Allen Iverson

Allen Iverson (Scott Olson/AFP/Getty Images)

Philadelphia veniva da una stagione, a dir poco difficile, da 18 vittorie e nell’anno seguente migliora di soli 4 successi. Anche se le vittorie sono poche, Allen Iverson è straordinario. Chiude la sua stagione con 32.5 punti a partita e più di 500 assist distribuiti ai compagni con in mano il premio di Rookie dell’Anno al fianco dell’ovvio inserimento nel primo quintetto tra le matricole.

L’estate dei Sixers porta a Philadelphia coach Larry Brown attirato dalla possibilità di allenare un giocatore come Iverson. Statistiche alla mano, Brown convince Iverson della necessità di cambiare il suo gioco. Durante il suo anno da rookie, Iverson cercava troppo spesso la soluzione personale. Anche se metteva a referto prestazioni da 40-50 punti, i suoi Sixers perdevano con facilità. Brown spiega ad Iverson di dover migliorare il suo gioco da Point Guard: servivano più assist e più gioco di squadra.

Il primo anno dell’era Larry Brown si chiude con 31 vittorie. Un ulteriore miglioramento rispetto agli anni passati ma il gioco di Iverson non era cambiato di molto. 22 punti a partita ottenuti con moltissimi tiri presi e solo 6 assist a partita. C’era ancora molto lavoro da fare.

Iverson si chiude in palestra nella lunga post-season pre-lockout. La stagione 98-99 sarebbe stata una corsa di 50 partite verso i playoffs. Phila finisce con un record vincente di 28-22 e ottiene il pass per la post-season. Al primo turno supera gli Orlando Magic per 3-1 ma viene poi annientata dagli Indiana Pacers al secondo turno.

Larry Brown era convinto che nella stagione del nuovo millennio, i suoi Sixers avrebbero mostrato di cosa erano fatti. Toni Kukoc, arrivato in estate, poteva portare esperienza alla squadra e punti alla causa. Raggiunta la post-season con 49 vittorie, Phila porta a casa la vittoria al primo turno contro gli Charlotte Hornets prima di incontrare Indiana, ancora una volta sulla strada dei Sixers verso le finali.

Reggie Miller e compagni vincono le prime tre gare, Phila si riprende in gara 4 e vince due partite di seguito. In gara 6, Indiana si riprende dalle due sconfitte e porta a casa la qualificazione.

Allen è distrutto e scoppia a piangere giurando a se stesso che la stagione successiva sarebbe stata diversa.

E lui è uno che mantiene le promesse a se stesso. La stagione 2000-2001 è quella della definitiva consacrazione. Iverson guida la lega con 31.1 punti a partita giocano una pallacanestro che a fine stagione gli varrà il premio di MVP (l’ultimo Sixer a vincere il premio era stato Moses Malone nell’83, ndr). La stagione vincente dei Sixers ha un’altra ragione di esistere. A febbraio i Sixers scambiano Kukoc con il centro degli Atlanta Hawks, Dikembe Mutombo. Il centrone africano e Allen Iverson trovano presto un’intesa da Hoyas (anche Mutombo era stato a Georgetown, ndr) e conducono i Sixers a una stagione da 56 vittorie, la seconda miglior prestazione della lega dietro solo ai Lakers. La post season li mette immediatamente di fronte ai fantasmi del passato. Gli Indiana Pacers sono la prima sfida. La sconfitta in gara 1 spaventa non poco Phila che riuscirà a vincere le successive tre gara per raggiungere i Toronto Raptors al secondo turno. La serie contro i Vince Carter e soci è spettacolare. Carter e Iverson si sfidano a suon di prestazioni da cinquanta punti (una volta per Carter, due per Iverson ndr). La serie finisce alla settima partita decisiva che viene vinta da Phila 88-87 in una sfida che viene definita tra le più belle nella storia della franchigia. La finale della Eastern Conference si gioca contro i Milwaukee Bucks. Ancora una volta si arriva alla bella con Iverson che, con una prestazione da 44 punti, regala il sogno della finale ai Sixers e, soprattutto, a se stesso.

La finale con i Lakers di Kobe Bryant, Shaquille O’Neal e Phil Jackson è di quelle da ricordare. In gara 1, l’unica di vittoria di Phila in quella sequenza di partite, è memorabile il canestro con crossover di Iverson su Tyron Lue che si è visto anche calpestare dal numero 3 in maglia Sixers. Lo spettacolo non basta ai Sixers per portare a casa l’agognato titolo. I Lakers vincono 4-1 e Iverson torna a casa senza il primo anello della sua carriera.

La stagione successiva è devastata dagli infortuni a Phila. I Sixers raggiungono la post-season ma vengono eliminati al primo turno dai Celtics. Iverson è accusato da Larry Brown di saltare gli allenamenti e A.I. risponde in conferenza stampa con una delle più incredibili prestazioni davanti ai media che la storia della NBA ricordi. Allen nel frattempo sposa la fidanzata Tawanna Turner.

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Pochi mesi dopo scoppia una lite in casa e Tawanna viene cacciata di casa. Un paio di sere dopo, Iverson va con lo zio in cerca delle moglie e la trova a casa di un cugino. Un uomo nella stanza crede di aver visto una pistola sotto la maglietta di Iverson e chiama la polizia. Allen viene arrestato ma l’accusa cade perché quella che si pensava fosse una pistola era in realtà un cercapersone e la casa dove Allen e lo zio hanno fatto irruzione era affittata dallo stesso A.I.: le accuse non sussistono e Iverson è libero.

La stagione 2003 è l’ultima di coach Larry Brown a Phila. La stagione si chiude al secondo turno dei playoffs con una sconfitta per mano dei Detroit Pistons, la squadra che accoglierà Brown dalla stagione successiva. Iverson e Brown si ritrovano nell’estate del 2004 alle Olimpiadi di Atene dove Iverson è co-capitano. L’avventura olimpica termina con la medaglia di bronzo e molti rimpianti per il Dream Team.

I rapporti tra Philadelphia e Iverson sono a un punto di rottura. A.I. non si presenta agli allenamenti e salta parecchie partite per infortunio.

Allen Iverson

Allen Iverson

Nel 2005, i Sixers escono ai playoffs per mano proprio dei Pistons di Larry Brown. Il 2006 è l’anno della definitiva separazione, Iverson lascia alla volta di Denver, dopo dieci anni a Philadelphia con 28.1 punti di media e 19.583 punti totali. I Sixers dovranno aspettare il 2012 per vincere una nuova serie di playoffs.

La convivenza con Carmelo Anthony, superstar dei Denver Nuggets, non è facilissima. I due non riescono a giocare insieme. Nel 2008 Iverson viene ceduto ai Detroit Pistons dove, per la prima volta nella sua carriera, non indossa la maglia numero 3, già assegnata a Rodney Stuckey, optando per il numero 1. L’avventura a Detroit si ferma prima del previsto quando nell’Aprile del 2009, Joe Dumars, annuncia che Iverson non avrebbe giocato il resto della stagione per un problema alla schiena. Due giorni prima dell’annuncio, Iverson aveva detto che si sarebbe ritirato piuttosto che partire dalla panchina come avrebbe voluto l’allenatore dei Pistons Michael Curry.

All’inizio della stagione 2009, Iverson è ceduto ai Memphis Grizzlies. A.I. dice alla stampa: “Dio ha scelto Memphis per continuare la mia carriera”. Sebbene l’inizio sembri promettente, Iverson non accetta di partire dalla panchina e sceglie di chiudere in anticipo la stagione per “problemi personali”. Nel novembre dello stesso anno, i Grizzlies annunciano la rescissione consensuale del contratto del giocatore.

Poco più di un mese dopo Iverson ottiene una chance dai suoi Philadelphia 76ers. Le parti si accordano per un contratto di una anno al minimo salariale da veterani. Il ritorno di Iverson in maglia Sixers è accolto da grande entusiasmo a Philadelphia. Le cose sembrano andare bene fino a febbraio quando Iverson salta quattro partite e l’All Star Game dove era stato votato come partente in quintetto dai tifosi. Il 22 febbraio Allen convoca la stampa per annunciare il suo ritiro temporaneo per assistere al meglio la figlia malata. A marzo, i Sixers dichiarano che Iverson non avrebbe giocato per il resto della stagione.

La carriera NBA di Allen Iverson è finita. A ottobre dello stesso anno, A.I. infatti firma un contratto con il Besiktas. Giocherà solo 8 partite in Turchia prima di tornare negli Stati Uniti per operarsi a un polpaccio.

Negli ultimi due anni, Iverson ha cercato in tutti i modi di trovare un nuovo contratto con una squadra NBA. Il suo nome è stato avvicinato ancora a Philadelphia ma non se ne è fatto niente. Si è parlato di lui soprattutto per i suoi problemi economici e di dipendenza dall’alcol, ma senza mai notizie realmente ufficiali e confermate.

L’ultimo capitolo NBA della vita di Allen Iverson è stato il suo ritiro ufficiale arrivato proprio qualche giorno fa. Infatti, pur non giocando da 3 anni A.I. non aveva ancora annunciato il suo ritiro dal basket professionistico.

Pochi giocatori nella storia NBA hanno appassionato e attirato l’amore dei fans come Allen Iverson. Il suo gioco sfrontato, che solo un uomo alto 183 cm per 75 chili con una vita difficile alle spalle poteva portare sul parquet, ha scandito il ritmo dell’NBA nel passaggio al nuovo millennio. Allen Iverson è stato un gigante di un metro e ottanta.

Noi vogliamo ricordarlo con uno dei suoi crossover, forse il più famoso.

Allen Iverson, The Answer.

Thanks for the memories.

httpv://www.youtube.com/watch?v=grXws5m11SA