Curry esce dal campo sconfitto per la prima volta in stagione, dai Bucks (foto USA Today Sports)

Curry esce dal campo sconfitto per la prima volta in stagione, dai Bucks (foto USA Today Sports)

Dall’ultimo division report, risalente ad un paio di settimane fa, soltanto i Warriors e i Kings sono riusciti ad avere un record positivo nel periodo che stiamo analizzando. I Lakers non sono una novità quando si parla di trend negativo, i Suns non davano grandi segnali di ripresa sia a livello di gioco che di risultati, ma i Clippers hanno mostrato poca lucidità quando ci si aspettava una continuità di risultati e di qualità sul parquet. La partita contro i Thunder è stato l’emblema di questo concetto, essendo avanti tutta partita ma cedendo verso la fine contro una franchigia in cui solo due giocatori tengono in piedi la baracca. Due fuoriclasse, su questo non ci piove, che stanno mantenendo il terzo record ad ovest, proprio davanti al team di Doc Rivers, quindi importanza ancora maggiore nell’uscirne vincitori.
I Kings sono spesso e volentieri una squadra ambigua, ce lo siamo detti diverse volte. Danno l’impressione di essere sempre ad un passo dal fare il salto di qualità, mentre poi si perdono in piccolezze che determinano conseguenze di entità considerevole.
Evento più unico che raro per i Warriors, usciti sconfitti contro i Bucks il 12 dicembre per 95-108, incassando l’unica sconfitta fino ad ora in stagione. Poi sono arrivate tre vittorie, con un Klay Thompson da 43, 27 e 20 punti (30 di media), oltre alla “vendetta” proprio contro Milkaukee arrivata sei giorni dopo.

GOLDEN STATE WARRIORS (27-1, primi ad ovest) – Ci sono sempre tante belle parole da spendere per una squadra che gioca così e che ottiene risultati sensazionali. È vero, la prima sconfitta andrebbe etichettata come elemento negativo, ma onestamente se si valuta la reazione media degli addetti ai lavori (“finalmente hanno perso una partita”) si capisce quanto questa squadra faccia paura. Saranno impegnati nella notte di Natale contro i Cavs, nel repeat della scorsa finale NBA. Primi ad ovest contro primi ad est, un bel test per capire con quale spirito entrambe le squadre affronteranno un incontro di questo tipo.
Rimane sempre una grande curiosità vedere fino a che punto si spingeranno e se riusciranno ad arrivare ai playoff con ancora più fame dello scorso anno. Ma è presto per pensare ad aprile.

Chris Paul, tornato a giocare a livelli elevatissimi (foto USA Today Sports)

Chris Paul, tornato a giocare a livelli elevatissimi (foto USA Today Sports)

LOS ANGELES CLIPPERS (16-13, quinti ad ovest) – Ancora quarta posizione per i Clippers (quinti nella graduatoria dietro a Dallas), nonostante il record negativo accumulato nelle ultime sette partite. Le ultime tre partite sono state senza dubbio complesse, contro 3 delle prime 7 ad ovest, ovvero San Antonio, Houston e Oklahoma City. La loro posizione può variare molto velocemente, essendoci 4 squadre appaiate dal quarto al settimo posto ma, se davvero vorranno fare la differenza, sarà meglio per loro iniziare a puntare OKC e rappresentare una valida alternativa a Golden State e San Antonio nella Western Conference.

SACRAMENTO KINGS (12-17, decimi ad ovest) – Finalmente sono riusciti ad esprimere un gioco che rispecchia il loro potenziale, con alcuni limiti ma con una prospettiva che fa ben sperare. Hanno uno dei migliori rimbalzisti della Lega e il miglior assistman. Ma ovviamente, non è tutto qui. Cousins è anche uno dei migliori realizzatori e Rondo si sta dimostrando uno degli elementi più completi in assoluto, non solo per il record di triple doppie realizzate. Rudy Gay riesce sempre ad essere il collante necessario all’equilibrio della squadra, mentre il ruolo dei “gregari” non deve essere mai sottovalutato, soprattutto in una realtà come quella di Sacramento. Elemento in più, senza dubbio Darren Collison, molto bravo nell’ampliare il settore guardie e nell’avere un rendimento notevole, soprattutto nell’ultimo periodo. Il raggiungimento della zona playoff è tutto tranne che un’utopia e non dipende solo dal rendimento dei Kings, ma anche da come si modificheranno gli equilibri tra le avversarie che si trovano attorno all’ottavo posto.

ericbledsoe

Eric Bledsoe, perplesso vedendo l’andamento dei suoi Suns (foto Sam Forencich/Getty Images)

PHOENIX SUNS (12-19, undicesimi ad ovest) – Vengono da tre sconfitte, di cui l’ultima contro i Nuggets orfani di Danilo Gallinari e con una rotazione ad 8 giocatori. La prima parte di stagione si è rivelata superiore alle aspettative, ma era chiaro fin da subito che la provvisoria posizione tra le prime otto sarebbe durata ben poco. Il dato negativo sta nella possibilità di scendere ancora nella classifica ad ovest, anche perché le speranze di risalita si stanno assottigliando. Proprio i Nuggets e i Kings si trovano sopra i Suns, mostrando però una marcia in più e una volontà di un certo tipo nel conservare le posizioni scalate. Sempre poco da dire sul gioco, incentrato sulla produttività offensiva del reparto guardie, ma qualcosa si potrebbe muovere sul fronte mercato nelle prossime settimane.

LOS ANGELES LAKERS (5-24, quindicesimi ad ovest) – Bisognerebbe prendere il concetto espresso per i Warriors e capovolgerlo, quasi totalmente. Si trovano in fondo a tutte le classifiche ma, soprattutto, sono ufficialmente la squadra con la peggior difesa della Lega. Hanno la peggior percentuale dal campo e sono “fortunati” a non essere disastrosi al livello dei 76ers, ma poco ci manca. Una scelta saggia sarebbe quella di favorire il minutaggio della parte giovane della squadra e ragionare quasi solo ed esclusivamente in prospettiva futura. Vedremo se si concretizzerà.