Anderson Varejao, ultima aggiunta in casa Warriors (thethinkering.com)

Anderson Varejao, ultima aggiunta in casa Warriors (thethinkering.com)

Situazione tutto sommato invariata, come ci è capitato già di ripetere più di una volta, in quella che è la Pacific Division. Sono 43 le vittorie consecutive per i Warriors alla Oracle Arena e 54 in totale in questa regular season, sempre più vicini ad aggiungere il loro nome dei libri dei record della palla a spicchi e, più in generale, dello sport.
Golden State (54-5, primi ad ovest), già qualificata per i playoff, sembra inarrestabile. Il 19 febbraio ha avuto un piccolo stop contro i Trailblazers di un Damian Lillard da 51 punti, ma poi ha ripreso spedita la marcia verso la post-season e l’anello. Steph Curry ha vinto il premio di miglior giocatore della settimana ad ovest, viaggiando alla media irreale di 43.8 punti di media ad allacciata.

Fenomeno sempre più globale e gradino più alto del podio per lui, lasciandosi un passo indietro una corazzata come San Antonio e il duo Westbrook-Durant ad ovest e i Cavs di LeBron ad est. Tanta sofferenza contro Atlanta nell’ultimo match disputato, ma alla fine sono riusciti ad essere corsari in Georgia dopo un overtime e una prodezza del sempre eccellente Draymond Green. La tripla da distanza siderale sulla sirena, contro OKC, rappresenta un vero segnale di onnipotenza per Curry e, stiamone certi, sarà un’azione che rivedremo diverse volte in questa stagione e anche negli anni a venire.

Jeff Green, arrivato da poco a Los Angeles nella trade che ha coinvolto Stephenson (nba.com)

Jeff Green, arrivato da poco a Los Angeles nella trade che ha coinvolto Stephenson (nba.com)

Procede anche la marcia dei Los Angeles Clippers (40-20, quarti ad ovest), riusciti finalmente a scambiare Lance Stephenson ed ottenere un giocatore di grande valore come Jeff Green, sicuramente meno problematico anche dal punto di vista comportamentale rispetto all’ex giocatore di Charlotte. Come abbiamo detto nello scorso report, la situazione della squadra di Doc Rivers sembra destinata a rimanere arenata al quarto posto nella Western, essendoci un certo vantaggio dei Thunder, che può però essere colmato, e un distacco considerevole dal quinto posto, occupato dai Grizzlies orfani di Marc Gasol. Partitaccia per il neo acquisto di Los Angeles, proprio contro OKC questa notte, ma ci hanno pensato DeAndre Jordan (20 punti e 18 rimbalzi) e Chris Paul (21 punti e 13 assist) a stendere la banda guidata da Russell Westbrook e Kevin Durant, in quello che potrebbe essere il loro ultimo anno insieme.
Situazione difficoltosa per i Kings (24-35, decimi ad ovest), incapaci di risalire la classifica e riagganciare i Jazz, ormai a 3.5 lunghezze da Sacramento e incollati ai Rockets per conquistare l’ultimo posto utile per accedere alla post-season. Sono 4 le sconfitte consecutive della squadra di coach Karl nel momento in cui scriviamo, freschi della sconfitta contro i Grizzlies e con un DeMarcus Cousins che sta viaggiando a medie pazzesche, che però non bastano a tamponare l’emorragia dei suoi. Quando mancano poco più di 20 partite al termine della stagione regolare, risulta difficile pensare ad un cambio di rotta che possa portare i Kings a centrare l’obiettivo grosso, ma mai dire mai nella Lega, dato che non sarebbe la prima volta in cui si assisterebbe ad un capovolgimento di quel tipo.

D'Angelo Russell, autore di 39 punti contro Brooklyn (espn.go.com)

D’Angelo Russell, autore di 39 punti contro Brooklyn (AP Photo/Mark J. Terrill)

Relegati in fondo alla Western Conference, i Phoenix Suns (15-45, quattordicesimi ad ovest) e i Los Angeles Lakers (12-50, quindicesimi ad ovest) sembrano aver ipotecato gli ultimi due posti, facendo poco o niente per dare un po’ di brio ad una stagione a dir poco disastrosa. I Suns sono riusciti a liberarsi del fardello Morris, spedendolo a Washington, mentre i Lakers hanno ottenuto una vittoria e una sconfitta nelle ultime due partite, in cui D’Angelo Russell ha messo a segno 39 e 24 punti, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa. Ancora troppo poco per rialzare la testa, ma non ci aspettiamo che la musica cambi da qui a metà aprile, momento in cui la testa di entrambe le franchigie sarà ampiamente proiettata alla prossima stagione. Se già non lo è da settimane.