DeMarcus Cousins e George Karl, protagonisti dei rumors negli ultimi giorni (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

DeMarcus Cousins e George Karl, protagonisti dei rumors negli ultimi giorni (Photo by Rocky Widner/NBAE via Getty Images)

È la division dei campioni in carica, la division con le due prime donne di Los Angeles, destinate a mantenere queste gerarchie, invertite rispetto al passato. Ma è anche la division dei Kings e dei Suns, due squadre che hanno tutta l’intenzione di abbandonare il limbo e stazionare definitivamente nelle prime 8 ad ovest, salvo poi incappare in partenze disastrose o non del tutto convincenti. È un gruppo di cui 2 squadre la fanno da padrone, non solamente nella Western Conference, ma nell’intera Lega. L’interesse nei confronti di queste franchigie è tanto, le aspettative difficilmente verranno deluse.

 

GOLDEN STATE WARRIORS (9-0, primi ad Ovest): onestamente, partire meglio di così non si può. Stanno dimostrando, con i fatti, il perché lo scorso giugno sul tetto del mondo c’erano loro. Steph Curry sta avendo un rendimento quasi irreale: 31.9 punti, 5.8 assist, 5.3 rimbalzi, 2.7 recuperi, tirando con il 45.4% da tre punti e il 91.7% ai liberi, in meno di 34 minuti di impiego. Primo nei punti, secondo nei recuperi. Fiducia illimitata nei suoi mezzi ma, soprattutto, una costante voglia di migliorarsi e riconfermarsi. Il sistema di gioco funziona alla grande, le armi offensive a disposizione sembrano moltiplicarsi col passare del tempo. Hanno affrontato i Clippers e i Kings, hanno sconfitto due volte i Pelicans (Curry ha viaggiato a 46.5 di media) e i Grizzlies, e si sono confrontati con Houston. Che il divario sia stato minimo o più largo, l’esito è stato sempre il medesimo. Sulla carta, giocatori come Green e Thompson stanno incidendo di meno, ma la realtà dei fatti rispecchia una situazione in cui vengono operate scelte più oculate in campo, permettendo a tutti di dare un contributo alla causa. Il 19 novembre affronteranno ancora i Clippers, a Los Angeles, in quella che dovrebbe essere un’altra sfida per stabilire le gerarchie ad ovest. Secondi in assoluto per punti realizzati, primi negli assist e quinti nei rimbalzi. Meglio di così?

Blake Griffin, di prepotenza su Rudy Gobert (foto Getty Images)

Blake Griffin, di prepotenza su Rudy Gobert (foto Getty Images)

LOS ANGELES CLIPPERS (5-3, quarti ad ovest): una delle principali potenze della Lega, sicuramente una delle prime 3 ad ovest. Innesti eccellenti, come Pierce e Stephenson, che non stanno però rendendo come lo scorso anno, ma questa non è necessariamente una nota di demerito. Le statistiche non dicono tutto dell’impatto di uno o più giocatori, dato che bisogna considerare l’apporto in funzione del ruolo che si ricopre all’interno del roster. Anche Chris Paul, il leader della squadra, sembra sottotono rispetto ai suoi standard, ma è ancora presto per parlare. DeAndre Jordan è il secondo miglior rimbalzista e stoppatore della Lega, formando con Blake Griffin una coppia di lunghi ormai tra le migliori in assoluto. Ed è proprio l’ala forte dei Clippers l’elemento che ha fatto il salto di qualità, mettendo a referto prestazioni strabilianti e stabilizzandosi su medie di altissimo livello: 27.6 punti, 9.9 rimbalzi, 3.8 assist mantenendo lo stesso minutaggio dello scorso anno e migliorando le percentuali dal campo e ai liberi. Per quanto riguarda la stagione in corso, ed è ancora presto per sbilanciarsi, sarà necessario compiere il salto di qualità per poter dimostrare di giocarsela fino in fondo contro avversarie del calibro di Golden State e San Antonio, non perdendo di vista gli Houston Rockets.

Eric Bledsoe e Brandon Knight, i top scorer dei Suns (foto nbcsports.com)

Eric Bledsoe e Brandon Knight, i top scorer dei Suns (foto nbcsports.com)

PHOENIX SUNS (3-4, undicesimi ad ovest): è una squadra ancora difficile da definire, poiché può essere sottile il confine tra fallimento e stagione discreta. Ovviamente, nessuna di queste due classificazioni deve rappresentare l’ambizione di una franchigia NBA, a meno che non si provenga da un’annata disastrosa. Eric Bledsoe e Brandon Knight rappresentano i terminali offensivi principali, viaggiando rispettivamente a 21.9 e 17.9 punti ad apparizione. Markieff Morris sta mantenendo il rendimento dello scorso anno, con qualche sbavatura in più ed essendo meno decisivo, mentre Tyson Chandler sta cercando di adattarsi al gioco dell’Arizona. Lo scorso anno sono sfumati i playoff, essendosi assestati dietro alla lotta tra i Pelicans e i Thunder, a ben 6 lunghezze dall’accoppiata. L’impressione è che si tratterà di una stagione sostanzialmente analoga, con qualche piccola differenza.

SACRAMENTO KINGS (2-7, tredicesimi ad ovest): male, molto male. Partenza veramente pessima per la squadra allenata da George Karl. Una delle squadre più interessanti da osservare, come crescita potenziale e nuovi assetti proposti, soprattutto a causa del cambio di allenatore e di innesti del calibro di Rajon Rondo e Marco Belinelli. È probabile che sia avvenuto un cambio di rotta, dopo le incomprensioni e i mancati provvedimenti di Karl nei confronti di Cousins, e questo potrebbe essere un grosso bene per la squadra. La valutazione deve essere, per forza di cose, rimandata a data da destinarsi. Rondo sta dimostrando con il passare delle partite, di essere ancora uno dei playmaker più forti e completi della Lega, come testimonia la tripla-doppia (14 punti, 15 assist e 11 rimbalzi) contro i Pistons. Cousins rimane un centro di livello assoluto e i suoi problemi con il coach dovranno essere risolti, per marciare entrambi nella stessa direzione. Sempre più che buono l’apporto di Rudy Gay, uno degli elementi selezionati per dare continuità al progetto. Marco Belinelli sta disputando un buonissimo inizio di stagione (17 punti contro gli Spurs), giocando in media 5 minuti in più rispetto a quanto gli veniva concesso da Popovich. La strada sarà sempre in salita, ma i risultati potrebbero cambiare drasticamente e premiare la squadra californiana.

Louis Williams, contro la sua ex squadra e Bismack Biyombo (AP Photo/Alex Gallardo)

Louis Williams, contro la sua ex squadra e Bismack Biyombo (AP Photo/Alex Gallardo)

LOS ANGELES LAKERS (1-7, quindicesimi ad ovest): altra stagione colma di difficoltà, incertezze, delusioni. Kobe non riesce a trovare la forma che gli permette di essere decisivo a dispetto dell’età. Già questo è un elemento che merita una certa attenzione. Ma, se i Lakers vogliono davvero cominciare un nuovo ciclo, la questione Bryant deve essere accantonata, almeno in parte. Russell e Randle rappresentano il futuro della squadra, ma stanno dimostrando di poter dare un contributo decisamente diverso, per quello visto fino a questo punto. Metta World Peace rappresenta un aiuto in difesa, mentre Nick Young e Brandon Bass sono due ottimi elementi che subentrano a partita cominciata. Hibbert è ancora un’incognita in questo sistema. Non ci si aspetta una stagione spumeggiante, ma quanto meno un cambio di marcia e uno sguardo orientato maggiormente al futuro, non al presente.