Carmelo Anthony, stella dei New York Knicks

Carmelo Anthony, stella dei New York Knicks (getty images)

Inizia oggi quello che sarà, cari amici di DailyBasket, un appuntamento costante. Seguiremo per voi con aggiornamenti regolari la situazione di ogni Division. Dopo neanche una settimana di gioco i motivi di discussione non mancano e oggi si parte con la Atlantic division.

Toronto Raptors: Favoriti assoluti per la vittoria della division e a caccia, almeno, del secondo turno di Playoffs, i “Raps” hanno iniziato l’anno con il piede giusto, vincendo le prime tre partite. Gli avversari erano abbordabili: Indiana, Boston e Milwaukee. I pilastri della squadra, come sempre, sono DeMarr DeRozan e Kyle Lowry, ma stupisce anche il buon avvio di stagione di Jonas Valanciunas. Il lituano viaggia a oltre 15 punti e 11 rimbalzi di media e all’esordio, contro la fronline di Indiana ha banchettato con una prova da 21 punti, 15 rimbalzi e 8/11 dal campo. In settimana potremo testare davvero i ragazzi di coach Casey attesi da 4 trasferte consecutive contro Dallas, Oklahoma City, Orlando e Miami.

New York Knicks: Che la squadra fosse migliore dello scorso anno lo sapevano tutti, ma la partenza dei Knicks resta comunque sorprendente. Sconfitti nella seconda partita dell’anno, la prima in casa, dagli Atlanta Hawks, i Knicks hanno poi vinto, bene, le altre due partite giocate fin qui. All’esordio hanno strapazzato i Bucks a casa loro con un secco +25 portando sette giocatori in doppia cifra, mentre nella notte di Halloween Carmelo Anthony ha bussato alla porta dei Wizards per fare uno scherzetto da 37 punti con 7/13 da 2 punti 4/5 da 3. La squadra può anche beneficiare di 5 giorni di riposo, merce rara in NBA, un periodo da sfruttare per continuare a lavorare sulla chimica anche perchè il calendario poi proporrà Spurs in casa e una trasferta a Cleveland, partite non proprio semplicissime.

Boston Celtics: Partiti bene, con una netta vittoria su Philadelphia, i Celtics hanno poi perso contro Raptors e Spurs. Sconfitte nell’ordine delle cose per una squadra come i Celtics, ma che mettono in mostra tutti peccati di gioventù di un gruppo che può e deve crescere ancora tanto, soprattutto in attacco. Entrambe le partite hanno infatti un comune denominatore: le brutte percentuali al tiro, soprattutto da 3 punti. Se contro i Raptors è arrivato un bruttissimo 7/26, ieri sera contro gli Spurs le cose sono andate molto peggio e i bianconerdi hanno chiuso con 6/29 dall’arco. In queste condizioni, soprattutto per una squadra come quella di Stevens che tira molto dalla grande distanza, vincere le partite diventa complesso.

Philadelphia 76ers: Probabilmente la peggior squadra della Lega, i Sixers hanno iniziato la stagione come tutti si aspetterebbero: perdendo male. Sono due le partite giocate dalla squadra di coach Brett Brown, una persa con 17 punti di scarto, l’altra con un umiliante -28. Parlando invece di Jahlil Okafor, la terza assoluta dell’ultimo draft, non possiamo non segnalare i suoi 26 punti all’esordio con 10/16 dal campo, una prestazione macchiata però da 8 palle perse. Nella seconda partita invece, contro la rocciosa frontline degli Utah Jazz, Okafor ha chiuso con 10 punti e 4/12 dal campo, un mezzo disastro, battuto però dal 2/12 del compagno di reparto Nernels Noel.

Brooklyn Nets: Perdere contro Chicago, San Antonio e Memphis è lecito, certo che vedere uno 0-3 di fianco al nome di Brooklyn non incoraggia i tifosi dei Nets. Soprattutto se poi si guarda nel dettaglio come sono arrivate queste sconfitte: Brooklyn ha sempre concesso almeno 100 punti agli avversari e sono penultimi se parliamo di % da 3 punti concessa. Un dato inquietante che diventa assolutamente tragico se pensiamo invece che i ragazzi Lionel Hollins tirano peggio di tutti da 3, con un imbarazzante 21.1% frutto anche, ma non solo, di uno 0/9 dal’arco all’esordio, contro i Bulls. Per chiudere un ultimo dato: con 91.7 punti su 100 possessi i Nets sono anche terzultimi nella Lega per efficienza offensiva. Attacco e difesa da rivedere insomma, per una squadra partita come peggio non si poteva.


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