drose“Derrick, it’s not that he’s old; his best years are coming. He’s had to navigate through adversity; it’s made him a lot stronger mentally. Now we have a chance. The challenge is not only bringing the best out of himself, but to bring the best out of all his teammates. He’s probably doing that as well as he ever has. He had several plays he had dribble penetration into the lane, the kick out to Mike or Tony (Snell) or Jimmy that led to high percentage shots, great chemistry with Pau (Gasol) on the pick and roll. He’s a little more patient, but he’s also bringing the best out of his teammates.” (Coach Tom Thibodeau)

L’hanno dato per finito già per ben due volte, a causa degli infortuni gravi e dal recupero che sembrava sempre lasciare i suoi punti di forza nel passato, come un ricordo sfuocato del giocatore che ha fatto impazzire tutti per anni. I Bulls sono una squadra estremamente completa e competitiva, molto ben allenata e con un’attitudine difensiva di grande livello. Ma l’assenza di Derrick Rose ha creato negli scorsi mesi grande scetticismo sul percorso che avrebbero potuto fare gli uomini di Thibodeau nella post-season e, in parte, le paure e i timori avevano un fondamento. Nonostante la lunga panchina, di notevole qualità, la presenza di D-Rose sarebbe stata più di una semplice ciliegina sulla torta. La voglia di rivincita del numero 1 dei Bulls sarebbe così diventato il nuovo volto della franchigia dell’Illinois. Non un volto da protagonista, nel senso di accentratore del gioco, ma bensì un ruolo di leader mentale.

Nelle 7 partite di playoff giocate, Rose ha avuto un impiego di 37 minuti a partita, in cui ha messo a segno 19.9 punti e 6.3 assist, a cui aggiunge 4.4 rimbalzi e 1.4 palle recuperate. Due prestazioni degne di nota: i 34 punti contro Milwaukee in gara-2 del primo turno, dopo 2 overtime, e i 25 rifilati ai Cavs nell’Ohio che hanno portato la serie sull’1-0 in favore dei Bulls.

Non si sono sempre viste prestazioni eccezionali, soprattutto se focalizziamo l’attenzione sulle percentuali di tiro, comprese quelle da dietro l’arco, ma l’incidenza sulla squadra è sorprendente, come ribadisce lo stesso Thibodeau. È complesso capire quanto lontano potranno andare, ma chi parte bene è già a metà dell’opera, e la vittoria esterna con cui si è aperta la serie non è di certo passata inosservata.
Tante chiacchiere, molto scetticismo, poca fiducia. Ma D-Rose è ufficialmente tornato sulla piazza, sfruttando una delle sue sette vite, come i gatti. Derrick Rose, l’immortale.