Nella Northwest Division diverse squadre stanno affrontando un periodo non facile e i sorprendenti Jazz sono gli unici che stanno esibendo, per ora, solidità e continuità. Gli ambiziosi Thunder, senza Durant, hanno subito un’involuzione che ha ingigantito i problemi già visti con il numero 35. I T’Wolves hanno sofferto l’infortunio di Ricky Rubio e ora, nonostante le intriganti potenzialità, hanno solo cinque vittorie all’attivo. Portland si è da poco lasciata alle spalle una serie di sette sconfitte consecutive e i Nuggets, invece, stanno mostrando segnali confortanti nonostante un record negativo.

La grinta di Westbrook (Foto: fansided.com)

La grinta di Westbrook (Foto: fansided.com)

Oklahoma City Thunder (8-6, quarti a Ovest): Oklahoma City ha dovuto affrontare le ultime sei partite senza il suo leader Kevin Durant, fermato da un infortunio al tendine del ginocchio sinistro. Privi della loro ala piccola titolare, gli ambiziosi Thunder stanno vivendo un periodo complicato, testimoniato dalle sconfitte contro Boston, Memphis e New York e dal faticoso successo casalingo contro dei Pelicans privi di Anthony Davis e in back to back. Il fenomenale Russell Westbrook (28.7 punti, 10.2 assist e 7.6 rimbalzi) si è trovato a dover guidare, come nella maggior parte del 2014-15, l’attacco dei Thunder non solo come point guard ma anche come unica bocca da fuoco; il 27enne di Long Beach ha risposto presente nonostante un’enorme quantità di tiri tentati e qualche palla persa di troppo, mettendo assieme numeri spaventosi e spesso vicini alla tripla doppia. Il problema è lo scarso appoggio avuto dal resto della compagine, visto che, Dion Waiters e Enes Kanter a parte, nessun’altro è stato capace di salire costantemente di livello per compensare la pesante assenza nel numero 35. Ma i grattacapo principali, con o senza Durant, rimangono quelli: poco apporto dalla panchina e difesa di bassissimo livello (105.2 punti subiti).

Utah Jazz (6-6, sesti a Ovest): I Jazz, silenziosamente, stanno continuando a dimostrarsi un team molto solido nonostante il limitato talento offensivo. Dopo l’esaltante inizio era pronosticabile un calo da parte della truppa di coach Snyder, che però è riuscita a limitare i danni per avere ancora un record del 50%. Utah ha sofferto molto la serie di quattro trasferte consecutive a Est con tre sconfitte di fila contro Cleveland, Miami e Orlando. Ma le successive vittorie, ad Atlanta e a Salt Lake City contro Toronto, hanno testimoniato le qualità di questo organico giovane, operaio e brillante in difesa: infatti i 92.4 punti subiti a uscita rappresentano il secondo miglior record della Lega sotto questa voce statistica. Va sottolineato che i Jazz sono la squadra che, insieme a Portland, nella Western Conference, ha giocato più incontri fuori casa (9 su 12) e quindi Gordon Hayward e compagni (miglior realizzatore con 16.3 punti di media) non hanno ancora avuto l’occasione di sfruttare al meglio il vantaggio del campo. Da non dimenticare il rendimento totale di Derrick Favors, presenza insostituibile sotto le plance e autore di 16.2 punti ad allacciata di scarpe conditi da 9.1 rimbalzi e 1.4 stoppate.

Denver Nuggets (6-8, noni a Ovest): I Nuggets, nonostante un record negativo ed una serie aperta di tre sconfitte di fila all’attivo, hanno dimostrato di non avere la minima intenzione di passare un anno nell’anonimato. Il 10 Novembre, contro i rivali di Division di Portland, Denver ha vinto la prima gara di una serie di quattro successi su cinque uscite che ha dato alla squadra di coach Malone un’importante dose di fiducia. I gialloazzurri soffrono ancora molto (troppo) i back to back e gli scontri con le grandi, ma con gli inaspettati cali di Houston, New Orleans e Clippers ed il deludente avvio dei Timberwolves questa Denver può sognare un posto tra le prime otto. I peggioramenti in difesa della franchigia del Colorado sono meno visibili grazie ad una maggior fluidità offensiva con meno isolamenti e meno palloni fermi, con un Danilo Gallinari a tratti in formato All-Star (32 punti, 8 rimbalzi e 8 assist il 17 Novembre contro i Pelicans, 18.1 punti di media) che sta formando un interessante duo con Emmanuel Mudiay (12.9 punti e 6.4 assist), per ora il miglior playmaker del Draft 2015 a mani basse. L’infortunio alla caviglia di Kenneth Faried, assente ieri notte contro Golden State, non dovrebbe essere nulla di grave.

Straordinario avvio stagionale di Damian Lillard (Foto: friendlybounce.com)

Straordinario avvio stagionale di Damian Lillard (Foto: friendlybounce.com)

Portland Trail Blazers (6-9, decimi a Ovest): Le incredibili prime due settimane di stagione regolare, per i Trail Blazers, si sono rivelate un fuoco di paglia (come pronosticabile). Il 9 Novembre è iniziata una straziante serie di sette sconfitte consecutive terminata con un successo casalingo ai danni dei Clippers, arrivato specialmente grazie alla sfuriata finale del solito Damian Lillard (25.5 punti e 7.1 assist). La point guard due volte All-Star sta giocando ad un livello eccezionale ed è il corpo e l’anima di una squadra consapevole di dover affrontare un’annata di transizione. Conforta la continua crescita di Al-Farouq Aminu, CJ McCollum (20.1 punti) si sta confermando un vero fenomeno, ma per competere in questa Lega serve molto altro e le lacune della limitata compagine di coach Stotts non sembrano risolvibili a breve termine.

Minnesota Timbwerolves (5-9, undicesimi a Ovest): Per i “Lupi” l’assenza di Ricky Rubio è combaciata con un momento di enorme difficoltà, sintomo che le qualità di playmaker e di leader dello spagnolo sono a dir poco essenziali per questo team giovane e che, senza mezzi termini, sta deludendo considerando le sue potenzialità. Senza il 25enne Minnesota ha perso quattro partite consecutive subendo 113.5 punti di media e mettendo sul parquet un attacco poco organizzato. Tornato Rubio i T’Wolves hanno subito battuto Miami, ma di nuovo hanno fallito in altre due gare all’Amway Center di Orlando e contro Detroit. La truppa di coach Mitchell non riesce a trovare continuità e incredibilmente non ha ancora vinto una sola partita in casa davanti ai suoi pazienti tifosi. Segnali positivi giungono da Andrew Wiggins (21.5 punti) e Karl-Anthony Towns (16.0 punti, 10.4 rimbalzi e 2.4 stoppate); l’ex Kansas sta vivendo una crescita impressionante e il rookie, invece, sta mostrando ogni sera il suo enorme valore sotto i tabelloni (ma non solo).


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