Klay Thompson, 34 punti in gara-2 per lui

Klay Thompson, 34 punti in gara-2 per lui

L’inno americano suonato da Carlos Santana e accompagnato da Cindy Blackman alle percussioni apre ufficialmente gara-2 alla Oracle Arena di Oakland. Alla lista infortunati, come preannunciato il giorno dopo gara-1, si aggiunge Kyrie Irving per la frattura alla rotula del ginocchio sinistro e in quintetto parte Matthew Dellavedova.
C’è sempre una differenza sostanziale tra il gioco delle due finaliste, dettate anche dalla profondità del roster e dal fatto che i Cavs non possano disporre di 3 potenziali starters come il sopracitato Irving, Kevin Love e Anderson Varejao. Nonostante ciò, la capacità di Cleveland nel rimanere quasi sempre attaccata agli avversari ha rappresentato la vera forza della squadra di coach Blatt e, nella prima frazione di gioco, la storia sembra ripetersi. Dopo 12 minuti il risultato è 20-20 e il botta e risposta tra LeBron e Klay Thompson ruba il palcoscenico inesorabilmente a qualsiasi altro tipo di considerazione. A metà secondo quarto i due hanno realizzato più della metà dei punti delle rispettive squadre ma, nonostante la rotazione a 7 giocatore, i Cavs riescono a raggiungere il +7 e a limitare Curry “francobollandogli” Dellavedova. Nei minuti che precedono l’intervallo, il ritmo sembra alzarsi ancora, mentre il tabellino segna 20 punti sia per Thompson che per LBJ. Le percentuali al tiro sono ancora più sorprendenti per i due: 7/13 per James e 9/13 per Thompson, mentre stona il 2/10 dell’MVP. Il risultato è di 47-45 per i Cavaliers quando sono passati 24 minuti, ed è incredibile come stia gestendo la partita coach Blatt con una rotazione di solamente 7 giocatori e con un LeBron a 360 gradi. L’ex campione d’Europa con il Maccabi predica disciplina negli spogliatoi, mentre Steve Kerr focalizza l’attenzione sulla necessità di azzannare la partita alla giugulare.

LeBron James, tripla-doppia da 39 punti, 16 rimbalzi e 11 assist per pareggiare la serie

LeBron James, tripla-doppia da 39 punti, 16 rimbalzi e 11 assist per pareggiare la serie

Nel terzo quarto continua la grande partita di Timofey Mozgov, che sembra ormai abbonato alla doppia-doppia in queste Finals e diventa il cliente numero uno per gli assist del suo compagno con il numero 23 sulla schiena. Si è detto più volte come Draymond Green rappresenti l’ago della bilancia dei Warriors, in grado di condizionare i migliori attaccanti avversari grazie ad una difesa rocciosa e ad una psicologia che limita il loro impatto; questa volta, però, la fatica nel fare bene è evidente e LeBron “abusa” talvolta di lui. È rischioso stare a guardare le esecuzioni offensive dei Warriors, e sia la regular season che i playoff finora giocati lo hanno sempre dimostrato. Proprio per questo motivo, la squadra dell’Ohio ha deciso di affrontare la gara in modo quasi spregiudicato, non risparmiandosi mai e riuscendo a chiudere il terzo quarto sul 62-59, impedendo all’attacco di Golden State di andare in ritmo e scollinare sopra i 60 punti ad inizio terzo quarto (prima volta in stagione). La forma di Klay Thompson è formidabile, in stato di grazia sia dal punto di vista mentale che realizzativo, ma in casa Cavs non sanno cosa significhi la parola “arrendersi”. La questione rimbalzi premia spesso e volentieri gli uomini di Blatt e quando cominciano le difficoltà ci pensa il Prescelto a mettere le cose a posto. Sembra che l’esito sia scritto per tutto il secondo tempo e che Cleveland sia destinata ad aggiudicarsi gara-2 nonostante i tentativi dei Warriors, spesso inefficaci e che evidenziano la necessità di un cambio di marcia se si vuole arrivare fino in fondo. Poca efficacia da oltre l’arco, poco carattere e troppa fatica per Curry: sembrano essere i fattori che condannano la squadra con il miglior record della Lega. Che Dellavedova fosse un avversario ostico, e talvolta scorretto, si sapeva. Che fosse però capace di snaturare il giocatore più elettrizzante della Lega, onestamente se lo sarebbero aspettato in pochi. Strabiliante come James flirti con la storia e con i record, avendo già messo in cassaforte una tripla-doppia (chiuderà con 39 punti, 16 rimbalzi e 11 assist) quando mancano 5 minuti al termine del match, e soprattutto come mostri una grande maturità quando la palla pesa più del solito e la stanchezza comincia a farsi sentire per davvero. Cleveland è avanti di 2 punti quando mancano 40 secondi e ha palla in mano, non sfruttando però l’occasione e permettendo a Curry di agganciare a quota 87. LeBron non riesce a chiuderla e quindi, anche questa volta, it’s overtime. Again.

David Blatt, dopo l'Eurolega vinta con il Maccabi, si gioca la Finale NBA (Getty Images)

David Blatt, dopo l’Eurolega vinta con il Maccabi, si gioca la Finale NBA (Getty Images)

Anche se la stanchezza si fa sentire come non mai, il ritmo rimane comunque alto e Draymond Green, in due azioni, fa capire che la durezza mentale in certe situazioni risulta fondamentale. Anche LBJ si deve arrendere sia alla stanchezza che ad alcuni “trucchetti” dello stesso Green, bravo ad innervosire gli avversari come lo fanno in pochi. Nonostante una buona partita, J.R. Smith commette due falli (uno nel 4° quarto e uno nell’overtime) che hanno un peso specifico elevatissimo. Nelle battute finali lo scontro tra James e Green si ripropone ad ogni azione, vedendo il secondo uscirne sempre vincitore, ma ci pensa ancora una volta Matt Dellavedova. Rimbalzo di grande importanza e liberi che portano in vantaggio Cleveland, mentre Steph sbaglia il jumper dell’ulteriore sorpasso. L’1/2 di James dalla lunetta chiude ufficialmente gara-2 sul 95-93 per la squadra di David Blatt e adesso la serie è in parità. Martedì notte si giocherà gara-3, nell’Ohio.