Kyle Lowry, star dei Toronto Raptors

Kyle Lowry, star dei Toronto Raptors (getty images)

Nuovo appuntamento con i nostri report sull’Atlantic Division. Davanti a tutti, ancora una volta, i Raptors, poi Boston e New York, in lotta per un posto ai playoffs. Chiudono, distanti, Brooklyn e Philadelphia. Vediamo tutto nel dettaglio

Toronto Raptors: Due settimane fa, vi avevamo lasciato con una Toronto vincente, reduce da 3 “W” consecutive. Oggi la ritroviamo seconda ad Est e con una striscia aperta di 8 “W” consecutive. Nessuno, al momento, può vantare una striscia così lunga. A impressionare sono soprattutto le ultime due vittorie, contro Heat e Clippers, a cui i “Raps” hanno rifilato 20 e 18 punti. Con 105.2 punti su 100 possessi e un invidiabile 36.4% da 3 punti, Toronto ha uno degli attacchi più efficienti della Lega, anche al netto di un’assenza pesante come quella di DeMarre Carroll, giocatore chiamato a dare proprio tiro da 3 punti e difesa. A fare il bello e il cattivo tempo, come sempre, sono Lowry e DeRozan, mentre il ritorno di Jonas Valanciunas assicura quella solidità vicino all’area fondamentale per continuare a viaggiare ad alto livello. Adesso il calendario propone altre tre gare interne consecutive, contro Washington, New York e Detroit. Partite da vincere per consolidare il secondo posto a est prima di un ciclo di sei partite in trasferta che ci dirà di più sulla pasta di cui sono fatti canadesi.

Boston Celtics: Reduci da un momento complesso, i Celtics hanno saputo cambiare rotta e riprendersi il secondo posto nella Division. Con 6 vittorie nelle ultime 9 partite e una striscia aperta di 3 “W” Boston non solo ha cambiato passo a livello di risultati, ma ha anche messo in mostra un gioco davvero spumeggiante. Basti pensare che in queste partite una solo una volta hanno segnato 103 punti (vittoria contro Indiana), poi ne hanno messi a referto sempre almeno 109. Terzi per numero di possessi in una partita, a quota 101.1 di media, i biancoverdi sono ottavi per canestri assistiti e hanno, finalmente, corretto almeno in parte il loro problema con i tiri da tre punti, provandone qualcuno di meno (sono comunque 27.1 i tentativi di media a partita), ma soprattutto migliorando la percentuale di realizzazione. In questo senso pesa la crescita di Isaiah Thomas, Avery Bradley e Jae Crowder, tutti diventati tiratori da tre punti più affidabili. Il calendario, adesso, propone una serie di sfide più che abbordabili e la sensazione è che la squadra di coach Stevens possa consolidare la sua posizione a est.

New York Knicks: Se Boston sale, New York scende. Non che i Knicks abbiano fatto un disastro in queste due settimane, ma vittoria contro i Celtics a parte, sono caduti contro avversari come Brooklyn e Charlotte, hanno perso davvero male contro i Los Angeles Clippers e per aver ragione di avversari modesti come Utah e soprattutto Philadelphia, hanno avuto bisogno rispettivamente di un overtime e di un doppio overtime. A pesare sono anche i problemi di Carmelo Anthony: costretto a saltare un paio di partite, Melo è sembrato in grossa difficoltà nelle ultime gare giocate, dopo esser tornato, ad eccezione della partita con Utah a cui ha rifilato 30 punti in 42 minuti. La nota positiva si chiama invece Derrick Williams, giocatore in netta crescita in questo 2016, basti pensare che nelle ultime 10 viaggia a 13.3 punti e 6-7 rimbalzi di media contro i 9.2 e 3.6 di media in stagione e non è un caso che il suo minutaggio sia passato da 16.7 minuti a 24.5 a partita. A tutto questo si aggiunge un ottimo 46.5% dal campo. Una risorsa importante per coach Derek Fisher, chiamato a dare una svolta se non vuole perdere il treno Playoffs, soprattutto in trasferta dove il record recita un mesto 9-15.

Brooklyn Nets: Iniziata la rivoluzione, con l’addio di coach Hollins e di Billy King i Nets non hanno certo dato una svolta alla loro annata, anzi. A testimoniarlo ecco le due sole vittorie nelle ultime 12 partite e poco importa che nell’ultima gara giocata Brook Lopez e compagni siano riusciti a prendere uno scalpo prestigioso come quello degli Oklahoma City Thunder. La stagione, dalle parti del Barclays Center può considerarsi andata e con lei molti dei protagonisti di quest’anno, che nei prossimi mesi lasceranno. Le voci di mercato attorno a Joe Johnson e al suo pesante contratto non sembrano placarsi, così come quelle legate alla panchina. Non a caso in queste ore si parla con una certa insistenza di David Blatt, esonerato un po’ a sorpresa da Cleveland. Intanto la squadra fatica su entrambi i lati del campo. Terzultimi per efficienza offensiva su 100 possessi i Nets sono anche 25esimi per efficienza difensiva, sempre su 100 possessi. Il tutto senza nemmeno parlare del rendimento in trasferta, dove hanno vinto solo 4 partite su 20.

Philadelphia 76ers: Irrimediabilmente ultimi i Philadelphia 76’ers in questo periodo dell’anno stanno mettendo in mostra il loro miglior basket e nelle ultime 5 partite sono arrivate due vittorie, una sconfitta in OT contro Chicago e una dopo un doppio supplementare contro New York. Pur faticando ancora tantissimo in attacco, i Sixers sembrano essere, almeno, riusciti a stringere qualche vite in difesa, adesso sono 24esimi per punti concessi su 100 possessi. Passi in avanti anche percentuali al tiro, leggermente cresciute, sintomo anche e soprattutto di un playmaking più sensato. Abbiamo già parlato dell’impatto avuto da Ish Smith sulla squadra, il play nelle ultime 10 viaggia a 15.9 punti e 8.6 assist di media e anche della crescita di Jahlil Okafor, chiamato a diventare il faro di questa squadra in futuro, per questo oggi parliamo di Nernels Noel. L’ex Kentucky è una presenza difensiva da non sottovalutare e un rimbalzista micidiale, ma è un attaccante ancora molto, troppo, limitato e anche per questo non riesce a trovare una dimensione importante in squadra. Noel continua ad oscillare tra buone partite e prestazioni mediocri, una sua crescita decisa per la squadra sarebbe fondamentale, ma al momento non sembrano esserci i presupposti per un’evoluzione in questo senso.


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