs. Il tutto al netto della lunga assenza di Marcus Smart, uscito di scena dopo 9 partite di stagione. Fortunatamente per tutti i tifosi biancoverdi all’infortunio di Smart è corrisposta l’esplosione di Jae Crowder che dopo 3 anni a Dallas da comprimario a Boston è diventato un giocatore fondamentale per le rotazioni della squadra. L’ex Mavs è sempre partito in quintetto, gioca oltre 31 minuti a sera, segna 12.5 punti a partita e tira con il 35.8% da 3, un dato non eccezionale, che però rappresenta il massimo in carriera in un aspetto del gioco fondamentale per Boston che, con 28.1 tentativi a partita, è terza per tiri da 3 punti tentati, ma solo 23esima per triple realizzate con un modesto 33.8% di squadra. A guidare la squadra invece è sempre più Isaiah Thomas, ai massimi in carriera per minuti giocati, assist serviti e punti realizzati, ma soprattutto vero “go-to-guy” della squadra.

New York Knicks: Nella puntata precedente vi abbiamo parlato delle prime difficoltà di New York, un trend che non è cambiato. I Knicks sono reduci da sole 3 vittorie delle ultime 10 partite e anche se adesso hanno aperto una striscia di 2 vittorie consecutive nelle 4 precedenti partite avevano sempre perso, anche contro avversari ampiamente alla portata come Bucks e Kings. Pur giocando a un ritmo abbastanza compassato, con 97 possessi di media a partita, New York concede oltre 99 punti agli avversari di media, ma soprattutto è 26esima per percentuale effettiva dal campo, 22esima per efficienza offensiva e percentuale reale. Dati che si riflettono anche nella stagione di Carmelo Anthony che non segnava così poco dalla sua seconda stagione nella Lega, colpa anche del 41.2% con cui tira, peggior statistica in carriera.

Brooklyn Nets: Poco è cambiato nei Nets rispetto all’appuntamento di due settimane fa, anche in questo spicchio di stagione Brooklyn ha vinto 3 partite su 7, una media buona per sistemare un attimo la classifica, ma che non basta per avere la benché minima speranza di andare ai Playoffs. I ragazzi di coach Hollins pagano un rendimento pessimo in trasferta dove viaggiano con 1-11 da brividi. Peggio di loro hanno fatto solo Philadelphia, Los Angeles (sponda Lakers) e New Orleans. Qualche piccolo miglioramento nella % del tiro da 3 punti si è visto e adesso anche Brooklyn tira da 3 con almeno il 30% dal campo, ma resta ultimissima in questa classifica, quartultima per percentuale “reale” e terzultima per punti su 100 possessi. Il problema principale però resta la difesa che concede 103.5 punti di media a partita, tantissimi per una squadra che gioca a ritmi decisamente compassati come quelli dei Nets. Per chiudere due parole su Andrea Bargnani che dopo aver saltato 5 partite è tornato e sembra essere in netta crescita, soprattutto da un punto di vista offensivo.

Philadelphia 76ers: La buona notizia c’è: dopo aver perso le prime partite consecutive i Philadelphia 76ers hanno vinto la loro prima e per ora unica partita dell’anno. Vittime sacrificali i Los Angeles Lakers in un match segnato dai 23 punti di Robert Convincton Jr. Poteva essere l’inizio di qualcosa di buono anche nella città dell’amore fraterno, invece fila ha ripreso a perdere come se niente fosse e al momento cavalca una striscia aperta di 7 partite consecutive. Meglio concentrarsi allora su questione extra campo con l’arrivo, a titolo di “special advisor del GM Hinkie” di Jerry Colangelo nel front office della franchigia. Colangelo, tra le altre cose, è l’uomo che ha ricostruito Team USA dopo la debacle di Atene 2004 e con lui la nazionale americana ha un record di 75-1 (e una striscia aperta di 63-0). A fare davvero notizia però sono le voci legate all’arrivo di Colangelo che pare sia stato fortemente “caldeggiato” dalla stessa NBA, a sua volta su pressione degli altri 29 proprietari, stufi di una situazione ormai paradossale. Questa stagione è andata, ma dalla prossima, qualcosa di significativo potrebbe accadere anche in casa Sixers.


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